Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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giovedì 14 giugno 2012

I prigionieri italiani negli Stati Uniti



"da quando sono rivato in America non ho più soferto, si hanno trattato molto bene, in quanto del mangiare e più che sufficiente, per il dormire ogni uno il suo lettino con la rete compreso pure stanzetta da bagno, pure anche siamo rispettati"
(Militare italiano internato in Arizona)


Flavio Giovanni Conti, "I prigionieri italiani negli Stati Uniti" (il Mulino, pagg. 546, immagini, rilegato, euro 28)


Un libro importante perché si occupa, finalmente, di una questione storiografica sulla quale praticamente non esistono pubblicazioni specifiche, nè in italiano nè in inglese nè in altre lingue. E infatti molti ignorano che tra il 1943 e il 1946 oltre 50.000 italiani catturati dagli Alleati sono stati in campo di prigionia e in campo di lavoro negli Stati Uniti. Tra di essi anche lo scrittore Giuseppe Berto e il pittore Alberto Burri (entrambi detenuti nel campo di concentramento di Hereford, in Texas, campo riservato ai fascisti non pentiti che si rifiutarono di collaborare). I militari italiani finiti prigionieri degli Alleati furono circa 600.000: 408.000 catturati dagli inglesi, 125.000 dagli americani, 37.000 dai francesi, 20.000 dai russi. Dei 125.000 prigionieri italiani in mano americana, 51.000 furono trasferiti negli Stati Uniti, in diversi campi di lavoro (due erano nel Missouri, uno in Tennessee, uno in Arizona, uno in Arkansas, uno in Texas, uno in Maryland, uno nello Stato di New York, uno in California, uno alle Hawaii). Si tratta per lo più di soldati catturati dagli Alleati nella primavera-estate del 1943, durante la fase finale della campagna in Africa settentrionale e l'invasione della Sicilia. I primi contingenti di prigionieri arrivarono negli Stati Uniti nel dicembre del 1942, e il rimpatrio degli ultimi avvenne nel febbraio del 1946.Cosa facevano questri nostri concittadini negli Stati Uniti? Come venivano trattati (vitto, alloggio, cure sanitarie, lavoro, relazioni con la popolazione civile, ecc.)? Naturalmente i campi di internamento americani non erano certo come quelli tedeschi o sovietici. Tra gli Alleati gli americani furono anzi i più rispettosi delle norme internazionali nel trattamento dei prigionieri, ben più dei francesi e degli inglesi.

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