Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

sabato 30 giugno 2012

Medicina cinese classica



Bonanomi-Corradin-Di Stanislao, "Introduzione al pensiero e alla medicina classica cinese" (Bellavite, pagg. 272, euro 22)


Nuovo manuale di introduzione alla medicina cinese classica (MCC): definizione di MCC e cenni storici; i Palinsesti Energetici (il Tao, gli agopunti, i Ritmi, Cielo Anteriore e Cielo Posteriore, lo Yin e lo Yang, lo Yin-Yang e coppia, Dritto rovescio, biao-li e interno esterno nei-wai, ...); le Energie dell'uomo (il Qi-Ki, energia Iong, energia Wei, energia Jing, Sangue), le Cinque Sostanze Fondamentali (Jing-essenza, Qi-soffio-energia, Shen-spirito, Xue-sangue, Jin--Ye-liquidi organici); le Energie Esterne (vento, calore, canicola, umidità, secco, freddo); i Ritmi nell'uomo (ritmo a 4 tempi, le quattro stagioni, i 5 agenti, i 5 movimenti, i Visceri come Ministri, organi-zang, visceri-fu, visceri straordinari, ...); il mantenimento della vita (i tre riscaldatori-san jao, via dei liquidi-yin, via dei solidi-yang, energie coinvolte nel triplice riscaldatore, la respirazione); le anime vegetative o entità viscerali (Shen, Po, Zhi, Hun, Yi); il Meridiano Energetico (meridiani principali, secondari e straordinari, agopunti sui meridiani principali, punti Shu, Mo, Yuan, Luo, Xi, punti antichi, tavole decorsi meridiani principali, Re e Du Mai); le Funzioni in medicina energetica (il mantenimento della vita, la funzione di impalcatura, di creazione, di comunicazione, di coordinazione); le 5 volontà e i 7 sentimenti (generalità, collera, gioia e preoccupazione, pensiero ossessivo e tristezza, paura e terrore); le Costituzioni (Biotipo legato allo ying-yang, legno-fegato, fuoco-cuore, terra-milza-pancreas, metallo-polmone, acqua-reni); la medicina e le applicazioni (agopuntura, moxibustione, coppettazione, fitoterapia, dietetica, tuina, Qi Gong, Tai chi, Shiatsu, divinazione, ...)

IMPORTANTE: DOVE POSTEGGIARE


IMPORTANTE: DOVE POSTEGGIARE

Diversi clienti lasciando la macchina cinque minuti davanti alla libreria o lungo la casa di fronte alla libreria hanno preso 80 euro di multa, e i vigili sono davvero inflessibili (sono un signore e non uso altri termini...), tranne - beninteso - quando i bambini escono dallavicina scuola elementare e per mezz'ora ci sono decine di macchine che quasi impediscono la c...ircolazione. Mi pare peraltro assolutamente di buon senso la tolleranza per le mamme che vanno a prendere i loro figli a scuola. Non capisco però perché mai, se (giustamente) non si dà la multa a cinquanta macchine, la si dà a UNA macchina che sosta per cinque minuti NELLA STESSA AREA dove due ore prima sostavano in cinquanta. Francamente non mi pare una trovata geniale per un Comune fare cassa ostacolando i negozianti e facendo scappare i loro clienti... (non parlo solo di me, ma anche dello storico negozio che ho di fronte, che da anni e anni ha questo problema)

In ogni caso, dato che la situazione permane e il buon senso evidentemente non ha cittadinanza presso certa gente, consiglio di non posteggiare di fronte alla libreria e di adottare altre soluzioni:

1) lasciare la macchina in via Francesco Tosi. Alla prima rotonda dopo il lago del Segrino, all'altezza di "Clinica veterinaria" e poco prima del benzinaio, andare a sinistra e proseguire per circa duecento metri. Ci sono dei posti auto, in genere in parte liberi, davanti ad alcune case. Si può posteggiare. Proseguendo a piedi per poco più di cento metri si arriva alla libreria

2) Lasciare la macchina vicino alla stazione dei treni di Canzo. Vedendo dal lago del Segrino arrivare nella piazza del teatro (e dell'albergo Canzo, della Pasticceria Ponti, ecc.). Arrivati in piazza (dove peraltro ci sono dei posteggi, ma a pagamento) girare a sinistra. Poco dopo si trovano dei posteggi con disco orario. Attraversare a piedi il parchetto comunale "Parco Barni" (saranno poco più di cento metri). Usciti dal parchetto, andare a destra. Dopo una cinquantina di metri c'è la libreria.

3) Lasciare la macchina vicino alla piazza, in paese. Arrivare nella suddetta piazza. All'altezza della Pasticerria Ponti girare a destra nella strada che entra nel centro storico. Dopo una ventina di metri c'è un posteggio con disco orario. Tornare a piedi in piazza, poi proseguendo per circa cento metri in direzione lago del Segrino si arriva alla libreria.

4) Per chi ha difficoltà a camminare: telefonatemi o mandatemi un messaggio il giorno prima dicendo che l'indomani avete intenzione di venire in libreria. Avrò modo di mettere la mia macchina altrove lasciandovi il posto auto sotto la finestra della libreria.

venerdì 29 giugno 2012

Saramago. Lucernario




José Saramago, "Lucernario. Il romanzo perduto del premio Nobel per la Letteratura" (Feltrinelli, pagg. 336, euro 18)


Nel 1953 José Saramago (1922-2010), che diventerà poi uno dei maggiori autori del '900 (e Nobel per la Letteratura nel 1998), è ancora un aspirante scrittore trentenne, peraltro balbuziente e dedito ai più diversi lavori precari per sbarcare il lunario. Il 5 gennaio 1953, dopo tre anni di scrittura, termina il suo primo romanzo, "Lucernario", firmato con lo pseudonimo di "Honorato" (il libro è ambientato negli anni '50 a Lisbona, ed è la storia delle vicende intrecciate di sei famiglie di un quartiere popolare di Lisbona). Lo invia a una casa editrice portoghese, che non gli risponde nè gli risponderà mai. E' un duro colpo per Saramago, che non proviene dalle accademie ed è del tutto estraneo alle élite intellettuali della Lisbona dell'epoca (frequentava l'Istituto Tencico, che dovette peraltro abbandonare per le difficoltà economiche della famiglia). Soltanto dopo vent'anni Saramago tenterà di nuovo di pubblicare qualcosa, e il ricordo del primo romanzo rifiutato non lo abbandonerà mai (in particolare, più ancora che per il rifiuto, per il fatto della mancata risposta da parte dell'editore). Nel 1999, quando ha già vinto il Nobel e sta portando a termine "Il vangelo secondo Gesù Cristo", gli viene proposta la pubblicazione del vecchio "Lucernario", ma rifuta (pur considerandolo un testo di valore) e precisa che il libro non sarebbe mai uscito perlomeno fino alla sua morte. L'anno scorso, finalmente, "Lucernario" è uscito postumo in Portogallo. Ora vede la luce in traduzione italiana.

giovedì 28 giugno 2012

Isole del tesoro. Viaggio nei paradisi fiscali



Nicholas Shaxson, "Le isole del tesoro. Viaggio nei paradisi fiscali dove è nascosto il tesoro della globalizzazione" (Feltrinelli, pagg. 352, euro 19)


Inchiesta del giornalista inglese Nicholas Shaxson (The Economist, The Financial Times, Reuters, Bbc) sulle società offshore, sui paradisi fiscali e sui più grandi trucchi e truffe di multinazionali, banche e finanza globalizzata.


"Questa è la grande storia mai raccontata della globalizzazione. I paradisi fiscali sono la faccia meno conosciuta, ma più centrale, della rete finanziaria mondiale: solo per fare un esempio, più di metà del commercio mondiale e gran parte di mutui e prestiti passano per questi luoghi, almeno 'nominalmente'.
Ogni grande corporation vi svolge continuamente attività di routine e i suoi più grandi utilizzatori non sono certo terroristi, mafiosi o celebrità, ma banche.
I paradisi fiscali hanno a che fare di norma con l’evasione: dalle leggi, dai creditori, dalle tasse, in sintesi da ogni controllo e verifica democratica; e hanno avuto un ruolo decisivo in tutti i maggiori eventi economici contemporanei, compresa la crisi attuale esplosa nel 2008, fungendo spesso da base per le lobby che hanno spinto a rimuovere i regolamenti finanziari preesistenti e a tagliare le tasse per i più ricchi in tutto il mondo.
Gli hedge fund, Goldman Sachs, Citigroup si muovono continuamente dentro e fuori dal mondo offshore, così come dietro gli scandali di Enron, Parmalat, Lehman Brothers, Aig si celano i paradisi fiscali. Anche la crescita delle corporation e l’esplosione del debito nelle economie più avanzate a partire dagli anni settanta è sostanzialmente una storia che ha a che fare con l’offshore. (...) Senza la comprensione di questo universo di interessi non si può capire appieno la storia e l’economia del mondo moderno"

mercoledì 27 giugno 2012

Il mostro ama il suo labirinto



"Faccio parte di quella minoranza che si rifiuta di far parte di qualsiasi minoranza ufficialmente definita"


"Tipologie degli intellettuali del Novecento: quelli che accettano le contraddizioni filosofiche, quelli che le ignorano e quelli che si disperano per il fatto che le contraddizioni esistono"


Charles Simic, "Il mostro ama il suo labirinto" (Adelphi, pagg. 156, euro 12)
Charles Simic (1938), poeta serbo naturalizzato statunitense, più volte candidato al Nobel per la Letteratura. Nato a Belgrado, è emigrato negli Stati Uniti con la famiglia nel 1954, quando aveva sedici anni. Traduttore, saggista, editorialista del New York Times, appassionato di jazz e di filosofia, insegna Letteratura americana e Scrittura creativa all'Università del New Hampshire. "Il mostro ama il suo labirinto" è una raccolta di aforismi, di massime, di sentenze sugli argomenti più disparati.


"Stralunato e lubrico, 'avanzo di galera...di tutti i Paradisi terrestri", Simic non cessa di meravigliarsi della stupidità umana, ingrediente segreto della storia, ma anche dell' 'enciclopedia di archetipi' celata in ciascun oggetto. Ad ogni pagina collegamenti ininterrotti: 'una melodia allegra suonata con malinconia', un'immagine sfocata di sè colta di sfuggita in uno specchio egizio, qualcosa 'a metà tra l'infinito e lo starnuto', un 'saporito stufato casalingo di angelo e bestia'"

martedì 26 giugno 2012

Nel tempo di mezzo. Marcello Fois



Marcello Fois, "Nel tempo di mezzo" (Einaudi, pagg. 270, rilegato, euro 20)

Libro eccezionale, giustamente entrato sia nella cinquina dello Strega che nella dozzina del Campiello, che meriterebbe di vincere. Il romanzo è il secondo atto della saga-trilogia dedicata alla stirpe dei Chironi (famiglia sarda cui Marcello Fois aveva già dedicato "Stirpe" nel 2009, e a cui dedicherà anche il prossimo romanzo). Il libro, comunque, è assolutamente leggibile anche come romanzo autonomo, senza dover prima necessariamente leggere "Stirpe". Per me è un capolavoro. Di certo il miglior romanzo che ho letto nel 2012 (sopra anche all'ottimo "Inseparabili" di Piperno, anch'esso finalista allo Strega; tra pochi giorni - il 5 luglio - sapremo chi vince).


Vincenzo cresce in orfanatrofio, a Trieste. E' figlio di un amore di guerra, tra una contadina friulana e l'eroe della Grande Guerra Luigi Ippolito Chironi. A ventisei anni, orfano e con in mano l'atto notarile che ne attesta l'appartenenza alla famiglia Chironi, sbarca in Sardegna per cercare il nonno Michele Angelo e la zia Marianna, a Nuoro. Siamo nell'ottobre del 1943, ma in Sardegna arrivano soltanto gli echi lontani della Grande Storia. In Sardegna non si combatte, ma è l'anno della fame e della malaria. I Chironi, lavoratori del ferro, sono tanto ricchi quanto "maledetti". Vittime di un ciclo quasi biblico - o tragico - di disgrazie famigliari, hanno perso negli anni, per i motivi più diversi, mariti e mogli, figli e nipoti. Restano soltanto l'anziano patriarca Michele Angelo e la figlia Marianna, chiusi nel loro muto dolore. Vincenzo si innamora della bella Cecilia, che però è già promessa sposa, e da qui ricomincerà tutto un nuovo ciclo di dolori, di grandezze e di tragedie nel "tempo di mezzo" che è quello della Sardegna, "una zattera in mezzo al Mediterrraneo" (il titolo indica sia l'ambiente e l'antropologia sarda del secondo dopoguerra, un mondo a sè stante, che non è più antico ma è ancora al di fuori della modernità, sia il tempo dell'esistenza umana, "un tempo sospeso a metà" tra il nulla prenatale e la sorte ultraterrena dopo la morte).


"Non era raro ormai che qualcuno lo segnalasse nel bar tale o nella bettola talaltra perché se lo andassero a prendere per portarlo a dormire, visto che con le sue gambe non sembrava in grado di farlo. (...) Che cosa lo spingesse a reagire in quel modo era chiaro, sarebbe stato chiaro a chiunque avesse avuto un po' di compassione. Ma la compassione è un sentimento a termine. Perciò si mutò ben presto in riprovazione. Vincenzo Chironi aveva avuto tutto, questo si diceva. Si era frantumato per l'unica cosa che non era riuscito a ottenere, e ciò non aveva niente a che fare con l'essere uomini. Bello com'era si stava trasformando: ventre gonfio, occhi pesti. E andava stempiandosi. (...) Eppure il lavoro procedeva, sostanziando in tutto e per tutto la maledizione dei Chironi che dovevano soffrire nell'abbondanza. Infatti per quanto fosse inaffidabile di sera, dopo due o tre bicchieri di troppo, Vincenzo era perfetto al mattino, acuto ed efficiente. (...) Era quello che poteva dirsi un padrone onesto. Un uomo retto. E aveva in corpo un dolore inestinguibile"

sabato 23 giugno 2012

L'uomo nell'Olocene



"Probabilmente saranno i pesci a sopravviverci, e gli uccelli"


Max Frisch, "L'uomo nell'Olocene" (Einaudi, pagg. 110, disegni, euro 17)
Torna dopo trent'anni "L'uomo nell'Olocene", libro dell'architetto e scrittore svizzero Max Frisch (1911-1991), un testo del 1979 tradotto in Italia nel 1981 e che da anni era sparito dal catalogo Einaudi. Il libro è un monologo del vecchio signor Geiser, erudito cittadino di Basilea che un giorno decide di stabilirsi in solitudine in una remota valle di montagna del canton Ticino (lo stesso Max Frisch trascorse la sua vecchiaia principalmente in un rustico della Valle Onsernone). Fuori piove di continuo e la valle sembra ormai completamente bloccata, isolata e senza elettricità a causa di una frana. L'alluvione appare agli occhi del vecchio signor Geiser come l'imminente fine del mondo, o almento come la fine di un mondo, addirittura come tramonto dell'Olocene, l'era geologica attuale, che inizia convenzionalmente 11.700 anni fa. Geiser, che percepisce il senso della fine e che sta perdendo la memoria, comincia a ritagliare e ad annotare tutto ciò che ritiene sia degno di essere ricordato. La struttura narrativa del libro rispecchia il modo di procedere del signor Geiser, alternando frasi e aforismi a figure, disegni, ritagli da libri, enciclopedie e manuali.


"Oggi i romanzi non funzionano, vi si tratta di persone nel loro rapporto con se stesse e con gli altri, di padri e madri e figlie rispettivamente figli e amanti ecc., di anime, principalmente infelici, e di società ecc., come se il terreno per tutto ciò fosse garantito, la terra una volta per sempre terra, l’altezza del livello del mare regolata una volta per sempre"

venerdì 22 giugno 2012

Quando ero capo della polizia. Carmine Senise



"Non sono mai stato un fascista, mi sento solo un servitore dello Stato"


Carmine Senise, "Quando ero capo della polizia. Diario 1940-1943" (Mursia, pagg. 294, euro 18)
Il prefetto Carmine Senise (Napoli 1883-Roma 1958) è stato capo della Polizia italiana dal 1940 al 1943, quindi durante il regime fascista e poi, per un breve periodo dopo la destituzione di Mussolini, con il governo del maresciallo Badoglio. Entrato per concorso al ministero dell'Interno nel 1908, promosso prefetto nel 1932, nel 1940 Senise subentra ad Arturo Bocchini ai vertici della Polizia italiana. A questo punto arriva la svolta. Senise partecipa attivamente al colpo di stato del 25 luglio 1943 contro Mussolini, poi -  dopo l'armistizio dell'8 settembre - è tra i pochi comandanti militari che scelgono eroicamente di rimanere a Roma. Il 23 settembre viene quindi arrestato dalle SS alla presenza del capitano Priebke e viene deportato, prima a Dachau e poi nel campo di sterminio di Hirschegg, in Baviera. Sopravvissuto e tornato in Italia dopo la Liberazione, Senise viene accusato di favoreggiamento del fascismo, ma è assolto dalla Corte speciale d'Assise di Roma. Queste memorie, edite nel 1946 e ora riproposte da Mursia a distanza di oltre sessant'anni, mostrano come Senise - tra difficoltà estreme - abbia sempre fatto il possibile per mantenere l'autonomia della Polizia dal regime fascista e da Mussolini.

Figli perduti. I bambini nel dopoguerra



Tara Zahra, "I figli perduti. La ricostruzione delle famiglie europee nel secondo dopoguerra" (Feltrinelli, pagg. 384, euro 30)


Alla fine della seconda guerra mondiale (la più grande "guerra contro i bambini" della storia dell'umanità), nel 1946, i bambini rimasti senza casa erano 8 milioni in Germania, 6 milioni e mezzo nell'Unione Sovietica, un milione e trecentomila in Francia. Un numero senza precedenti di minori era rimasto orfano o era stato separato dalla propria famiglia, peraltro in un'epoca anteriore all'esame del dna, nella quale l'identificazione dei figli e i ricongiungimenti familiari erano rari e difficili. Milioni di bambini ereno dispersi e separati dalle loro famiglie, erano passati per i campi di concentramento, o per orfanatrofi e campi profughi, molti erano lontani dalla patria, adottati o sfollati. Passata la guerra, come affrontarono questa emergenza epocale i governi occcidentali? Quali politiche per l'infanzia adottarono? Quali politiche demografiche e migratorie? Come si pronunciarono e quali soluzioni proposero educatori, psicologi e operatori sociali della diverse nazioni?


"Il processo di ricostruzione delle famiglie lacerate dalla guerra non poteva limitarsi a una semplice restaurazione della 'normalità' prebellica: si trattò di una fase in cui si dovettero reinventare gli ideali fondativi della famiglia e dell'infanzia. (...) Gran parte delle nostre concezioni di base sulla natura del trauma infantile ha avuto origine nel contesto della seconda guerra mondiale e dei suoi postumi; lo stesso si può dire a proposito delle idee attuali su quanto contribuisce ad assicurare un felice sviluppo dei primi anni di vita o un ambiente familiare sano"

giovedì 21 giugno 2012

Il profumo delle pagine scritte

Blog di Raffaella Baderna


Il profumo delle pagine scritte: Se in libreria vi sentite più felici che in pasticceria

 

"se quando entrate in una casa cercate subito una parete ricoperta di libri per sentirvi a vostro agio...

se vi piace tuffare il naso tra le pagine aperte a caso di un libro e aspirare l'odore della carta stampata...

se, oltre a leggere, non fareste altro che parlare di libri...

se avete sempre un libro con voi perchè non si sa mai...

se vi piace consigliare il libro giusto all'amico giusto...

se vi sentite tranquilli solo con due o tre volumi che vi aspettano intonsi sul comodino..."

Sui sentieri della Grande Guerra



Roberto Mezzacasa, "Da Asiago a Falcade. Sui sentieri della Grande Guerra. Percorso Ottone Brentari" (Mursia, pagg. 280, euro 17)


L'intero percorso che segue la linea del fronte lungo la quale si erano schierati e avevano combattuto l'esercito italiano e l'esercito austriaco dall'inizio della Prima Guerra Mondiale (maggio 1915) fino ai primi di novembre del 1917. L'autore, membro del Cai e del Soccorso Alpino di Belluno, ha percorso l'intero cammino e lo racconta in questo libro, a cavallo tra storia e escursionismo. 150 chilometri (con dislivello in salita di circa 10.000 metri, in discesa di 9.800 metri) divisi in nove tappe. Ogni capitolo descrive una tappa, in due parti: la parte storica (il racconto delle battaglie che si sono svolte in quel tratto di montagna) e la parte escursionistica (sentieri, tempo di percorrenza, dislivello, rifugi, ecc.)

Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti



"L'irriducibile non ritiene affatto conclusa la strategia della lotta armata. La resa è inconcepibile"


Pino Casamassima, "Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti" (Laterza, pagg. 260, euro 18).
Che cosa passa nella testa di chi è stato brigatista ma ha scelto di non collaborare in alcun modo con lo Stato, di scontare la pena per intero, e che ancora oggi - a distanza di trent'anni - non si pente di ciò che ha fatto? Il giornalista Pino Casamassima (è tra gli autori del programma televisivo "La storia siamo noi" e scrive sul "Quotidiano nazionale": il Giorno, il Resto del Carlino, La Nazione) racconta le vite di nove "irriducibili" dell'estremismo eversivo di sinistra, nove persone che hanno scontato o stanno ancora scontando la loro (lunga) pena in carcere ma incredibilmente non hanno mai mostrato nè mostrano ora il minimo pentimento o dissociazione rispetto al loro passato. Casamassima raccoglie direttamente dalla loro voce e riporta nel libro pensieri e storie di ieri e di oggi. Renato Curcio, storico fondatore delle Br, oggi ha 71 anni ed è un libero cittadino dal 1998, dopo 24 anni di carcere. Tonino Loris Paroli (ex operaio metalmeccanico, brigatista, ha trascorso in carcere 16 anni); Piero Bertolazzi (19 anni di carcere più 5 di semilibertà). Prospero Gallinari (arrestato nel '74, evaso nel '77, nuovamente arrestato nel 1979, dal 1996 la sua detenzione è sospesa per motivi di salute); Raffaele Fiore (arrestato nel 1979, in libertà condizionale dal 1997); Angela Vai (arrestata nel 1979, è in libertà condizionata dal 2002); Paolo Maurizio Ferrari (trent'anni di carcere, arrestato di nuovo a gennaio 2012 mentre capeggiava delle contestazioni No Tav); Cesare Di Lenardo (arrestato nel 1982, ancora in carcere, e dal carcere ha rivendicato gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona); Nadia Desdemona Lioce (Nuove Brigate Rosse, arrestata nel 2003, continua a dichiararsi "prigioniera politica" e sta scontando l'ergastolo in regime di 41-bis).

mercoledì 20 giugno 2012

Giorgio Bassani. Il romanzo di Ferrara



"Il romanzo di Ferrara è la storia della mia città in questo secolo, ma anche, seppure trasposta, la mia personale, dall'infanzia agli anni maturi. Ho dovuto riscrivere e riscrivere, alla luce di questa intuizione di fondo. Sono arrivato a una specie di poema romanzesco di quasi mille pagine"


Giorgio Bassani, "Il romanzo di Ferrara" (Feltrinelli, pagg. 800, euro 40).
Giorgio Bassani (1926-2000) ha scritto sei grandi opere ambientate a Ferrara: il celebre "Il giardino dei Finzi-Contini" (1962); "Cinque storie ferraresi" (1956), che qui prende il titolo di "Dentro le mura"; "Gli occhiali d'oro" (1958); "Dietro la porta" (1964); "L'airone" (Campiello 1968); "L'odore del fieno" (1972). E' lo stesso Bassani a decidere che questi sei titoli avrebbero dovuto uscire in un unico volume e essere considerati come parte di un'unica, monumentale, opera: "Il romanzo di Ferrara". Che viene pubblicato per la prima volta nel 1974, poi in seconda edizione nel 1980, poi negli anni '90 per Mondadori in due volumi. Ora torna in libreria per Feltrinelli nella collana "Le Comete".

John Cheever. I racconti



"I bambini annegano, donne bellissime vengono maciullate in incidenti stradali, le navi da crociera affondano e gli uomini muoiono di morte lenta nelle miniere e o nei sottomarini, ma non troverete niente di tutto questo nei miei racconti. Nell'ultimo capitolo la nave rientra in porto, i bambini vengono salvati, i minatori vengono estratti da sottoterra"


John Cheever, "I racconti" (Feltrinelli, pagg. 832, euro 40).
Monumentale antologia dello scrittore americano John Cheever (1912-1982), considerato tra i massimi autori della letteratura americana novecentesca ma ancora poco noto in Italia (anche se dodici suoi titoli sono già stati pubblicati in italiano, da Fandango e da Feltrinelli). 61 racconti sulle piccole grandi paure, le disavventure, le ansie, i fantasmi, le crisi di innumerevoli famiglie qualunque della media borghesia americana. Pregevoli i primi due racconti, "Addio, fratello mio" e "Un giorno qualsiasi", molto promettenti per il seguito del libro.


"La nebbia che veniva da est era fitta e umida, e Lawrence era tutto solo sul pontile. (...) Sembrava di umore particolarmente cattivo. La nebbia ci volteggiava intorno come un fumo freddo. Avrei voluto che fosse una notte limpida, perché quella nebbia dell'Est sembrava fatta apposta per quel misantropo di mio fratello. (...) Là c'erano dune e rocce, e più avanti, sul declivio, si vedevano campi che cominciavano a mutare dal verde al marrone e al giallo. Erano campi destinati al pascolo e alle pecore, e immaginai che Lawrence avrebbe notato l'erosione del terreno e previsto che le pecore ne avrebbero accelerato il deterioramento. Al di là dei campi, lungo la costa, c'erano alcune fattorie, con le loro belle costruzioni quadrate, ma Lawrence avrebbe potuto pensare soltanto alla dura sorte dei contadini di un'isola. Dall'altra parte, c'era il mare aperto. Abbiamo sempre raccontato ai nostri ospiti che al di là del mare, a oriente, c'è la costa del Portogallo, ma per Lawrence il passo sarebbe stato breve dal Portogallo alla tirannia in Spagna"

sabato 16 giugno 2012

Arturo Paoli. La pazienza del nulla



Arturo Paoli, "La pazienza del nulla" (Chiarelettere, pagg. 116, euro 8)


Nato a Lucca nel 1912, Arturo Paoli compirà a breve cento anni. Sacerdote, teologo ispiratore della Teologia della Liberazione, partigiano referente in Toscana per la rete clandestina Delasem (Delegazione per l'assistenza degli emigranti ebrei, l'associazione che aiutava gli ebrei in fuga dai nazisti), incluso per questo tra i Giusti di Yad Vashem (i non ebrei che rischiarono la propria vita per salvare uno o più ebrei dal genocidio nazista), medaglia d'oro al valor civile, cappellano sulle navi degli emigranti italiani in Argentina, tra gli anni '50 e gli anni '80  a lungo missionario (prima in Africa, poi in Argentina, Venezuela, Brasile).
Il titolo di questa antologia di scritti prende spunto dagli anni trascorsi in Africa (dal 1954 al 1957), tra i quali i tredici mesi ininterrotti nel deserto algerino, come noviziato per entrare nella fraternità dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld.


"Il deserto è la cornice del nulla. Per scoprire valori allo stato nascente bisogna accettare di essere respinti lì dove nascono le cose. Bisogna avere la pazienza del nulla, non scacciarlo come un demonio, non affrontarlo col nostro coraggio, ma rispettarlo nella sua qualità di nulla"


Qui la videopresentazione del libro: http://www.youtube.com/watch?v=nboD2dxWpz0

venerdì 15 giugno 2012

Alexander Langer



Alexander Langer, "Non per il potere" (Chiarelettere, pagg. 162, euro 7)


Politico, intellettuale, scrittore, cattolico, ecologista, Alexander Langer (Vipiteno 1946- Firenze 1995), dopo essere stato militante di Lotta Continua, è stato tra i fondatori del movimento dei Verdi italiani (e nel 1989, eletto deputato al Parlamento europeo, diventa il primo presidente del neocostituito Gruppo Verde). Muore, suicida, nel 1995.
A distanza di quasi vent'anni Chiarelettere propone oggi questa antologia con gli articoli e i testi editi e inediti più significativi di Langer. Una sintesi del suo pensiero sulla politica, l'ecologia, la pace, l'Unione Europea.


"Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto"


Qui la videopresentazione del libro: http://www.youtube.com/watch?v=sKVnA0KJsvk&feature=plcp

giovedì 14 giugno 2012

I prigionieri italiani negli Stati Uniti



"da quando sono rivato in America non ho più soferto, si hanno trattato molto bene, in quanto del mangiare e più che sufficiente, per il dormire ogni uno il suo lettino con la rete compreso pure stanzetta da bagno, pure anche siamo rispettati"
(Militare italiano internato in Arizona)


Flavio Giovanni Conti, "I prigionieri italiani negli Stati Uniti" (il Mulino, pagg. 546, immagini, rilegato, euro 28)


Un libro importante perché si occupa, finalmente, di una questione storiografica sulla quale praticamente non esistono pubblicazioni specifiche, nè in italiano nè in inglese nè in altre lingue. E infatti molti ignorano che tra il 1943 e il 1946 oltre 50.000 italiani catturati dagli Alleati sono stati in campo di prigionia e in campo di lavoro negli Stati Uniti. Tra di essi anche lo scrittore Giuseppe Berto e il pittore Alberto Burri (entrambi detenuti nel campo di concentramento di Hereford, in Texas, campo riservato ai fascisti non pentiti che si rifiutarono di collaborare). I militari italiani finiti prigionieri degli Alleati furono circa 600.000: 408.000 catturati dagli inglesi, 125.000 dagli americani, 37.000 dai francesi, 20.000 dai russi. Dei 125.000 prigionieri italiani in mano americana, 51.000 furono trasferiti negli Stati Uniti, in diversi campi di lavoro (due erano nel Missouri, uno in Tennessee, uno in Arizona, uno in Arkansas, uno in Texas, uno in Maryland, uno nello Stato di New York, uno in California, uno alle Hawaii). Si tratta per lo più di soldati catturati dagli Alleati nella primavera-estate del 1943, durante la fase finale della campagna in Africa settentrionale e l'invasione della Sicilia. I primi contingenti di prigionieri arrivarono negli Stati Uniti nel dicembre del 1942, e il rimpatrio degli ultimi avvenne nel febbraio del 1946.Cosa facevano questri nostri concittadini negli Stati Uniti? Come venivano trattati (vitto, alloggio, cure sanitarie, lavoro, relazioni con la popolazione civile, ecc.)? Naturalmente i campi di internamento americani non erano certo come quelli tedeschi o sovietici. Tra gli Alleati gli americani furono anzi i più rispettosi delle norme internazionali nel trattamento dei prigionieri, ben più dei francesi e degli inglesi.

mercoledì 13 giugno 2012

Adriana Zarri. Teologia del quotidiano



"E' dai limiti dell'ordinario, dai piccoli gesti dell'esistenza, che si raggiunge l'illimitato, l'Uno"


Adriana Zarri, "Teologia del quotidiano" (Einaudi, pagg. 104, euro 10).
Nel 2011, a pochi mesi dalla morte della teologa Adriana Zarri (1919-2010), è iniziata presso Einaudi la pubblicazione dei suoi scritti, che per larga parte sono purtroppo da tempo esauriti e non più ristampati. Dopo "Un eremo non è un guscio di lumaca", uscito l'anno scorso, esce ora "Teologia del quotidiano" , che raccoglie cinque brevi testi teologici dell'autrice, da tempo assolutamente introvabili: "L'impura teologia del topo", "Il problema della fede", "Il Dio critico", "Non uccidere: teologia e società", "Oltre i limiti del corpo", "Poesia e mistica".


"Quante volte invochiamo l'unità teologica, l'unità disciplinare, l'unità pastorale e intendiamo l'uniformità, l'indistinzione (le persone di Dio sono invece distinte), la fusione-confusione! Temere il pluralismo significa negare la dimensione trinitaria dell'essere: questo sigillo impresso su ogni cosa, questa imago Trinitatis di cui tutti i teologi hanno parlato, dandole numerose e spesso fantasiose collocazioni. Una di queste collocazioni, una di queste immagini - forse la più profonda - non è forse la pluralità dell'unità? Se Dio è necessariamente trino ciò significa che l'essere, nella sua radice più profonda, è trino. Averne paura, negarlo, confonderlo con l'uniforme e il monolitico è misconoscere il sigillo di Dio"

martedì 12 giugno 2012

Baite e rifugi del Lago di Como



Gio Lodovico Baglioni, "50 baite e rifugi del Lago di Como" (Alessandro Dominioni Editore, pagg. 128, immagini, euro 16,50)


Il libro descrive 50 passeggiate ad altrettante baite e rifugi che circondano il lago di Como, e per ogni rifugio riporta tutti i contatti e le informazioni necessarie, oltre alla cartina e ad alcune foto. Il volume è diviso in tre parti: rifugi del Lario Occidentale (Venini Galbiga, San Lucio, San Jorio, Boffalora, Baita di Orimento, ...); rifugi del Triangolo Lariano (Capanna Mara, Riella, Alpetto di Torno, Baita Carla, Martina, ...); rifugi del Lario Orientale (Rosalba, Brioschi, Bogani, Capanna Vittoria, Azzoni, ...)

I falò dell'autunno



Irène Némirovsky, "I falò dell'autunno" (Adelphi, pagg. 248, euro 18)


Ebrea convertita al cattolicesimo, nata in Ucraina (nel 1903) ma vissuta a Parigi dall'età di 16 anni (i suoi romanzi sono scritti in francese, anche perché la governante e balia era francese), deportata ad Auschwitz dove muore nel 1942, Iréne Némirovsky è nota da pochi anni al pubblico italiano, da quando (dal 2005) sono in corso di pubblicazione presso Adelphi tutte le sue opere. L'ultimo titolo è "I falò dell'autunno", capolavoro scritto tra il 1941 e il 1942 (pochi mesi prima dell'arresto e della deportazione) e uscito postumo in Francia nel 1957. Gran libro, scrittura elegantissima, storia d'amore e  di guerra commovente e tragica ambientata nella Parigi di inizio '900, tra il 1912 e il 1941.


Il romanzo è la storia di Bernard Jacquelain, partito volontario a 18 anni per la Grande Guerra, dalla quale tornerà completamente cambiato. Dopo gli anni in trincea, Bernard diventa cinico e disincantato, non crede più in nulla, non vuole più nulla, se non soldi e avventure a palate con amanti e cortigiane varie del bel mondo parigino degli anni Venti e Trenta. Entra sempre più pericolosamente nel dorato ma squallido ambiente dei  faccendieri e dei politicanti dell'epoca. La dolce Thérèse, innamorata di lui fin da quando erano bambini, è la sua occcasione di riscatto esistenziale e morale. Bernard proverà a cambiare vita, ma il prezzo da pagare per gli errori del passato sarà altissimo.


"Nessuno avrebbe mai osato parlare del piacere, e tuttavia ci si sussurrava all'orecchio che, anche a Parigi, sotto le bombe, in certi quartieri, in certi locali noti solo agli iniziati, militari in licenza, donne, stranieri ballavano il tango e altri balli, sfrenati, osceni, dai nomi selvaggi; che tutte le notti da Weber americani ubriachi spaccavano i vetri; che piloti, 'assi' dell'aviazione, al volante di un'auto lanciata a cento all'ora, salivano sui marciapidi investendo le donne"


"Due mesi dopo essere stato richiamato, Bernard si trovava in una grigia e fredda cittadina della Lorena. Per lui la guerra non era ancora cominciata; l'unico nemico che conosceva era la solitudine, la peggiore, quella che viene dal cuore e che ti soffoca anche in mezzo a una folla. Il mondo gli si era chiuso davanti da un giorno all'altro come un sipario che cala e nasconde di colpo la scena in pieno svolgimento"

venerdì 8 giugno 2012

Montagna



Agostino Ferrari, "Nella catena del Monte Bianco" (Club Alpino Italiano, pagg. 282, euro 24). Ristampa anastatica di un libro del 1929. L'alpinista e scrittore Agostino Ferrari (1869-1935), fondatore del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) racconta le grandi ascensioni nel Gruppo del Monte Bianco tra la fine dell'800 e l'inizio del '900.


Jerzy Kukuczka, "Un grande tra i giganti della Terra" (Alpine Studio, pagg. 274, euro 19,50). L'autobiografia (a cura della moglie) dell'alpinista polacco Jerzy Kukuzcka (1948-1989), che nel 1987 è diventato il secondo uomo (un mese dopo Messner) ad aver scalato tutti i 14 Ottomila del mondo

Enter night. La storia dei Metallica



"La differenza tra il resto del metal e i Metallica è la stessa che passa tra tirare un pugno all'aria piuttosto che a un bersaglio preciso" (Cliff Burton)


Mick Wall, "Enter night. La storia dei Metallica" (Edizioni BD, pagg. 466, rilegato, immagini, euro 22). Il più grande gruppo metal della storia, dal 1981 ad oggi. L'incontro tra Lars Ulrich e Hetfield e la nascita del gruppo, la cacciata di Dave Mustaine, i primi capolavori (Kill 'Em All, Ride the Lightning, e l'immenso Master of Puppets), la tragica morte del bassista Cliff Burton (sbalzato dal finestrino del bus della band e schiacciato dall'autobus in Svezia, durante il tour europeo dell'86), ...And Justice for All, i primi anni '90 e il Black Album (1991), Load, l'azione legale contro Napster che distribuì gratuitamente in anteprima un pezzo non ancora pubblicato, la disintossicazione dall'alcool di Hetfield, l'arrivo di Robert Trujillo al basso, gli ultimi dischi, ...

Freddy Mercury / Grunge is dead



"Non diventerò una star. Diventerò una leggenda"


Lesley-Ann Jones, "I will rock you. Freddy Mercury. La biografia definitiva" (Sperling & Kupfer, pagg. 388, immagini, euro 18,90). La vita di Freddy Mercury (1946-1991), dall'infanzia a Zanzibar, l'adolescenza in India, il ritorno in Africa, la fuga a Londra all'età di 18 anni mentre in Africa era in corso la rivolta che porterà alla nascita della Tanzania, i vari gruppi pre Queen fino al successo planetario e alla tragica morte per AIDS.


Greg Prato, "Grunge is dead. Storia orale del grunge" (Odoya, pagg. 528, immagini, euro 24). Ampia storia del movimento grunge, che nella sua pur breve parabola (tra il 1992 e il 1995) ha avuto come protagonisti alcuni tra i più grandi gruppi di tutti i tempi, dai Nirvana ai Pearl Jam, dagli Aliche in Chains ai Soundgarden, ma anche innumerevoli band meno note (Mother Love Bone, Melvins, Screaming Trees, Mudhoney, il movimento Riot Grrrl,...) che il libro racconta attraverso oltre cento interviste ai protagonisti dell'epoca


"Il grunge riuscì a condensare in un periodo di quattro anni qualcosa di veramente straordinario. Per pochi, brevi, brillanti momenti riuscì a cambiare la direzione della cultura musicale"

giovedì 7 giugno 2012

Un sogno di libertà. Napoli 1585-1648



Rosario Villari, "Un sogno di libertà. Napoli nel declino di un impero 1585-1648" (Mondadori, pagg. 726, rilegato, euro 24)


Lo storico Rosario Villari (1925), professore emerito all'Università La Sapienza di Roma, accademico dei Lincei, uno dei maggiori studiosi al mondo dell'età barocca e delle vicende europee del XVII secolo, pubblicò per Laterza nell'ormai lontano 1967 un testo diventato poi il grande classico di riferimento per tutti gli studi sull'Europa del Seicento: "La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647)". Il suo lavoro sulla storia dell'Italia meridionale tra il '500 e il '600 è proseguito negli anni, con una serie di pubblicazioni come "L'uomo barocco" e "Elogio della dissimulazione. La lotta politica nel '600" (disponibili in libreria), e culmina oggi - dopo quarantacinque anni - con questa versione ampliata, monumentale e definitiva de "La rivolta antispagnola" (ai sei capitoli di allora se ne sono aggiunti altri dodici). Il testo più completo mai scritto sul Regno di Napoli all'ombra della monarchia spagnola.


"Il sessantennio di storia dell'Italia meridionale che va dal 1585 (rivolta popolare e uccisione dell'Eletto del popolo Giovanni Vincenzo Starace) al 1648 (breve esperienza repubblicana dopo la rivoluzione di Giulio Genoino e di Masaniello) costituisce la fase in cui non solo furono più intensi i contrasti interni e le tensioni con il governo centrale di Madrid, le spinte eversive e il banditismo, ma prese corpo anche un grandioso 'sogno di libertà', frutto delle forze più vive e creative della società. (...) Innumerevoli furono gli artefici e le guide dei movimenti riformatori e rivoluzionari napoletani: singoli individui, gruppi sociali, intere comunità, dai villaggi più sperduti alla capitale, si collegarono idealmente, nel vortice della guerra dei Trent'anni, con le rivoluzioni di altre province della monarchia spagnola, l'Olanda, la Catalogna, il Portogallo.(...) I fatti, i personaggi (viceré, ministri, baroni, rappresentanti della municipalità, intellettuali, capipopolo, popolani), gli assetti istituzionali, i conflitti politici e sociali, gli intrighi e i complotti, gli efferati rituali della rivolta e della repressione, le ondate di furore popolare dettate dall'incontenibile pressione fiscale sulle finanze del Regno e dall'inerzia governativa di fronte alle violenze e agli abusi del baronaggio, sono ricostruiti nel dettaglio da Rosario Villari"


(la sovraccoperta non è sporca, è fatta così)

Bonhoeffer. La vita del teologo che sfidò Hitler



"Il silenzio di fronte al male è esso stesso un male. Non parlare è parlare. Non agire è agire"


Eric Metaxas, "Bonhoeffer. La vita del teologo che sfidò Hitler" (Fazi, pagg. 704, immagini, euro 18,50)


Nuova, monumentale, biografia del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), di cui in libreria è disponibile anche l'eccezionale "Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere (San Paolo, pagg. 578, rilegato, euro 25). L'autore, Eric Metaxas, è uno storico e scrittore americano
Mentre Adolf Hitler seduceva una nazione e intimidiva un continente, un piccolo numero di dissidenti lavorava per smantellare il Terzo Reich dall’interno. Uno di questi era Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano e teologo, tra i primi a capire la pericolosità del Fürer. Il libro ripercorre tutta la vita di Bonhoeffer – teologo, martire e profeta – dall’infanzia al complotto contro Hitler, alla prigionia e alla tragica fine. Coinvolto nel fallito attentato a Hitler, rinchiuso per 18 mesi nella prigione militare di Tegel e poi a Buchenwald, all'alba del 9 aprile 1945 (a due settimane dalla Liberazione) Dietrich Bonhoeffer venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg. Aveva 39 anni e lasciava la fidanzata con cui a breve avrebbe dovuto sposarsi.

Qui la videopresentazione del libro: http://www.youtube.com/watch?v=NDs0f3eMxak

mercoledì 6 giugno 2012

Il senso di una fine. Man Booker Prize 2011



Julian Barnes, "Il senso di una fine" (Einaudi, pagg. 158, rilegato, euro 17,50)


Forse un po' troppo breve ma pregevole romanzo dello scrittore inglese Julian Barnes, che arriva per la quarta volta in finale al Man Booker Prize (il più importante premio letterario di lingua inglese) e questa volta vince. "Il senso di una fine" - vincitore del Man Boooker Prize 2011, uscito in questi giorni in edizione italiana - è la storia, narrata in prima persona, dell'inglese Tony Webster. Ormai anziano, da anni divorziato e padre di una donna ultratrentenne, Tony riceve un giorno una lettera da parte di un avvocato, che gli segnala il lascito di cinquecento sterline e di un diario da parte di una donna da poco defunta, madre di Veronica, fidanzatina che frequentava quarant'anni prima. Il diario è di Adrian, amico di scuola con cui Veronica si era fidanzata, ai tempi, subito dopo aver lasciato Tony. Cosa si nasconde dietro questo stranissimo lascito testamentario? Una tristissima verità, che Tony riuscirà a capire soltanto dopo alcuni mesi.


"Quanti luoghi comuni ci portiamo appresso con disinvoltura, dico bene? Ad esempio, che il ricordo corrisponda alla somma di evento più tempo trascorso. E invece funziona in modo molto più strano di così. Non so più chi ha detto che il ricordo è ciò che pensavamo di aver dimenticato. Inoltre dovrebbe apparirci ovvio come il tempo per noi non agisca affatto da fissativo, ma piuttosto da solvente. Solo che credere questo non conviene, non serve; non aiuta a tirare avanti; perciò fingiamo di non saperlo. (...) La storia è quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione"

Dio non chiede troppo. Gente di Brianza nelle pietre di villa Gadda



Maria Orsola Castelnuovo, "Dio non chiede troppo. Gente di Brianza nelle pietre di Villa Gadda" (editrice Ancora, pagg. 128, euro 10)


Complimenti a Maria Orsola Castelnuovo per il suo libro (che consiglio), premiato nei giorni scorsi al Concorso Letterario Nazionale "Scriviamo Insieme".


Spunto per il libro sono i sei paracarri della Villa Gadda di Longone al Segrino, sei sculture, sei pietre che rappresentano altrettanti volti umani. Gadda detestava la villa di Longone (villa Pirobutirro a Lukones nel romanzo "La cognizione del dolore", venduta nel 1938 e oggi divisa in appartamenti e abitata da privati), così come disprezzava - sia pure con tutta la sua ironia- i rozzi e ignoranti "breanzoli" (si veda anche: Carlo Emilio Gadda, "Villa in Brianza", Adelphi, pagg. 72, euro 5,50). Il libro di Maria Orsola Castelnuovo è una sorta di difesa dei nostri nonni, di elegia per le virtù brianzole di un tempo che Gadda non riusciva o non voleva vedere dietro i tratti superficiali più rozzi e scostanti della gente di Brianza. A ognuno dei sei volti rappresentati sui paracarri di Villa Gadda, l'autrice collega e racconta sei brianzoli della prima metà del '900, sei vite brianzole archetipiche: Cecco (mediatore di case e terreni, artigiano, lavoratore instancabile); Ginetto (orfano di madre che scopre l'amore pescando sulle rive del Lago di Pusiano); Luigi (paisan che non si riprenderà più dalla distruzione delle sue proprietà nel nubifragio del 1910); Toselli (maestro elementare dai metodi pedagogici innovativi); Gnazzi (grande e grosso, instancabile dispensatore di ricordi e di racconti); Pina (reggiora, cioè reggitrice, di una famiglia patriarcale brianzola di inizio '900).


"(...) quel che Dio vuole non è mai troppo, secondo una giaculatoria ricorrente soprattutto da parte delle donne, che inconsapevoli l'avevano assimilata da San Paolo: non è mai troppo per noi da sopportare; infatti Dio ci dà il carico e anche la forza che serve a portarlo. Questa è la certezza che ha sostenuto la gente della Brianza attraverso le numerose peripezie che l'hanno toccata (...); questa è la forza che Gadda non ha colto, così lontano come dimostra d'essere da tali convinzioni, dalla fede nella Provvidenza che permea invece l'opera del suo amato Manzoni"

martedì 5 giugno 2012

Günther Anders-Hannah Arendt



"Ho conquistato Hannah a un ballo grazie a un'osservazione fatta danzando in cui affermavo che l'amore è quell'atto attraverso il quale l'a posteriori, ovvero l'altro incontrato casualmente, viene trasformato in un a priori della propria vita"


Günther Anders, "La battaglia delle ciliegie. La mia storia d'amore con Hannah Arendt" (Donzelli, pagg. 84, euro 16)


Testo inedito che esce ora postumo contemporaneamente in Germania e in Italia nel quale il filosofo e scrittore tedesco Günther Anders (1902-1992) racconta la sua storia d'amore e il suo breve matrimonio con la Arendt (1906-1975).  Nel 1925 Günther Anders, fresco della sua dissertazione con Edmund Husserl, e la giovane studentessa di filosofia Hannah Arendt si conoscono a Marburgo, dove seguono entrambi il seminario di Martin Heidegger sulla Critica della ragion pura. Si incontrano di nuovo solo nel 1929, questa volta a Berlino, in occasione di un ballo in maschera. Si sposeranno subito dopo, precipitosamente, per separarsi poi già nel 1937. Lei avrebbe in seguito ricordato il matrimonio con Günther come la fuga dal grande e impossibile amore della sua giovinezza, quello per Martin Heidegger. Per Günther, invece, Hannah sarebbe sempre rimasta il primo, forse l'unico vero amore di tutta una vita.



Günther Anders, "Lo sguardo dalla torre. Favole con le illustrazioni di A. Paul Weber" (Mimesis, pagg. 196, euro 16)


Libro che raccoglie le favole filosofiche scritte da Anders tra il 1931 e il 1968, con le illustrazioni del pittore tedesco Andreas Paul Weber.

sabato 2 giugno 2012

Sono ancora un uomo. Vita di Louis Zamperini, eroe di guerra



Laura Hillenbrand, "Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio" (Mondadori, pagg. 508, rilegato, immagini, euro 19)


Caso editoriale negli Stati Uniti, con oltre 3 milioni di copie vendute, esce ora in Italia questo libro che racconta (accompagnando il testo con immagini d'epoca) una storia vera, la vita incredibile di Louis Zamperini, eroe della Seconda Guerra Mondiale. 



Americano figlio di immigrati italiani, dopo un'infanzia e una giovinezza da delinquente di strada, Zamperini trova nell'atletica leggera una via d'uscita e di riscatto. In breve tempo diventa un campione di mezzofondo partecipando ai 5000 metri alle Olimpiadi di Berlino del 1936, dove riceve i complimenti di Hitler in persona. Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, mentre si sta preparando alle sue seconde Olimpiadi, Zamperini viene arruolato nell'Aviazione. Siamo nel 1940. Nel 1943, dopo tre anni di guerra, precipita nel mezzo dell'Oceano Paifico un bombardiere americano. Si salvano solo tre membri dell'equipaggio, uno dei quali è Zamperini. I tre, incredibilmente, riusciranno a raggiungere la costa, dopo aver percorso 3200 chilometri in mare su un minuscolo canotto alla deriva sotto i bombardamenti degli aerei giapponesi, nutrendosi di uccelli crudi e fegato di pescecane. Il guaio è che sbarcano su un'isola in mano giapponese, vengono fatti prigionieri e restano in balìa di sadici aguzzini come il sergente Watanabe fino alla resa del Giappone e alla liberazione. Louis Zamperini sopravvive e torna negli Stati Uniti come eroe di guerra. Ma i fantasmi e gli incubi degli anni giapponesi lo tormenteranno per molto tempo, portandolo all'alcolismo. Fino alla riscoperta della fede e dell'amore, che cambiano la sua vita. Zamperini abbandona l'alcool, si sposa e viene scelto come tedoforo in cinque Olimpiadi. A settant'anni scopre lo skateboard, a ottantacinque torna sull'isola giapponese dove era stato prigioniero per localizzare i resti dei marines suoi compagni di cella negli anni della prigionia. Oggi Zamperini ha 95 anni, e vive ancora.

I Mongoli



Michele Bernardini e Donatella Guida, "I Mongoli" (Einaudi, pagg. 428, euro 26)


Due studiosi del mondo islamico (Bernardini insegna Lingua e Letteratura persiana e Storia dell'Iran all'Università di Napoli L'Orientale) e dell'estremo Oriente (Donatella Guida è ricercatrice in Storia della Cina all'Università di Napoli L'Orientale) raccontano la storia (culturale, militare, commerciale, economica) dei Mongoli: un'epopea che va dal XII al XV secolo e che all'inizio del XIII secolo - con Gengis Khan - ha cambiato radicalmente il corso della storia in Asia e in Europa, con la creazione di quello che è a tutt'oggi il più vasto impero mai realizzato nella storia umana (Cina, Russia, Persia, Asia Centrale, Medio Oriente, Europa orientale).


René Grousset, "Il conquistatore del mondo" (Adelphi, pagg. 344, euro 24). La più importante biografia di Gengis Khan, apparsa per la prima volta nel 1944 e ristampata di recente da Adelphi.

venerdì 1 giugno 2012

Il libro degli universi. John Barrow



"Copernico ci ha insegnato che la Terra non è al centro dell'universo. Oggi, forse, dovremmo accettare l'idea che nemmeno il nostro universo sia al centro dell'universo"


John Barrow, "Il libro degli universi. Guida completa agli universi possibili" (Mondadori, pagg. 364, rilegato, euro 20)


Il nuovo libro del grande cosmologo e matematico inglese John David Barrow, docente di scienze matematiche all'Univesità di Cambridge, autore nel 2002 del celebre spettacolo teatrale "Infinities, autore di alcuni tra i testi scientifici più importanti degli ultimi decenni ("Teorie del tutto", "Perché il mondo è matematico?", "Le origini dell'universo", "L'universo come opera d'arte", "Da zero a infinito", ...). Il nuovo libro di Barrow racconta i più importanti "universi possibili", ovvero le cosmologie più significative della storia della scienza, comprese le più bizzarre e le più lontane dal senso comune: l'universo sferico di Aristotele, l'universo tolemaico, l'universo ccopernicano, l'ipotesi nebulare, l'universo edoardiano, l'universo in decadimento, Karl Schwarzschild, gli universi di Einstein, l'universo del moto senza materia di de Sitter, gli universi di materia in movimento di Friedmann, gli universi di Lemaître, l'universo oscillante di Tolman, l'universo di Milne, universi frattali, l'universo-pancake di Kasner, gli universi senza gravità di Dirac, l'universo ondulato di Rosen, l'universo a formaggio svizzero di Ernst Straus, universi perturbati, l'universo di Schrödinger, l'universo rotante di Gödel, l'universo da tavolo, l'universo elettrico, universi caldi, universi turbolenti, universi distorti, universi omogenei, universi caotici, universi Mixmaster, universi magnetici, gli universi di Brans e Dicke, universi di materia-antimateria, singolari, freddi e tiepidi, asimmetrici, inflativi, postmoderni, casuali, arrotolati su se stessi, quantistici, in collisione, assurdi, sconcertanti, multiversi, iperuniversi, ...



Einstein inaugurò una nuova era dell'astrofisica mostrandoci come trovare non uno, ma tutti gli universi possibili che siano coerenti con le leggi della fisica e con la gravità. Da allora astronomi, matematici e fisici si sono sforzati di risolvere le complesse equazioni einsteiniane e di individuarli. John D. Barrow ci accompagna attraverso la lunga e affascinante galleria di universi che ne è scaturita, illustrandone nei dettagli le molteplici caratteristiche e le leggi che li governano. "Il libro degli universi" espone le cosmologie più accreditate ma anche le più fantastiche e audaci dell'intero mondo scientifico, e, insieme, racconta le storie della loro scoperta e le personalità degli scienziati che he furono protagonisti, da Lemaître a Dirac, da Schrödinger a Gödel e Boltzmann, senza contare Einstein e naturalmente Barrow stesso.