Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

mercoledì 31 ottobre 2012

Domani, primo novembre, la libreria è normalmente aperta, con il solito orario

Il Supermaschio




Alfred Jarry, "Il supermaschio" (Bompiani, pagg. 160, euro 16)

Nuova edizione con traduzione di Giorgio Agamben e prefazione di Sebastiano Vassalli di questo testo del 1902 del grande scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry (1873-1907), l'autore del celebre "Ubu re" (1896), uno dei testi più importanti del teatro dell'assurdo

Nel suo castello a pochi chilometri da Parigi, il giovane André Marcueil, ha riunito alcuni suoi amici nobili, medici e scienziati. Quel che André vuole dimostrare è che "l'amore è un atto senza importanza perché si può fare all'infinito", e per non limitarsi alle parole si impegna a darsi da fare nei fatti, cercando di battere il favoloso record di amplessi dell'indiano citato da Rabelais. Sette cortigiane vengono dunque accolte nel castello, per la prova...


"Il supermaschio può essere letto in molti modi, tutti assolutamente legittimi. Come sempre in Jarry, anche in questo racconto fantastico c'è tutto (o quasi) e il contrario di tutto. C'è l'amore non corrisposto dell'uomo per le macchine, e c'è la macchina per ispirare l'amore. Ci sono le fantasie dell'adolescenza, riassunte nella frase con cui inizia il racconto: 'L'amore è un atto senza importanza, perché lo si può fare all'infinito'. C'è la donna, vista dapprima come preda e accettata poi come rivale e come benevola padrona. Ci sono i limiti del Progresso e quelli dell'uomo. C'è la passione di Jarry per gli sport. Ci sono, lontani e sfocati sullo sfondo, il Superuomo di Nietzsche ('Così parlò Zarathustra' è una delle opere-chiave di quegli anni) e Superman l'eroe dei fumetti (che ancora non è stato inventato ma che ha in André Marcueil un suo precursore). E c'è perfino, in filigrana, una storia d'amore: perché no? Una banalissima e comunissima storta d'amore. Chi, almeno una volta nella vita, non si è sentito supermaschio (o superfemmina)?"
(Sebastiano Vassalli)

Paolo Rumiz: Trans Europa Express




In libreria il nuovo libro di Paolo Rumiz: "Trans Europa Express" (Feltrinelli, pagg. 240, euro 18)


Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l'Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell'Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia

Don Winslow: I re del mondo




Don Winslow, "I re del mondo" (Einaudi, pagg. 356, euro 18,50)

Ben e Chon hanno avviato da non molto il loro business: coltivare e diffondere ad ampio raggio la miglior marijuana di tutta la California. Ma qualcuno non è disposto a lasciar loro mano libera, senza mantenere il controllo e incassare una percentuale sui loro traffici. Finché si tratta di combattere con gli sbirri corrotti che si sono fatti avanti per riscuotere la tangente, Ben e Chon possono anche cavarsela con pochi danni. Ma il gioco dietro il ricatto è molto più ampio, e coinvolge nomi insospettabili: un'intera cricca di surfisti e hippy che si sono stancati di predicare pace e amore e hanno deciso di accumulare denaro nel modo più efficace e rapido che esista al mondo: il traffico di stupefacenti. Una cricca in affari da più di trent'anni, di cui fanno parte anche i genitori di Ben e Chon...

martedì 30 ottobre 2012

Grossman. Caduto fuori dal tempo




In libreria il nuovo libro di David Grossman, presentato ieri sera da Fazio: "Caduto fuori dal tempo" (Mondadori, pagg. 192, rilegato, euro 18,50)

Una sera, in una città di un luogo immaginario, un padre si alza da tavola, prende commiato dalla moglie ed esce per andare "laggiù". Ha perso un figlio, anni prima, e "laggiù" è dove il mondo dei vivi confina con la terra dei morti. Non sa dove sta andando, e soprattutto non sa cosa troverà. Lascia che siano le gambe a condurlo, per giorni e notti gira intorno alla sua città e a poco a poco si unisce a lui una variegata serie di personaggi che vivono lo stesso dramma e lo stesso dolore: il Duca signore di quelle terre, una riparatrice di reti da pesca, una levatrice, un ciabattino, un anziano insegnante che risolve problemi di matematica sui muri delle case. E l'uomo a cui è stato affidato l'incarico di scrivere le cronache cittadine. Ciascuno ha la propria storia, chi ha perso il figlio per una grave malattia, chi in un incidente, chi in guerra. Insieme a loro idealmente, visto che non può muoversi dalla sua stanza, c'è anche una strana figura di Centauro, con la parte inferiore del corpo che nel tempo si è trasformata in scrivania. E uno scrittore che da quindici anni vive circondato dagli oggetti del figlio che non c'è più, e il cui unico desiderio da allora è catturare quella morte con le parole. "Non riesco a capire qualcosa finché non la scrivo" dice. È lui a ispirare e a inglobare la storia che stiamo leggendo.

Irvine Welsh: Skagboys




Irvine Welsh, "Skagboys" (Guanda, pagg. 630, euro 30)

In libreria Skagboys, il prequel di Trainspotting

Irvine Welsh racconta l'antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro "soci" scivolano inesorabilmente nel baratro dell'eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile. Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva

Irène Némirovsky: La Preda




Irène Némirovsky, "La preda" (Adelphi, pagg. 216, euro 18)

Prosegue la pubblicazione presso Adelphi di tutte le opere della grande scrittrice ebrea francese Irène Némirovsky.
"La preda", che esce ora per la prima volta in traduzione italiana, è un romanzo del 1938 (lo stesso anno de La Nausea di Sartre)

«Un Julien Sorel all’epoca della crisi»: così venne presentato, alla sua comparsa nelle librerie francesi, il protagonista di questo romanzo. Come l’eroe di Stendhal, Jean-Louis Daguerne non ha che un desiderio: «afferrare il mondo a piene mani», diventare uno di quelli che gestiscono il potere e gli affari. Per riuscirci accetterà di essere umiliato, di mentire, di adulare, di fare il doppio gioco, e persino di tradire il suo unico vero amico. Fino al giorno in cui ritroverà dentro di sé, con stupore e sgomento, «quel desiderio di tenerezza, quel disperato bisogno di amore» che per anni ha dovuto negare e soffocare. Allora cercherà, con una sorta di furioso accanimento, di farsi amare dalla sola donna tra le cui braccia abbia sentito riemergere la propria fragilità di bambino, e si chiederà che senso abbia avuto quella lotta convulsa, rabbiosa, per sottrarsi a un destino di miseria, per intrufolarsi negli ambienti giusti, per avere in mano le carte vincenti. Alla fine, il patto faustiano si rivela una beffa: «Il successo, quando è lontano, ha la bellezza del sogno, ma non appena si trasferisce su un piano di realtà appare sordido e meschino».

Pennac: Storia di un corpo



In libreria il nuovo libro di Pennac: "Storia di un corpo" (Feltrinelli, pagg. 352, euro 18)

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/com-sensuale-monsieur-pennac-848670.html

Il cucchiaino scomparso: curiosità sulla tavola periodica degli elementi




Sam Kean, "Il cucchiaino scomparso e altre storie sulla tavola periodica degli elementi" (Adelphi, pagg. 416, euro 34)

Ideata autonomamente, nel 1869, da Dmitrij Mendeleev e Julius Lothar Meyer, la tavola periodica degli elementi – stele immateriale dove figurano tutti i materiali di cui è fatto il mondo – continua a restare per lo più congelata nell’inerzia dei ricordi scolastici. Sam Kean mostra come dietro ogni simbolo e ogni numero atomico si spalanchino invece delle sequenze inimmaginabili in tutti gli ambiti dell’esperienza e della conoscenza umana. Come quelle arcaico-antropologiche sull’antimonio, elemento che troviamo nel giallo del palazzo di Nabucodonosor e nel mascara delle donne egizie, usato per sedurre come per incutere terrore. O quelle storico-politiche sul molibdeno, che i tedeschi della Grande Guerra, dopo aver compreso che avrebbe rinforzato l’acciaio dei loro cannoni – le Grandi Berte –, contenderanno in una remota miniera del Colorado al bandito Adams «Due Pistole». O, ancora, quelle medico-sanitarie sulla tossicità del nitrato d’argento (a lungo adottato per curare la sifilide) contrapposta alle qualità terapeutiche dello zolfo, alla base del prontosil, sulfonamide e primo chemioterapico antibatterico. O, infine, quelle fisico-cosmologiche: tutti gli elementi della tavola, infatti, condividono la stessa genesi stellare (l’esplosione di una supernova) dalla quale un processo di compattazione ha fatto nascere, oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa, la Terra e gli altri pianeti. Fino a soprendenti aneddoti come quello, evocato nel titolo, del cucchiaino di gallio che si scioglie al contatto del tè caldo, permettendo trucchi alla Houdini

Buccinasco. La 'ndrangheta al Nord




Nando dalla Chiesa-Martina Panzarasa, "Buccinasco. La 'ndrangheta al Nord" (Einaudi, pagg. 252, euro 18)
Nicola Gratteri-Antonio Nicaso, "Dire e non dire. I dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati" (Mondadori, pagg. 210, euro 17,50)

Come è potuto accadere che la 'ndrangheta si sia insediata alle porte di Milano?
L'indagine sull'hinterland sud della città (Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul Naviglio) ha al suo centro Buccinasco, niente piú che un piccolo gruppo di cascine, diventato, negli anni delle grandi emigrazioni, culla dei clan calabresi. Fino a guadagnarsi il soprannome di «Platí del Nord» - il centro dell'Aspromonte da cui proviene il nucleo piú significativo di immigrati. Buccinasco è stato uno degli epicentri della terribile stagione dei sequestri di persona degli anni Settanta, poi uno dei fortini strategici dello spaccio di stupefacenti, quindi il regno del boss Antonio Papalia, a lungo considerato il piú potente esponente della 'ndrangheta in Lombardia. Proprio lí dove la sinistra allestiva efficienti servizi sociali - e moltiplicava vie dedicate agli eroi dell'antifascismo - i gruppi calabresi lavoravano nel frattempo per il monopolio del ciclo del cemento, contando sul silenzio degli imprenditori e su complicità crescenti. Eppure nulla accade per caso. Cosí la storia di Buccinasco è ricostruita in stretto rapporto con i cicli delle migrazioni, lo sviluppo e il declino delle grandi fabbriche e con l'occhio sempre rivolto a ciò che accade ai piani alti dell'economia e della politica milanese e alla crisi morale di una classe dirigente.

http://www.lastampa.it/2012/10/22/italia/cronache/i-segreti-di-buccinasco-la-plati-del-ricco-nord-JFcZOQogvCjWnDIQ4zj91O/pagina.html

Luttwak: Il risveglio del drago




Edward N. Luttwak, "Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia" (Rizzoli, pagg. 290, rilegato, euro 18)

Il nuovo libro del grande economista e politologo Edward Luttwak.

La crescita della Cina è destinata a scalzare gli Stati Uniti dalla loro posizione dominante? Probabilmente no. La logica della strategia dei grandi imperi finirà infatti per imporre la propria legge, fermando la corsa cinese verso la supremazia. (...) La peculiare storia della Cina, Paese grande e a lungo isolato, circondato da territori scarsamente popolati, ha prodotto intere generazioni di leader con una debole propensione alle relazioni internazionali. Ma questi stessi leader ora sono chiamati a una sfida cruciale: accettare una crescita sbilanciata, economica ma non militare, o aprire a una vera democrazia. Solo così la loro nazione potrà espandere pacificamente la sua influenza liberandosi dai conflitti che premono ai suoi confini. In caso contrario, la resistenza globale colpirà anche la crescita economica cinese, scatenando una pericolosa instabilità

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/manuale-dautore-addomesticare-drago-cinese-849470.html

giovedì 25 ottobre 2012

Vivarelli: Storia delle origini del fascismo




Si conclude con il terzo e ultimo volume (che esce ora a vent'anni di distanza dal volume II) la colossale "Storia delle origini del fascismo" dello storico Roberto Vivarelli (Scuola Normale di Pisa), l'opera storiografica più importante e più completa sulle origini del fascismo e sulla storia d'Italia tra la fine del 1918 e la fine del 1922, cioè tra la fine della Prima Guerra Mondiale e la marcia su Roma e l'avvento del fascismo.
Con l'uscita del terzo e ultimo volume il Mulino ristampa ovviamente anche i volumi precedenti, il volume I (che era uscito nel 1967) e il volume II (1991).
In libreria la "trilogia" completa:
- Storia delle origini del fascismo volume I (pagg. 656, rilegato, euro 36)
- Storia delle origini del fascismo volume II (pagg. 958, rilegato, euro 38)
- Storia delle origini del fascismo volume III (pagg. 556, rilegato, euro 36)

"A lungo si è considerato il fascismo come il prodotto della crisi europea successiva alla grande guerra. (...) Il fascismo fu invece il frutto (...) delle debolezze dello Stato liberale, incapace di gestire la propria trasformazione in Stato democratico dopo l’avvento del suffragio universale. Un fallimento le cui ragioni vanno ricercate indietro nel tempo, anche se effettivamente la guerra creò le condizioni perché questo fallimento si manifestasse con effetti dirompenti"

mercoledì 24 ottobre 2012

Cartoon. Storia del cinema d'animazione




Stephen Cavalier, "Cartoon. Storia mondiale del cinema d'animazione" (Atlante, pagg. 418, rilegato, euro 39,50)

Fin dagli esordi, il cinema d'animazione ha catturato l'immaginazione del pubblico come nessun altro genere cinematografico ha saputo fare, regalandoci storie memorabili e alcuni dei personaggi più amati dello schermo. Cartoon è una guida completa a questo straordinario repertorio, a partire dalle prime pellicole e dagli effetti speciali più rudimentali fino alle recenti esperienze in computer grafica 3D.
Il libro si sviluppa attraverso un esauriente percorso cronologico che comprende le sinossi dei lavori più importanti e riconosciuti di ogni singolo paese e straordinarie immagini catturate direttamente dallo schermo. Tutte le forme del cinema d'animazione sono rappresentate: dai brevi sketch ai lungometraggi, dai cartoni animati prodotti per la televisione ai videogiochi e alle nuove frontiere della grafica online, dai film dedicati ai ragazzi fino ai lavori sperimentali e ai film di culto. Completano la rassegna le biografie dei grandi protagonisti e la storia dei più importanti studi di animazione, gli approfondimenti tecnici e un esauriente glossario.

Murakami 1Q84




La prima parte (libro 1 e 2) mi era piaciuta, vediamo ora la conclusione...

Murakami Haruki:
- 1Q84 libro 1 e 2 (Einaudi, pagg. 726, euro 20)
- 1Q84 libro 3 (Einaudi, pagg. 406, euro 18,50)

Sermonti: la Commedia di Dante




Vittorio Sermonti, "La Commedia di Dante" (cofanetto 3 libri + 3 cd, euro 39,90)

A venticinque anni dalla prima uscita per i microfoni della Rai, e dopo una lunghissima serie di repliche radiofoniche, di edizioni a stampa e di pubbliche letture in Italia e nel mondo, Giunti propone in cofanetto i 3 volumi della Commedia accompagnati da 3 CD audio con la registrazione definitiva delle cento letture dantesche nella voce di Sermonti. Ogni canto è introdotto da un racconto critico con indispensabili informazioni linguistiche, storiche, filosofiche. L'opera costituisce un modello completamente nuovo di ''divulgazione alta'', resa culturalmente inoppugnabile dalla supervisione di Gianfranco Contini e Cesare Segre

Alberigo. Storia del Concilio Vaticano II nuova edizione




In occasione del cinquantenario del Concilio Vaticano II (1962-1965) l'editore Il Mulino ripropone la monumentale "Storia del Concilio Vaticano II" diretta dallo storico Giuseppe Alberigo (1926-2007), che seguì il Concilio al fianco di Dossetti, che era perito conciliare per il cardinale di Bologna Giacomo Lercaro.
L'opera era uscita in cinque volumi tra il 1995 e il 2011 e torna ora nelle librerie in una nuova edizione curata da Alberto Melloni. La nuova edizione sarà completata nel 2014. Ora sono usciti i primi due volumi:
- Volume 1: "Il cattolicesimo verso una nuova stagione. L'annuncio e la preparazione" (pagg. 560, euro 40)
- Volume 2: "La formazione della coscienza conciliare. Il primo periodo e la prima intersessione" (pagg. 678, euro 40)

martedì 23 ottobre 2012

Rubbettino 40 anni




Compie in questi giorni 40 anni la casa editrice calabrese Rubbettino, fondata il 9 novembre del 1972 e specializzata nella saggistica di taglio liberale (in senso economico, quello che in Italia da Croce in poi chiamiamo "liberismo"; è stata la Rubbettino, tra l'altro, a far conoscere in Italia le opere della Scuola Austriaca, di von Hayek e von Mises).

Per festeggiare il quarantennale la Rubbetino ha lanciato una mini-collana di quattro testi chiamata "i gioielli". Sono già qui in libreria: Luigi Einaudi, "Il mio piano non è quello di Keynes" (pagg. 374, rilegato, euro 12,90); Ludwig von Mises, "In nome dello Stato" (pagg. 216, rilegato, euro 12,90). Mi arrivano nei prossimi giorni: Karl Popper, "Sul problema del metodo nella psicologia del pensiero"; Rosario Romeo, "Italia mille anni".

Malaparte. Vita e leggende




Maurizio Serra, "Malaparte. Vite e leggende" (Marsilio, pagg. 594, rilegato, euro 25)

Il grandissimo Curzio Malaparte (1898-1957), oltre ad essere uno scrittore eccezionale (consiglio caldamente la lettura degli immensi capolavori: "La pelle", Adelphi, pagg. 384, euro 20; "Kaputt", Adelphi, pagg. 480, euro 22), è stato anche un personaggio di primo piano della vita politica e culturale italiana tra gli anni '20 e gli anni '50. Istrionico dandy esibizionista, "l'arcitaliano" Malaparte (così lo chiama Giordano Bruno Guerri nella bellissima biografia "L'arcitaliano. Vita di Curzio Malaprte", Bompiani, pagg. 334, euro 13,50, altro testo che consiglio) è partito volontario nella Prima Guerra Mondiale all'età di sedici anni, poi è stato uno dei fascisti della primissima ora, poi confinato all'isola di Lipari per volere di Italo Balbo (che offendeva continuamente nelle sue lettere e nei suoi articoli), poi liberato grazie all'intercessione dell'amico Galeazzo Ciano, poi ambasciatore e corrispondente di guerra tra il '40 e il '43, arrestato in Italia dalle truppe alleate in quanto fascista, poi ufficiale nelle stesse truppe alleate e protagonista della Liberazione a fianco dei soldati americani, inviato del giornale l'Unità, personaggio di primo piano nei salotti parigini del dopoguerra, amico di Togliatti, simpatizzante dell'Unione Sovietica di Stalin e della Cina di Mao, militante del Pci con tanto di tessera del partito, infine convertitosi al cattolicesimo e alla Democrazia cristiana (pochi giorni prima di morire, dopo una vita da mangiapreti, si fa battezzare e prende anche la tessera della Dc...).

Una vita incredibile che viene raccontata in questa nuova biografia (tradotta dall'originale francese) del diplomatico Maurizio Serra, con una ricca appendice di documenti inediti e nuove testimonianze raccolte dall'autore (tra cui un'intervista al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che conobbe Malaparte nel '44 a Capri).

venerdì 19 ottobre 2012

Piero Boitani: Il grande racconto delle stelle




"e quando miro in cielo arder le stelle; / dico fra me pensando: / a che tante facelle? / che fa l'aria infinita, e quel profondo / infinito seren?"
(Leopardi)

Piero Boitani, "Il grande racconto delle stelle" (il Mulino, pagg. 622, rilegato, immagini, euro 65)

Il grande filologo, critico letterario e erudito Piero Boitani (1947- ) racconta la storia letteraria e artistica delle stelle, cioè non la storia delle stelle dal punto di vista astronomico ma "la storia dell'immagine che l'umanità si è costruita delle stelle attraverso il tempo: l'immagine, cioè, come ce l'hanno trasmessa la letteratura, le arti visive, la musica"

In principio furono le stelle. Se il primo a vedere 'astri infiniti splendere nel buio' è Omero, poeti e scrittori di tutte le letterature sono stati rapiti dall’incanto del cielo stellato. Su tutti, Dante, che nella Commedia si volge alle stelle all’inizio e alla fine del poema, e al termine di ciascuna cantica. Trapuntano dovunque le volte delle chiese e delle moschee, illuminano mille capolavori della pittura, da Giotto a van Gogh e a Rothko. Ispirano musiche sublimi, da Händel a Haydn, da Verdi a Wagner, come pure folgoranti sperimentazioni contemporanee. Ma il racconto delle stelle intesse di vibrante bellezza anche civiltà lontane, dalla Persia all’India, alla Cina. Sapienti e visionarie, queste pagine esplorano i pensieri e i sogni, gli interrogativi, i fantasmi, i terrori, le speranze che l’umanità ha consegnato alle stelle attraverso il tempo.


Qui la recensione di Pietro Citati: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q&esrc=s&source=web&cd=5&ved=0CEQQFjAE&url=http%3A%2F%2Fweb.uniroma2.it%2Fmodules.php%3Fname%3DRassegnaStampa%26op%3DvisArt%26id%3D40890&ei=l3aBUMLWB6vU4QShgoHoAw&usg=AFQjCNFCJ2r9EuZyQVIuHJy4pEC5JkRIHA&sig2=un9pUKRi_jL6Kz_9tnoLJw

I virus non aspettano




Ilaria Capua, "I virus non aspettano. Avventure, disavventure e riflessioni di una ricercatrice globetrotter" (Marsilio, pagg. 190, euro 16)

La virologa Ilaria Capua (1966- ) è una delle scienziate italiane più famose nel mondo, inserita nella classifica dei 50 scienziati top di Scientific American, vincitrice nel 2011 del Penn Vet Leadership Award, il massimo riconoscimento nel suo settore, eletta 'mente rivoluzionaria' del 2008 dalla rivista americana Seed.
I suoi lavori hanno dato un apporto fondamentale allo studio dei virus influenzali, e nel 2000 ha sviluppato diva, la prima strategia di vaccinazione contro l’influenza aviaria, raccomandata oggi da organizzazioni internazionali come Oie, Fao e l’Unione Europea. Nel 2006 ha deciso di sfidare il sistema depositando la sequenza genetica del primo ceppo africano di influenza h5n1 in un database “open access” anziché in uno ad accesso limitato - in favore della trasparenza dei dati genetici dei virus influenzali per una ricerca più efficiente. Il suo appello è stato raccolto dalle principali organizzazioni internazionali che oggi promuovono la trasparenza e la condivisione delle informazioni.
Oggi Ilaria Capua dirige il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Salvatore Veca: L'immaginazione filosofica




Salvatore Veca, "L'immaginazione filosofica e altri saggi" (Feltrinelli, pagg. 192, euro 20)

Il nuovo libro di uno dei massimi filosofi italiani contemporanei.

Quali possono essere le caratteristiche dell'immaginazione filosofica nel mondo globalizzato, meticcio e inquieto nel quale viviamo? Nel ripercorrere idealmente gli snodi fondamentali della propria ricerca, in una sorta di autobiografia intellettuale, Salvatore Veca fa emergere dalla varietà delle questioni affrontate un filo conduttore: il passaggio dalla meditazione sull'incertezza alla base delle domande di teoria all'idea dell'incompletezza delle risposte cui le congetture filosofiche possono giungere. Intorno a questo filo conduttore la riflessione di Veca spazia dalle ragioni della scarsità di scrittura aforismatica in filosofia al pensiero di Bernard Williams, a una rilettura dell'eredità del pensiero marxiano e delle certezze dell'ideologia marxista, fino al gioco dei perché fatto con i bambini come introduzione al piacere dell'indagine. Veca si sofferma poi sul ruolo della cultura oggi, e indica alcuni modelli di libertà intellettuale e di rigore scientifico.

http://www.youtube.com/watch?v=QVU-mk0CE8Y

giovedì 18 ottobre 2012

Pessoa: Il libro del genio e della follia




"Il genio è la peggiore maledizione con cui Dio può benedire un uomo. Deve essere sopportata con il minimo possibile di gemiti e lamenti, e con la maggiore coscienza possibile della propria divina tristezza. (...) Il genio si distingue dal folle per il fatto che quest'ultimo perde del tutto il contatto con l'ambiente. Il folle e il genio sono entrambi dei disadattati, ma mentre il folle è totalmente disadattato, il genio lo è soltanto rispetto all'ambiente contiguo"

Fernando Pessoa, "Il libro del genio e della follia" (Mondadori, pagg. 442, euro 22)

Pochissime sono le opere che Pessoa ha pubblicato in vita. La maggior parte degli scritti sono stati trovati dopo la morte in un baule, una specie di arca prodigiosa dalla quale sono stati estratti, con criteri estremamente incerti, soggettivi, e spesso vertiginosamente arbitrari, i testi che il mondo intero ammira. Quelli qui presentati da una delle più importanti lusitaniste italiane, Giulia Lanciani, sono una scelta molto cospicua tratta dalla raccolta di oltre seicento testi, in gran parte del tutto inediti, pubblicati in Portogallo nel 2006 dal filologo colombiano Jerónimo Pizarro, sapientissimo lettore delle carte pessoane. Il tema di questi scritti è "genio e follia", un tema sul quale Pessoa si è esercitato, per non dire accanito, per tutta la vita, ma con particolare intensità tra il 1907 e il 1914. Lo stesso Pessoa dichiara in una lettera all'amico Casais Monteiro - lettera che è in realtà una sorta di spietata autoanalisi - l'intrinseco legame tra la propria follia (un 'profondo tratto d'isteria') e l'origine delle sue (geniali) opere letterarie. Attraverso la conoscenza della letteratura psichiatrica del suo tempo, di Lombroso in particolare, il discorso psichiatrico di Pessoa si alimenta in questo nuovo libro di altri discorsi - storici, culturali, estetici, filosofici e letterari - per elaborare una interpretazione della genialità artistica come patologia, disadattamento e degenerazione, in un rapporto di stretta parentela, anche se non mancano sottili e significative differenze, con le manifestazioni della follia.



Eva e Claretta: le amanti del diavolo




Arrigo Petacco, "Eva e Claretta. Le amanti del diavolo" (Mondadori, pagg. 224, rilegato, euro 19)

Claretta Petacci e Eva Braun nacquero lo stesso mese e lo stesso anno, a distanza di pochi giorni, nel febbraio del 1912, e nello stesso mese e nello stesso anno, a distanza di pochi giorni (il 28 e il 30 aprile 1945), scelsero di morire accanto ai loro uomini, all'età di trentatré anni. Ma aldilà di queste suggestive coincidenze, ad accomunare la loro sorte è stata soprattutto la speculare vicenda umana che le ha collocate accanto ai due dittatori quali favorite privilegiate, nonché fedeli custodi dei loro più intimi segreti. Claretta incontrò per la prima volta Mussolini nel 1932, sulla strada di Ostia, all'età di vent'anni (ma cominciò a scrivergli lettere traboccanti di ammirazione quando ne aveva solo dodici). Eva conobbe Hitler nel 1929 a Monaco, nel negozio di Heinrich Hoffmann - fotografo personale del Führer - presso il quale svolgeva il lavoro di commessa. Bionda, sportiva e di una bellezza quasi acerba, con qualche interesse per il jazz e la moda, Eva Braun vivrà accanto a Hitler per quattordici anni e sarà sua sposa per un giorno soltanto. Mora, avvenente, inguaribile grafomane, attorniata da una cricca di parenti e profittatori che destava preoccupazione nei gerarchi più vicini al Duce, Claretta Petacci seppe gestire con più spregiudicata consapevolezza, ma anche maniacale devozione, il suo legame con il fondatore del fascismo

Philip Roth: Quando lei era buona




Philip Roth, "Quando lei era buona" (Einaudi, pagg. 310, euro 20)

E' il terzo libro di Philip Roth, uscito nel 1967, due anni prima del "Lamento di Portnoy". Tradotto nel 1970 per Rizzoli con il titolo "Quando Lucy era buona", da tempo fuori catalogo, torna oggi per Einaudi con una nuova traduzione (e un altro titolo; l'originale inglese è in effetti: "When She Was Good").

Quando era ancora una bambina, Lucy Nelson ha vissuto il fallimento di un padre alcolizzato e violento che entrava e usciva di prigione. Da allora ha sempre cercato di correggere gli uomini intorno a lei: anche se questo poteva voler dire sacrificare se stessa nel tentativo. (...) Lucy Nelson reagisce alle ferite dell'infanzia con una rabbia ferocemente moralista: il suo desiderio di essere 'buona', anzi di essere la più buona di tutti, condurrà lei e chi la circonda al disastro

mercoledì 17 ottobre 2012

Verità per la vita. Autori dimenticati del Novecento




Piero Nicola, "Verità per la vita. Autori dimenticati del Novecento" (Mauro Pagliai Editore, pagg. 192, euro 14)

Una galleria di ventiquattro cammei dedicati ad altrettanti protagonisti della cultura italiana del primo Novecento, molti dei quali poco noti o addirittura assenti dalle antologie: Bruno Cicognani, Ardengo Soffici, Piero Bargellini, Giovanni Mosca, Ugo Betti, Turi Vasile, Vincenzo Cardarelli, Fausto Maria Martini, Nicola Lisi, Fabio Tombari, Giovanni Papini, Margherita Sarfatti, Ada Negri, Emilio Cecchi, Ugo Ojetti, Pittigrilli, Francesco Grisi, Piero Operti, Suor Blandina Segale, Giovanni Ansaldo, Bonaventura Tecchi, la favola dei telefoni bianchi, Vittorio De Sica, Augusto Genina.

Sebald. Soggiorno in una casa di campagna




Winfried Georg Sebald, "Soggiorno in una casa di campagna. Su Gottfried Keller, Johann Peter Hebel, Robert Walser e altri" (Adelphi, pagg. 160, euro 18)

Prima edizione italiana per questo saggio di critica letteraria (1998) dello scrittore tedesco Winfried Sebald (1944-2001). Di lui in libreria al momento sono disponibili anche: "Gli anelli di Saturno" (pagg. 312, euro 20); "Le alpi nel mare" (pagg. 78, euro 6)

"Nel 1966, in procinto di lasciare la Svizzera per Manchester, Sebald mette in valigia i libri di tre scrittori destinati a segnare per sempre la rotta dei suoi incessanti viaggi letterari. Per questo, più di trent’anni dopo, sente di dover rendere a Gottfried Keller, Johann Peter Hebel e Robert Walser un personale tributo, assecondando ancora una volta 'quello strano disturbo del comportamento che costringe a trasformare tutti i sentimenti in parole scritte e che, pur mirando alla vita, riesce sempre con sorprendente precisione a mancare il centro'. In realtà, nel seguire in queste 'note marginali d’una certa ampiezza' le tracce dei suoi autori prediletti – cui negli anni si sono aggiunti Rousseau e Mörike –, Sebald indaga le derive compulsive della scrittura, che finiscono per rendere chi ne è colpito il più inguaribile tra i 'malati di pensiero'. Ne riconosciamo gli effetti sul filosofo francese il quale, pur ravvisando 'nell’uomo pensante un animale degenerato', arriva a prendere appunti persino sulle carte da gioco; su Walser, che conduce una silenziosa battaglia contro la folle grandiosità del suo tempo e compone in una grafia sempre più minuta, ai limiti del visibile, i leggendari 'microgrammi'; e così su Keller, Hebel, Mörike, la cui arte assomiglia al tentativo di esorcizzare, quasi fosse una maledizione, 'il nero garbuglio che minaccia di prendere il sopravvento'. Vite consacrate alla letteratura"

Patrick Dennis: Genio




Patrick Dennis, "Genio" (Adelphi, pagg. 336, euro 19)

Lo scrittore americano Patrick Dennis (1921-1976) è noto in Italia soprattutto per il romanzo "Zia Mame" (1955), che dopo una vecchia edizione Bompiani degli anni Settanta e lunghi anni di oblio è stato rilanciato da Adelphi nel 2009 registrando un clamoroso successo di vendite (in libreria: "Zia Mame", pagg, 384, euro 12; e anche: il seguito "Intorno al mondo con zia Mame", pagg. 352, euro 19,50, e "Povera piccina", pagg. 352, euro 22)

"Genio", proposto ora in prima edizione italiana, è un libro del 1962

"Per i membri della comunità di Hollywood mentire, truffare, millantare sono diritti acquisiti, ma Leander Starr ne abusa. E mentre il pubblico perdonerebbe quasi tutto all'autore di 'Rut nel grano altrui' (un colossal biblico che nessuno ha dimenticato), e di 'Negretti' (il breve documentario che ha cambiato per sempre la percezione comune dei pigmei), ex mogli, direttori d'albergo e agenti del fisco sono per definizione meno condiscendenti. Al punto che Starr, come altri grandi (e grossi) registi americani di quegli anni, ha dovuto riparare in Messico, dove vive in un ex convento sognando di girare La Valle degli Avvoltoi, il film che lo riscatterà. Ora gli servirebbero solo un po' di soldi e uno sceneggiatore. I primi sta per estorcerli ad alcune vecchie conoscenze; quanto al secondo, pare che da quelle parti viva un uomo che potrebbe fare al caso suo. Si tratta di uno scrittore a suo tempo abbastanza noto, ma che da un po' ha un problema con la pagina bianca e con vari altri nemici dell'ispirazione: Patrick Dennis. Il risultato del loro incontro è questo libro, dove si racconta il making di un film che sembra concepito da Orson Welles in stato di ebbrezza, girato da Ed Wood in stato di grazia, e scritto – qui non ci si sbaglia – semplicemente da Patrick Dennis"

A Bigger Message. Conversazioni con David Hockney




Martin Gayford, "A Bigger Message. Conversazioni con David Hockney" (Einaudi, pagg. 250, rilegato, immagini, euro 28)

Il critico Martin Gayford discute di arte con David Hockney (1937- ), uno dei più celebri pittori contemporanei. Il dialogo è accompagnato da 161 immagini, molte delle quali sono riproduzioni dei quadri di Hockney.

David Hockney rivela i frutti della meditazione di tutta una vita sui problemi e i paradossi che nascono quando si rappresenta su una superficie piana il mondo tridimensionale.
In che modo il disegno permette di «vedere le cose in modo piú chiaro, sempre piú chiaro, ancora piú chiaro»? Qual è l'impatto dei diversi strumenti - dalle pareti delle grotte di Lascaux all'iPad - sulla nostra capacità di vedere il mondo? Quale rapporto intercorre tra le immagini che creiamo e la realtà intorno a noi? In quale misura i cambiamenti della tecnologia influiscono sul modo in cui gli artisti rappresentano il mondo? Come possiamo godere pienamente del semplice bisogno di guardare degli alberi, dei volti o un tramonto?
Le conversazioni sono arricchite dalle riflessioni dei due interlocutori su molti altri grandi artisti - Van Gogh, Vermeer, Caravaggio, Monet, Picasso - e dal ricordo dei personaggi celebri che Hockney ha incontrato nel corso della sua vita - da Cartier-Bresson a Billy Wilder.

Chitarre. Tutti i modelli dalla A alla Z




"2000 chitarre. Tutti i marchi e i modelli dalla A alla Z" (Rizzoli, pagg. 322, rilegato, euro 35)

Un grande volume illustrato e completo per orientarsi fra tutti i modelli disponibili, apprezzare le differenze tra una Stratocaster e una Telecaster, una Danelectro e una D’Angelico, una Gold-top e una Arch-top, e imparare tutto sulla mitica Fender Stratocaster dipinta a mano da George Harrison e usata nel leggendario Magical Mystery Tour, sull’amata Lucille di B.B. King o sull’esclusiva Gretsch Nashville di Brian Setzer.
Una guida in ordine alfabetico, facilmente consultabile, con oltre duemila illustrazioni. Tutti i modelli, tutti i marchi e la storia delle case più celebri: Fender, Martin, Gibson, Ibanez… Tutto ciò che bisogna sapere e in più la storia di ogni strumento, gli aneddoti e le curiosità sui grandi chitarristi, i dettagli tecnici e le stravaganze

Le lettere di John Lennon




"Le lettere di John Lennon" (Mondadori, pagg. 400, rilegato, euro 22)

Per la prima volta vengono raccolte in un libro le lettere private di John Lennon. Hunter Davies, autore dell'unica biografia autorizzata dei Beatles, ha rintracciato quasi trecento fra lettere e cartoline di John - a familiari, amanti, amici, ammiratori, estranei e perfino alla lavanderia - aiutato nell'impresa da parenti e amici del musicista, collezionisti privati di tutto il mondo, e con l'assistenza di Yoko Ono. Davies racconta la storia di ogni lettera, illustra il momento in cui fu scritta, fornisce lumi sul destinatario, spiega contenuti e contesto. Molte lettere sono arricchite da disegni, scarabocchi e freddure di John, che vengono riprodotti in questo volume, dalla testimonianza più antica (un biglietto di ringraziamento per una zia risalente al 1951) all'ultimo autografo per una centralinista di New York l'8 dicembre 1980, il giorno in cui fu ucciso.

http://cultura.panorama.it/libri/john-lennon-beatles-lettere

martedì 16 ottobre 2012

I libri nella Venezia del '500




Laura Lepri, "Del denaro o della gloria. Libri, editori e vanità nella Venezia del Cinquecento" (Mondadori, pagg. 228, rilegato, euro 19).

"Venezia, primo Cinquecento. A pochi decenni dalla rivoluzione di Gutenberg, la città è una stamperia a cielo aperto. Mentre il numero di librai e tipografi è in euforico aumento - la concorrenza si fa feroce e i torchi macinano pagine senza tregua -, si affaccia con urgenza sulla scena il problema della qualità dei testi. Per garantire l'"onore" dei libri pubblicati, gli stampatori si circondano di un fitto pulviscolo di collaboratori: chierici e laici che correggono, limano, "bulinano" scrupolosamente i testi da editare. Vengono detti, appunto, "correttori": oggi si chiamano redattori, editor. Fra tutti spicca Giovan Francesco Valier, chierico veneziano amico di importanti letterati e artisti, dal Bembo a Raffaello, da Bernardo Tasso all'Ariosto - che ne parla con gratitudine perfino nell' Orlando Furioso . Mondano e colto, brillante raccontatore di storie boccaccesche e conoscitore del migliore italiano letterario, il Valier verrà scelto dagli eredi di Aldo Manuzio per intervenire su un libro che diventerà un bestseller, il Cortigiano di Baldassar Castiglione. Ma Monsignor Valier, uomo intraprendente e all'occorrenza assai spregiudicato, vanta parecchi contatti anche sul fronte della politica, veneziana e italica. In tal senso coltiva alcune ambizioni pericolose; talmente rischiose che, sullo sfondo di un intrigo internazionale, lo condurranno a una fine tragica e sconvolgente. Intanto, attorno a lui autori e stampatori - sedotti dal canto del denaro e della gloria, due sirene quasi mai in perfetto accordo - progettano libri e li vedono uscire fra aspettative, ansie, sogni e delusioni. Proprio come accade ancora oggi. (...) Laura Lepri racconta la storia avventurosa di un uomo di lettere che, alcuni secoli fa, è stato uno fra i primi a fare un bellissimo mestiere. E ricostruisce la splendida aurora di un mondo antico col pensiero rivolto all'editoria contemporanea. Davvero i libri sono al tramonto? O non aspettano, forse, un nuovo giorno?"

Sui libri nella Venezia del '500 ricordo anche il volume "L'alba dei libri" di Alessandro Marzo Magno (http://libreriatorriani.blogspot.it/2012/01/lalba-dei-libri-quando-venezia-ha-fatto.html)

La realtà nascosta. Universi paralleli e leggi profonde del cosmo




"Se domani atterrassero gli extraterrestri e volessero sapere di cosa è capace la mente umana, dovremmo dare loro una copia di questo libro"
(New York Times Book Review)

Brian Greene, "La realtà Nascosta. Universi paralleli e leggi profonde del cosmo" (Einaudi, pagg. 438, rilegato, euro 26)

Il grande fisico Brian Greene (l'autore del celebre "L'Universo elegante", euro 13,50, disponibile in libreria) affronta in questo suo nuovo libro la domanda delle domande: il nostro è l'unico universo? Un tempo, la parola universo significava tutto ciò che esiste. Ogni cosa. Ma negli ultimi anni le scoperte della fisica e della cosmologia hanno portato un certo numero di scienziati a concludere che il nostro universo potrebbe essere uno dei molti esistenti. (...) Brian Greene illustra il ventaglio delle proposte di «multiverso» che emergono da teorie sviluppate per spiegare le sofisticate osservazioni delle particelle subatomiche e delle oscure profondità dello spazio: un multiverso in cui chi sta leggendo questa frase ha un numero infinito di doppi che leggono la stessa frase in universi distanti; un multiverso che comprende un vasto oceano di universi-bolla, dei quali il nostro non è che uno; un multiverso che nel corso del tempo attraversa lo stesso ciclo all'infinito, un altro che forse è sospeso a pochi millimetri da noi e tuttavia rimane invisibile, un altro ancora in cui ogni possibilità permessa dalla fisica quantistica prende vita, un multiverso - forse il piú strano di tutti - fatto esclusivamente di matematica, ...

giovedì 11 ottobre 2012

Il prigioniero di Salò. Mussolini 1943-1945




Mimmo Franzinelli, "Il prigioniero di Salò. Mussolini e la tragedia italiana 1943-1945" (Mondadori, rilegato, pagg. 212, euro 19)

Il nuovo libro dello storico Mimmo Franzinelli (1954- ), uno dei massimi studiosi del fascismo (di lui al momento ho qui in libreria anche: "Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia" sui presunti Diari di Mussolini comprati da Dell'Utri, Bollati Boringhieri, pagg. 288, euro 16; "Il delitto Rosselli. 9 giungo 1937. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, pagg. 294, euro 10,80; "Guerra di spie. I servizi segreti fascisti, nazisti e alleati. 1939-1943", Mondadori, pagg. 306, euro 10,40; "Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922" (Mondadori, pagg. 474, euro 11).

"La tragica avventura della Repubblica di Salò viene spesso rappresentata e interpretata attraverso pesanti semplificazioni ideologiche. Tanto le versioni dei vincitori quanto quelle dei vinti hanno trascurato, e mistificato, la realtà storica a favore dell'esaltazione dell'amor patrio, sentimento nazionale, passione civile e – da ultimo – consacrazione eroica delle vittime.
Mimmo Franzinelli si lascia alle spalle queste logiche e sulla base di fonti inedite o sinora trascurate descrive la tentata resurrezione del fascismo nel settembre 1943 e i successivi sviluppi sino all'aprile 1945. Gli scritti di Mussolini, i rapporti di Kappler per Hitler, le carte di Claretta Petacci, i notiziari della Guardia nazionale repubblicana, le note della Segreteria particolare del duce rivelano vicende di equilibri estremamente instabili, dove Mussolini, inseguendo il sogno di una rinascita improbabile – anche sul piano personale – svolge comunque un ruolo da protagonista nella guerra civile innescata dalla costituzione della RSI e dall'insediamento del suo quartier generale sul lago di Garda. Consapevole di essere ostaggio dei nazisti, il vecchio dittatore è ristretto in un microcosmo di sopravvissuti, dove – esautorato dai tedeschi, criticato dai suoi stessi colonnelli e lontano dal suo popolo – ha come principale referente la giovane amante e come persistente ossessione lo spostamento della sede di governo lontano da Salò.
Il volume documenta la disistima del capo della RSI verso i suoi collaboratori, l'odio mortale per Alleati e partigiani, la prostrazione – sino al limite del suicidio – per la perdita di Roma e l'avvicinamento del fronte al Nord. E attraverso i dossier dei servizi segreti esamina l'estremo tentativo di riscatto, con il discorso milanese del Teatro Lirico, il 16 dicembre 1944. L'avvincente sezione conclusiva descrive settimana per settimana i tentativi di far espatriare Claretta Petacci, il terrore di essere arrestato dagli anglo-americani, la disperata ricerca di salvezza di un uomo convinto di essere un «cadavere vivente»"

Emmanuel Carrère: Limonov





"Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore" (Vladimir Putin)

Emmanuel Carrère, "Limonov" (Adelphi, pagg. 360, euro 19)
Comincia con Limonov, uscito l'anno scorso in Francia, la pubblicazione presso Adelphi di tutte le opere dello scrittore francese Emmanuel Carrère (1957- , gli ultimi suoi libri erano usciti in Italia per Einaudi).
Il libro racconta la storia - tra reportage, romanzo e biografia - di Eduard Limonov (1943- ), scrittore, intellettuale e avventuriero russo, "fascioleninista",  fondatore e leader del nostalgico "Partito Nazional-bolscevico"

"E' stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui, Limonov, si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio"


Non sta al porco dire che l'ovile è sporco




Florent Couao-Zotti, "Non sta al porco dire che l'ovile è sporco" (66TH AND 2ND, pagg. 184, euro 15)

Prima pubblicazione per la nuova collana di narrativa B-POLAR dell'editore romano 66TH AND 2ND, e primo libro tradotto in italiano dello scrittore africano (del Benin) Florent Couao-Zotti.

"La notte dura un secolo a Cotonou. A caccia dell’assassino di una squillo d’alto bordo e di una valigetta piena di polvere d’angelo ci sono, per scopi diversi, il commissario Santos e l’ispettore Kakanakou; Smaïn detto l’Arabo, un faccendiere arricchitosi chissà come; l’agente di sicurezza Sdk e due femme fatale puttane di professione. La forza di questo romanzo esilarante e pulp sta nello slittamento continuo della storia, che si dipana nel recinto di una Cotonou irrazionale, cortile di un’Africa contemporanea stanca di inghiottire gli scarti dell’Occidente"

Salman Rushdie: Joseph Anton




Salman Rushdie, "Jospeh Anton" (Mondadori, pagg. 660, rilegato, euro 25)

L'autobiografia del grande scrittore indiano Salman Rushdie (1947- ), che racconta come è cambiata la sua vita da quando nel 1988 pubblicò il romanzo " I versi satanici" (disponibile in libreria, pagg. 584, euro 10,50) e fu "condannato a morte" dall'ayatollah Khomeini.

"Il 14 febbraio del 1989 Salman Rushdie riceve la telefonata di una giornalista della BBC che lo informa di essere appena stato "condannato a morte" dall'ayatollah Khomeini. È la prima volta chesente pronunciare la parola "fatwa". La sua colpa? Aver scritto un romanzo intitolato "I versi satanici", un libro accusato di blasfemia, una bestemmia "contro l'islam, il Profeta e il Corano". Comincia così una vicenda dolorosa e fuori dall'ordinario, in cui uno scrittore è costretto a vivere in clandestinità, cambiando continuamente domicilio e sotto il costante controllo di una scorta armata. A Rushdie viene anche chiesto di scegliersi uno pseudonimo, che la polizia possa usare per riferirsi a lui. Dopo aver pensato agli scrittori più amati, sceglie i nomi di Conrad e Cechov: Joseph e Anton. E da quel momento, Salman Rushdie diventa il signor Joseph Anton. Ma come può vivere uno scrittore sotto la minaccia di essere ucciso? Che ne è della sua creatività? E dei suoi sentimenti? In che modo la disperazione ridà forma ai suoi pensieri e alle sue azioni? In questo memoir, Rushdie racconta la sua storia, che è poi la storia di una battaglia cruciale ai nostri giorni: quella per la libertà di espressione. Ma ce ne racconta anche gli aspetti più personali, e sono aneddoti a volte di grande tristezza, a volte straordinariamente divertenti. E riflette su come editori, giornalisti, scrittori, intellettuali, uomini politici hanno reagito a questa vicenda, non sempre con spirito di solidarietà

India in cucina




Pushpesh Pant, "India in cucina" (Electa, pagg. 813, rilegato, "insacchettato" - è venduto all'interno di una borsa di stoffa che riproduce la tradizionale confezione del riso indiano- , euro 49,90)

"La bibbia della cucina indiana: il ricettario più completo sui piatti autentici dell'India. (...) Suddiviso in 11 capitoli tematici, il libro raccoglie più di 1000 ricette originali aggiornate agli usi della cucina moderna e accompagnate da spiegazioni esaustive per la realizzazione dei piatti. Arricchiscono il volume una selezione di ricette suggerite da alcuni tra gli chef indiani più famosi al mondo oltre a 200 illustrazioni a colori appositamente realizzate. (...) Il volume spiega inoltre l'affascinante storia della cultura culinaria dell'India basata sulla credenza che i cibi abbiano differenti proprietà ed effetto diretto sulla nostra salute e sul benessere mentale"

Calvino. Sono nato in America. Interviste




Italo Calvino, "Sono nato in America. Interviste 1951-1985" (Mondadori, pagg. 674, euro 25)

"Centouno interviste distribuite nell'arco di quattro decenni: il più imponente corpus disponibile di autocommenti calviniani. L'effetto è quello di un grande cantiere autobiografico: un'autobiografia in progress, mobile e sfaccettata, costruita per successive espansioni: un'auto-presentazione simile a un prisma rotante che prende forma davanti ai nostri occhi, senza mai consentire una visione completa e stabilizzata. Proprio così, forse, Calvino avrebbe desiderato apparire: coerente ma non inerte, dinamico senza essere dispersivo, e intento a un'assidua costruzione di sé, nella quale può riuscire volta a volta ostinato o volubile, tenace o extravagante, ma mai immobile, mai appagato o equivoco. Pur nella brevità del respiro consentito dalla forma intervista, queste pagine offrono una messe di osservazioni straordinariamente ricca. Sull'opera calviniana, in primo luogo, sugli indirizzi di fondo come sulle singole opere; ma non solo. Si vedano ad esempio le sparse riflessioni sul genere romanzesco, in termini ora definitori, ora funzionali; o la impietosa diagnosi che identifica il "vizio d'origine" della letteratura italiana: "Una letteratura cresciuta nell'aiolà del gusto e della sensibilità anziché nell'orto delle idee"; o le numerose osservazioni sul modo di leggere e sul ruolo dei lettori"

Meridiani autunno 2012




Meridiani autunno 2012, disponibili in libreria:

Scalfari Eugenio, "La passione dell'etica. Scritti 1963-2012" (pagg. CLXXVIII-1797, euro 60)

Terzani Tiziano, "Tutte le opere" (2 voll., pagg. CCXIX-3460, euro 120)

Guidorizzi Giulio (a cura di), "Il mito greco. Gli dei e gli eroi" (2 voll. pagg. CXXIX-3284, euro 120)

martedì 9 ottobre 2012

Le guerre di Dio. Nuova storia delle crociate




Christopher Tyerman, "Le guerre di Dio. Una nuova storia delle crociate" (Einaudi, pagg. XVIII - 1086, rilegato con cofanetto, immagini, euro 80)

"A mezzo secolo dalla pubblicazione della classica Storia delle Crociate di Steven Runciman, Le guerre di Dio di Christopher Tyerman è oggi, per la meticolosità e l'approccio innovativo, il testo di riferimento sull'argomento. Non solo in quanto prende in considerazione le acquisizioni piú recenti della ricerca storica, ma anche perché fa i conti con una mutata sensibilità culturale.
L'autore, medievista di Oxford, colloca gli eventi in una cornice piú vasta e realistica, che tiene conto di tutte le forze che portarono alle crociate: sia quelle politiche e religiose, sia quelle culturali, economiche, sociali, demografiche. Dalla pressione araba in Spagna, ai movimenti ereticali in Francia, alle sacche di paganesimo nei paesi baltici, per la prima volta in maniera tanto esaustiva, le crociate vengono viste come l'evento globale che furono, un qualcosa che va ben al di là delle campagne militari in Terrasanta. Una vera e propria visione del mondo, che ha definito la mentalità europea tra l'anno Mille e la 'scoperta' dell'America.
Tyerman porta alla luce l'intreccio di aggressività e paranoia, utopia e miopia che si materializzò nelle guerre (in Medio Oriente o nel 'fronte interno', contro i movimenti ereticali), raccontando le storie degli individui che vi presero parte, dai personaggi celebri a quelli che nessuna cronaca riteneva degni di riportare ma che ugualmente contribuiscono a questo grandioso, paradossale affresco storico"

Storia della caccia alle balene




Giancarlo Costa, "Storia della baleneria" (Mursia, pagg. 226, immagini, euro 16)

"Dal profeta Giona a Sinbad il marinaio e Pinocchio, dal Leviatano a Moby Dick, con le loro dimensioni le balene hanno favorito la nascita di leggende su most
ri marini giganteschi, simboli del terrore ancestrale dei naviganti per le forze incontrollabili della natura. Sin dall’antichità questi meravigliosi cetacei sono stati vittime di un’accanita caccia che si è evoluta nei secoli, dall’uso dell’arpione e di semplici lance fino alla creazione di flotte specializzate fornite di cannoni e di strumenti per la lavorazione della carne sul posto. Con la nascita della moderna coscienza ecologica fortunatamente la caccia alla balena è stata condannata e ridimensionata, ma resta il fatto che i balenieri dei secoli scorsi hanno compiuto memorabili imprese che oggi fanno parte della storia della navigazione. Ed è sotto l’aspetto romantico e marinaresco che questo libro racconta la storia della caccia alle balene dalle origini ai nostri giorni"

sabato 6 ottobre 2012

Klaus Mann. Il vulcano




"Nell'Europa in bilico verso la tragedia del secondo conflitto mondiale un gruppo di intellettuali tedeschi fugge dal nazismo. Tra loro uno scrittore omosessuale, un'attrice impegnata contro il regime, un professore ebreo cacciato dall'accademia. Nel 1933 si ritrovano a Parigi, e sembra quasi un piacevole intermezzo. Con il passare del tempo, però, la musica si incupisce e il viaggio attraverso Francia, Svizzera, Olanda, Cecoslovacchia, Spagna, Stati Uniti diventa sempre più logorante. Gli esuli cadono preda della solitudine, della disperazione, delle droghe. Il vulcano sta per esplodere"

Klaus Mann, "Il vulcano" (Gallucci, pagg. 692, euro 19)
Ristampa del romanzo "Il vulcano" (1939, edito in Italia l'ultima volta nel 1991 per Garzanti, da anni fuori catalogo)) di Klaus Mann, lo scrittore tedesco figlio primogenito di Thomas Mann, morto suicida a Cannes nel 1949.

Coco Chanel. Genio, passione, solitudine




Claude Delay, "Coco Chanel. Genio, passione, solitudine" (Lindau, pagg. 376, euro 26)
La biografia della più celebre stilista della storia (1883-1971) scritta da Claude Delay, psicanalista francese che è stata l'amica più intima di Coco Chanel negli ultimi dieci anni della sua vita.
Un libro uscito in Francia nel 1971 (poi dieci anni dopo in edizione ampliata), e proposto oggi dall'editore Lindau in traduzione italiana con un corredo di settanta immagini che ripercorrono la vita di Coco Chanel.

"Chanel salutò per l'ultima volta Claude Delay una domenica pomeriggio, sul marciapiede davanti all'hotel Ritz, dove abitava a Parigi. Morì poche ore dopo, sola, nella sua stanza. Era il 10 gennaio 1971. Il ritratto di Chanel scritto dalla Delay inizia così, dalla fine, da un'intimità nata dieci anni prima nella boutique Chanel di rue Cambon, tra la grande signora della moda e una giovane cliente: una affinità divenuta nel tempo un'amicizia vera, quotidiana, senza segreti, cui Chanel si affidò con crescente fiducia raccontando di sé, delle ferite dell'infanzia, dei suoi abiti, dei successi e delle sconfitte. E, naturalmente, degli uomini della sua vita: il padre Albert, il grande e tragico amore Boy Capel, gli amanti famosi - il duca di Westminster, il granduca Dimitri Romanov, Pierre Reverdy, Paul Iribe -, gli amici celebri, come Djagilev, Picasso, Misia Sert, Cocteau, Colette"

venerdì 5 ottobre 2012

Il veleno nel piatto




Marie-Monique Robin, "Il veleno nel piatto. I rischi mortali nascosti in quello che mangiamo" (Feltrinelli, pagg. 448, euro 20)


Moltissime ricerche scientifiche segnalano che nel corso degli ultimi trent'anni il tasso di incidenza dei tumori è aumentato del 40% in paesi come gli Stati Uniti, la Norvegia e la Svezia. Sempre in questo lasso di tempo la progressione delle leucemie e dei tumori cerebrali tra i bambini è stata del 2% annuo. Come spiegare questa epidemia inquietante che colpisce i paesi "sviluppati"?
Il libro della giornalista francese Marie-Monique Robin, frutto di un'inchiesta condotta per due anni tra America del Nord, Asia ed Europa (anche in Italia), suggerisce che le cause principali di questa vera e propria epidemia possano essere di tipo ambientale, e che siano legate  in non piccola parte al tipo di alimentazione che ha preso piede nei Paesi occidentali negli ultimi decenni. L'autrice considera tre esempi emblematici (i pesticidi contenuti in alcuni frutti e verdure che acquistiamo, l'aspartame contenuto in alcune bibite e dolci confezionati, e il bisfenolo A contenuto in alcuni rivestimenti in plastica di cibi e bevande), critica le nozioni correnti di "dose quotidiana accettabile" e racconta le pressioni e le manipolazioni messe in atto dall'industria chimica per mantenere sul mercato prodotti altamente tossici.

giovedì 4 ottobre 2012

Tutto è in frantumi. Diario di un'ebrea olandese




Klaartje De Zwarte-Walvisch, "Tutto è in frantumi. 1943. Diario di un'ebrea olandese" (Guanda, pagg. 176, euro 16,50)

Klaartje de Zwarte-Walvisch ha trentadue anni quando inizia a scrivere il suo diario, il 20 marzo del 1943, giorno in cui lei e suo marito vengono arrestati nel loro appartamento di Amsterdam da due cacciatori di ebrei olandesi. Come centinaia di altre persone, Klaartje e il marito vengono rinchiusi nel teatro Hollandsche Schouwburg prima di essere deportati nel campo di concentramento di Vught, nel sud dell'Olanda.
Nel suo diario la donna racconta tutto quello che vede: i bambini in lacrime strappati ai genitori, gli abusi e le violenze perpetrati ai danni di anziani innocenti, e la marcia funebre di Chopin che accompagna il ritorno delle donne obbligate senza motivo a spostare pietre e mattoni.
Il diario si interrompe il 4 luglio 1943, quando Klaartje de Zwarte-Walvisch viene portata a Westerbok, un altro campo olandese di trasferimento, prima di essere portata definitivamente a Sobibor, dove morirà nelle camere a gas, il 16 luglio. Di suo marito si sono perse completamente le tracce.
Prima di salire sul treno per Sobibor Klaartje riesce a consegnare il diario al cognato, e proprio nelle mani del cognato, sopravvissuto allo sterminio, il diario è rimasto fino ad oggi senza mai essere divulgato. Alla sua morte, la figlia Miep l'ha donato al Museo Ebraico di Amsterdam, che ne ha deciso la pubblicazione.

Donne con il fucile in spalla. Bandite, brigantesse, partigiane




"C'è un filo rosso che unisce le storie delle brigantesse e delle partigiane. Le donne che a cavallo dell'Unità d'Italia imbracciarono il fucile, lo fecero in genere dopo la rottura di un equilibrio domestico e umano determinato dall'uccisione o cattura del loro uomo o per seguire un altro uomo (...). Quelle che scelsero la lotta armata, unendosi ai partigiani durante la Repubblica sociale, risposero prima di tutto a un richiamo affettivo e civile, di genere, rivendicando la loro essenza di donne: 'Noi non abbiamo fatto la guerra', dice una di esse. 'Abbiamo fatto le donne"

Pino Casamassima, "Bandite! Brigantesse e partigiane. Il ruolo delle donne col fucile in spalla" (Stampa Alternativa /Nuovi Equilibri, pagg. 216, euro 15)

Saggio storico che mette a confronto il comportamento e il ruolo delle donne combattenti durante la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo con il fenomeno delle brigantesse (Michelina Di Cesare, Filomena Pennacchio, Maria Oliverio detta Ciccilla, Giuseppina Vitale, Maddalena De Lellis detta Padovella, ...) che dopo il 1860, nell'Italia da poco unita, imbracciarono il fucile e si unirono a bande di briganti per contendere il controllo delle regioni dell'ex Regno delle Due Sicilie all'esercito italiano.
Due fenomeni dall'importanza storica e dall'esito esistenziale ben diverso (le brigantesse furono sconfitte dalla Storia, e finirono uccise o bandite dalla società ed emarginate), ma accomunati da un'analogo desiderio di emancipazione, di rivalsa e di autoaffermazione femminile.

mercoledì 3 ottobre 2012

La Grande Guerra delle donne




Alessandro Gualtieri, "La Grande Guerra delle donne. Rose nella terra di nessuno" (Mattioli 1885, pagg. 160, immagini, euro 16)
Monografia su un tema poco trattato: la condizione delle donne durante la prima guerra mondiale.

"Se ad imbracciare le armi e a decidere le strategie militari furono gli uomini, a combattere per sopravvivere e per far sopravvivere la famiglia lontano dagli scoppi vennero lasciate schiere di donne, senza alcun ordine militaresco se non quelli dettati dal buon senso e spirito di conservazione, con generosità ed altruismi quotidiani, epici e stoici al contempo, tuttavia mai citati sui bollettini di guerra o nei diari reggimentali. (...) Nel corso della guerra alcune donne si resero anche protagoniste attive e insostituibili, dallo spionaggio al corpo sanitario, dall’industria bellica al pubblico impiego, arrivando a meritarsi talvolta il grado di 'soldatesse'. Ci fu chi si distinse curando i feriti tra le fila della Croce Rossa, scrivendo lettere appassionate ai soldati in prima linea, mentre altre donne soddisfacevano i bassi istinti maschili tra le lenzuola dei bordelli"