Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

mercoledì 28 novembre 2012

Shaun Tan: The Viewer




Shaun Tan-Gary Crew, "The Viewer" (Elliot, pagg. 36, euro 16)

Prima edizione italiana di questo testo illustrato del 1997 del grandissimo pittore e fumettista australiano Shaun Tan (l'autore del capolavoro "L'approdo", euro 22, in libreria; di Shaun Tan in libreria al momento anche: "Il re degli uccelli e altre creature", euro 16; "Memorial", euro 13,50).

Scritto insieme all'autore australiano Gary Crew, "The Viewer" racconta la storia di un ragazzo la cui ossessione per strani marchingegni lo porta a scoprire una scatola misteriosa in una discarica. Tra le tante bizzarrie, la scatola contiene anche una macchina coperta di segni e simboli in lingue sconosciute, dotata di lenti e di un disco di immagini che ritraggono scene di distruzione e violenza della storia dell'umanità. Il ragazzo è spaventato, ma allo stesso tempo non può fare a meno di guardare nella macchina, mentre scorrono le immagini... Ciò che si svela davanti ai suoi occhi è la rappresentazione del nostro ciclo vitale, un cerchio che unisce la vita e la morte, messa in moto da una sorta di macchina del tempo visuale, metafora dell'illusione di una civilizzazione il cui prezzo da pagare è sempre troppo alto.

Topolino nella valle infernale




Floyd Gottfredson, "Topolino nella valle infernale" (Rizzoli Lizard, pagg. 290, rilegato, euro 26)

Oggi Topolino è, nell'immaginario di tutti, un personaggio gentile e posato. Ma negli anni Trenta le cose erano diverse: Mickey Mouse era un audace attaccabrighe, nemico giurato di criminali, spie e rapitori.
Le strisce quotidiane di cui per venticinque anni il grande fumettista Floyd Gottfredson (1905-1986) lo ha reso protagonista, e che hanno fatto da apripista al fumetto seriale di genere avventuroso, tornano oggi in una collana creata a partire da materiali degli archivi Disney e da collezioni private. Primo volume della collana "Topolino nella valle infernale" (1930), un'opera fondamentale sugli albori dell'icona fumettistica più famosa al mondo.

martedì 27 novembre 2012

Le prime pagine de La Gazzetta dello Sport




"Le prime pagine de La Gazzetta dello Sport" (Rizzoli, pagg. 544, rilegato, euro 85)

Attraverso più di 450 prime pagine del più popolare tra i quotidiani italiani questo volume ripercorre oltre 100 anni di storia dello sport e fornisce una testimonianza dell'evoluzione sociale e culturale del nostro Paese. Gli avvenimenti sportivi più importanti che hanno accompagnato la nostra vita (e quella dei nostri genitori, nonni e bisnonni...), le coppe, le sfide, le sconfitte, le volate, le medaglie, i calci d'angolo, le squadre e gli atleti si scolpiscono nella memoria attraverso un'ampia scelta di pagine "storiche", dal primo numero della Gazzetta (3 aprile 1896) fino al settembre del 2012.

sabato 24 novembre 2012

De André: I concerti




Fabrizio De André, "I concerti" (Sony, 16 cd + libro, euro 99,90)

Tutti i live di Fabrizio De André, dall'esordio del 1975-76 all'ultimo tour del 1997-98. Il libro (pagg. 192) è illustrato con immagini di scena e dei backstage, testi autografi, foto d'archivio, riproduzioni di schizzi originali dei palchi, e altri memorabilia vari

Rolling Stones & Beatles in the Brianza County




Renato Ornaghi, "Come'on sass borlant. The Rolling Stones in the Brianza County" (Opificio Monzese delle Pietre Dure, 2 cd + libro con i testi originali e le traduzioni/rivisitazioni in dialetto brianzolo, euro 20)

Renato Ornaghi, "Praa de magioster per semper. The Beatles in the Brianzashire" (Opificio Monzese delle Pietre Dure, 2 cd + libro con i testi originali e le traduzioni/rivisitazioni in dialetto brianzolo, euro 20)

giovedì 22 novembre 2012

Credere, distruggere: gli intellettuali delle SS




Christian Ingrao, "Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS" (Einaudi, pagg. 410, rilegato, euro 34)

Il nazismo, in Germania, non fu soltanto un movimento guidato da folli in preda a deliri di onnipotenza. Fu anche una poderosa macchina burocratica che, per funzionare, aveva bisogno di uomini preparati. Giuristi, dottorandi in economia o in storia, giovani laureati costituirono un'élite di intellettuali che, pur non rientrando nella cerchia degli uomini più fidati di Hitler, svolse un ruolo fondamentale sia dal punto di vista teorico e organizzativo, sia come apparato di esercizio quotidiano del potere. Ma che cosa spinse questi uomini a mettersi a servizio del nazismo?
Erano brillanti, intelligenti e colti, neppure trentenni quando Hitler prese il potere. Provenivano dalla classe media e i loro studi universitari li destinavano a carriere prestigiose, come giuristi, economisti, filosofi, linguisti o storici. Ma scelsero di far parte degli organi di repressione del Terzo Reich, in particolare presso il Servizio di sicurezza delle SS. Essi teorizzarono, pianificarono e giustificarono l'eliminazione di venti milioni di individui ritenuti di "razza inferiore".

Misia




Misia Sert, "Misia" (Adelphi, pagg. 248, euro 19)

Le memorie di Misia Sert (1872-1950), apparse postume nel 1952, uscite in Italia nel 1981, riproposte oggi in una nuova edizione con un inserto fotografico e un saggio di Claude Arnaud.
Misia Sert: sorta di musa della Belle Epoque e salottiera parigina dell'epoca, oltre che pianista, e amica di Mallarmé, Toulouse-Lautrec, Zola, Verlaine, Renoir,  Debussy, Picasso, Ravel, Jarry, Stravinskij, Proust (che si ispirò a lei per il personaggio di Madame Verdurin).

"L'unica donna di genio che abbia mai incontrato" affermò, perentoria, Coco Chanel (la quale volle occuparsi personalmente della sua toilette mortuaria). Del resto, era stata proprio Misia a intuire nella taciturna modista di provincia un diamante allo stato grezzo – giacché era appunto questo il suo grande talento: fiutare il talento negli altri. Fu così che la "bella pantera imperiosa e sanguinaria" (Eugène Morand), con il suo "viso dolce e crudele di gatta rosa" (Jean Cocteau), accompagnò e protesse (per poi, a volte, disfarsene con noncuranza) pittori, musicisti, scenografi, ballerini e coreografi negli anni leggendari dell'avanguardia parigina – quando le scoperte dell'arte erano anche eventi mondani e gli eventi mondani lanciavano un nuovo stile di vita. Di quell'epoca Misia fu l'incontrastata sovrana: Mallarmé le dedicò un ventaglio, Renoir la pregava di scoprire un po' il seno mentre la dipingeva (ma lei si fece ritrarre nuda solo da Bonnard: per ripicca nei confronti del secondo marito che la tradiva con una giovane attrice), Diaghilev (da lei definito "domatore e mago") ricorreva tempestosamente al suo aiuto, Proust rispondeva ai suoi rimproveri, e Ravel le dedicò Le Cygne e La Valse.

Nietzsche: Il servizio divino dei Greci




Friedrich Nietzsche, "Il servizio divino dei Greci" (Adelphi, pagg. 292, euro 18)

La prima traduzione italiana integrale delle lezioni di Nietzsche sul culto antico dei Greci (1875-1878, le ultime lezioni come docente di Filologia Classica a Basilea).
Mettendo a punto un inedito metodo di ricerca storica e prendendo a bersaglio l'immagine "chimerica" del mondo greco e il donchisciottismo dei filologi – invitati ad andare a scuola dagli etnologi e dagli antropologi –, Nietzsche passa in rassegna le contaminazioni straniere di cui è impregnata la religione greca, stila l'elenco degli "errori" nel "modo di pensare e di dedurre" che sono alla base del servizio divino greco, delinea una sorta di anatomia del "pensiero impuro" all'origine di ogni forma di culto, e definisce l'essenza dello spirito greco: di quel Greco capace di "imparare festosamente come un dilettante" di genio, perché sa appropriarsi e superare ciò che è estraneo – e non si limita, come i romani, a "pavoneggiarsi con ciò che ha preso a prestito".

Storia di Barlaam e Ioasaf




"Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddah" (Einaudi, pagg. 316, rilegato, euro 35)

Capofila di tutte le storie cristianizzate del Buddha, questo testo bizantino degli anni intorno al Mille ha una genesi affascinante tra il Caucaso e il Monte Athos, in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse.
La Storia di Barlaam e Ioasaf racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l'ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Che la storia ricalcasse quella del Buddha se ne erano accorti già gli studiosi di fine Ottocento, ma la matassa dei passaggi e delle mediazioni è stata dipanata solo in anni recenti, anche grazie all'edizione critica pubblicata da Robert Volk nel 2009. Basandosi sul suo testo e sui suoi apparati, Paolo Cesaretti consegna ai lettori una puntuale revisione della traduzione e una ristrutturazione delle note e degli indici, che completano l'informazione aggiornata sull'insieme dell'opera fornita nel saggio introduttivo di Silvia Ronchey. Si possono così apprezzare appieno per la prima volta sia le qualità narrative del testo sia la ricchezza allusivo-sapienziale delle parabole incastonate nel racconto, che hanno affascinato e influenzato molti scrittori nel corso dei secoli, da Iacopo da Varazze a Boccaccio, da Shakespeare a Tolstoj.

Tutto vi dono: l'autobiografia di Pellegrino Artusi



"La storia dell'uomo che ha fatto l'Italia passando dalla cucina"

Pellegrino Artusi, "Totto vi dono. Autobiografia del padre della cucina italiana" (il Saggiatore, pagg. 216, euro 17)

E' il 1891 quando il romagnolo Pellegrino Artusi (1820-1911) pubblica quello che diventerà libro di cucina più celebre e più venduto della storia d'Italia: "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" (in libreria: edizione Natale 2012 in cofanetto, euro 35; edizione tascabile euro 12,50).
Artusi ha oltre settant'anni quando si lancia nell'avventura: stilare un manuale che raccolga ricette da tutta Italia, per creare un canone del gusto italiano. Lo fa anticipando di un secolo molte moderne tecniche di marketing editoriale - dal word of mouth al 2.0, dal brand al direct marketing - inventando un originalissimo modello di produzione letteraria "interattiva": corrispondenti da tutt'Italia inviano a lui le ricette, Pellegrino le sperimenta nella sua cucina e solo quand'è pienamente soddisfatto le pubblica. Le ricette lievitano, le edizioni del suo manuale "La scienza in cucina" pure e il vecchio "zio", l'esperto a cui tutti si rivolgono per un consiglio, un suggerimento, un'indicazione, diventa un mito.
Ma chi è veramente Pellegrino Artusi? Siamo nel 1902 e Artusi, vispo ottuagenario, fresco di successo editoriale, ci dona qui la storia della sua vita, tra Forlimpopoli e Firenze, affastellando ricordi in cui emergono la cifra moderata del suo carattere e del suo ceto, e tutti i vezzi dell'epoca.

Senza freni. Storie di ciclismo




Les Woodland, "Senza freni. Le storie più pazze della storia del ciclismo" (Ultra, pagg. 192, euro 16,90)

Tutti gli sport hanno le loro storie buffe, ma quello che meglio si presta ad accogliere l'intero repertorio della bizzarria umana è sicuramente il ciclismo. Il ciclismo non è solo uno sport, è anche un viaggio avventuroso e rocambolesco, in cui può succedere di tutto: storie ridicole, come quella del ciclista che vinse una tappa del Tour de France pur non volendo; picaresche, come quella del gregario che riuscì a scalare una montagna spinto dal pubblico presente lungo la strada; leggendarie, come quella del finto barone che gareggiava in compagnia dei suoi finti valletti; incredibili ma vere, come quella dell'olandese vivo per miracolo dopo una rovinosa caduta in un burrone, portato in salvo dai suoi compagni con una fune fatta di camere d'aria e poi diventato una star della pubblicità grazie alla sua abitudine di portare l'orologio sopra il guanto...

Il profeta: vita di Carlo Maria Martini




Marco Garzonio, "Il profeta. Vita di Carlo Maria Martini" (Mondadori, pagg. 474, rilegato, euro 19)

La biografia del cardinal Martini, scritta dal giornalista Marco Garzonio, amico personale del cardinale e "maggior esperto martiniano" (Ravasi).
Carlo Maria Martini ha segnato un'epoca nella storia della Chiesa.  Almeno duecentomila persone, credenti e non credenti, hanno partecipato all'ultimo saluto all'arcivescovo. Come si spiega un affetto tanto profondo? La gente è accorsa "perché ha colto che in Martini il cuore dell'uomo veniva prima della pur importante teologia; la misericordia e la comprensione, la capacità di interrogarsi e di mettersi in discussione ispiravano l'approccio del cardinale, mai il giudizio o l'erigersi in cattedra".
Martini è stato un profeta del nostro tempo, ha saputo cioè interpretarlo, esserne coscienza critica, indicare delle mete. La volontà di raggiungere tutti è stata il filo conduttore della sua missione, il dialogo la parola-chiave del suo ministero: con i terroristi, quando Milano era frontiera dei terribili "anni di piombo"; con le altre confessioni cristiane, come presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee; con tutte le religioni, in particolare quella ebraica; con il pensiero laico, attraverso l'iniziativa della "Cattedra dei non credenti"; con l'uomo contemporaneo e le sue inquietudini; con una scienza in grado ormai di ridisegnare i confini della vita e della morte

Garcia Marquez: Tutti i racconti




Gabriel García Márquez, "Tutti i racconti" (Mondadori, pagg. 420, rilegato, euro 20)

Per la prima volta sono riuniti insieme tutti i racconti del premio Nobel per la letteratura, in un'opera che ripercorre il suo cammino d'autore dalle prove giovanili alle più intense riflessioni della maturità.
Gabriel García Márquez aveva quarant'anni quando scrisse il celebre racconto "Monologo di Isabel" mentre vede piovere su Macondo, dove dà vita a quello strabiliante spazio narrativo, tanto immaginario quanto reale, che sarebbe diventato il più intenso luogo letterario del nostro tempo. Con Macondo, Márquez inaugurò l'epoca del realismo magico, la peculiare commistione tra la realtà drammatica dell'America Latina e la dimensione leggendaria e mitica che lo consacrò come uno dei massimi autori della letteratura mondiale. Da quel momento non smise più di raccontare il fascino e la purezza della cultura degli indios, i loro dolori malinconici e la dolce intensità dei Caraibi americani, che celebrò nelle raccolte successive, nell'"Incredibile e triste storia della candida Eréndira" e della sua nonna snaturata e nei "Funerali della Mamà Grande", dove un visionario cantastorie narra le fastose esequie dell'autentica sovrana di Macondo. Di racconto in racconto, si arriva fino ai "Dodici racconti raminghi", che trasferiscono lo scenario nella vecchia Europa per parlarci del destino dei latinoamericani immigrati, della loro tenacia e dei loro sogni, dove la magia e l'atmosfera tragica si mescolano in un mondo che non è altro che "un immenso giocattolo a molla con cui si inventa la vita".

mercoledì 21 novembre 2012

I cani da guerra




Ronald Aiello-Lance Bacon, "Cani eroi. Storie di guerra e di coraggio" (White Star, pagg. 162, rilegato, euro 22,90)

Dalla Prima Guerra Mondiale ai nostri giorni, i cani da guerra hanno prestato servizio accanto ai più valorosi combattenti, nelle battaglie più decisive della Storia. Come i campi di battaglia sui quali sono stati chiamati a operare, anche i ruoli dei cani da guerra si sono evoluti con gli anni. Le missioni che li hanno visti coinvolti sono le più svariate, dall'individuazione di mine terrestri e tunnel alla perlustrazione ed esplorazione di terreni. Oggi i cani a uso militare sono una risorsa di primaria importanza nella localizzazione di ordigni esplosivi improvvisati, principali killer delle forze della coalizione internazionale attiva in Afghanistan e in Iraq. Attraverso immagini esclusive e approfondimenti tecnici, il libro illustra poi il severo processo di selezione e i mesi di rigoroso addestramento indispensabili per entrare nei prestigiosi ranghi dell'élite dei reparti cinofili militari.

Gatti Superstar




"Gatti Superstar" (White Star, pagg. 210, rilegato, euro 29)

Come si distingue un British Shorthair da un Certosino? E un norvegese delle foreste da un Maine Coon? A differenza della specie canina, dove la mole gioca un ruolo molto importante nella classificazione delle razze (un boxer è decisamente più grande di un carlino!), nel felino domestico la taglia non è così rilevante, tranne che in pochi casi. La vasta gamma di colori riconosciuti e la differente lunghezza del mantello non fanno che complicare ancor più le cose. Sfogliando le pagine di questo libro scoprirete come riconoscere i dettagli e le piccole sfumature che differenziano le razze, imparando così a distinguerle al primo colpo d'occhio. Le schede riportano una minuziosa descrizione dello standard riconosciuto dalle più importanti associazioni feline internazionali e sono splendidamente illustrate dai migliori soggetti che calcano la scena felina mondiale.

Cani & gatti




"Cani & gatti" (White Star, pagg. 98, rilegato, euro 14,90)

Possiamo trascorrere ore intere a osservare le loro buffonerie. Alcuni di noi, talvolta, si sentono perfino più vicini ai propri animali che ad altri membri della famiglia. Che cosa ci lega tanto strettamente a queste pelose creature a quattro zampe, sotto molti aspetti così diverse da noi? Troverete la risposta sfogliando le pagine di questo volume, ricco di immagini emozionanti, tenere, curiose e divertenti, che celebrano il ruolo a noi tanto caro che cani e gatti giocano nelle nostre vite. Un libro che esplora la storia di questi animali, il loro comportamento e l'antico legame che li unisce all'uomo.

Animali: le specie in via di estinzione




"Ultimi e selvaggi. Animali in pericolo: in viaggio con il Wwf tra le specie in via di estinzione" (White Star, pagg. 306, rilegato, euro 14,90)

Attraverso uno studio sulla vulnerabilità della vita animale presente nei diversi ecosistemi, `Ultimi e selvaggi` offre una panoramica sulle principali specie animali a rischio d`estinzione. Per ciascuna di esse, il libro illustra i provvedimenti necessari alla conservazione, analizzando le operazioni messe in atto dal WWF ed esaminando il rapporto esistente tra la tutela di una determinata specie e la sopravvivenza delle popolazioni locali, entrambe soggette agli stessi squilibri ambientali ed ecologici. Ampio spazio è offerto sia alle specie più rare al mondo (e le più conosciute, proprio per questo motivo) sia a quelle meno note, ma di pari importanza biologica, dedicando a ciascuna un capitolo che si concentra sui progetti di conservazione nei diversi Paesi. A corredare il testo, centinaia di fotografie

Enciclopedia degli animali




"L'enciclopedia degli animali" (Touring Editore, pagg. 610, rilegato, euro 29,90)

Evoluzione, biologia, classificazione, habitat, adattamenti: l'opera affronta tutti i temi cruciali legati alla biodiversità e alla conservazione della fauna mondiale. Dai mammiferi, ai pesci, dagli uccelli agli invertebrati, i gruppi animali del pianeta sono descritti con oltre 2.000 tra illustrazioni, fotografie, tabelle, schemi e mappe di distribuzione. Aggiornata alle ultime scoperte scientifiche, la nuova Enciclopedia degli Animali del Touring è un'opera innovativa e aggiornata ai dati più recenti su classificazione e stato di conservazione delle specie. Le illustrazioni ne fanno una guida illustrata completa sul mondo degli animali, ideale per la consultazione di tutta la famiglia.

venerdì 16 novembre 2012

Bestiari del Medioevo




Michel Pastoreau, "Bestiari del Medioevo" (Einaudi, pagg. 322, rilegato, immagini, euro 35)
Nel Medioevo i Bestiari erano libri sugli animali che trattavano le diverse specie zoologiche dal punto di vista delle conoscenze scientifiche dell'epoca, continuamente mescolate a considerazioni morali e religiose, e ai significati simbolici e allegorici che venivano attribuiti a ogni animale.
Il grande storico francese Michel Pastoreau (Sorbona di Parigi) analizza in questo libro tutti i grandi bestiari medioevali (e i disegni presenti nei bestiari, che vengono riprodotti e commentati), spiegando tutti i complessi significati simbolici attribuiti alle diverse specie (reali e mitiche): leone, orso, cervo, cinghiale, lupo, pantera, tigre, manticora, unicorno, elefante, scimmia, cavallo, asino, bue, toro, capra, pecora, maiale, cane, gatto, volpe, donnola, aquila, falco, corvo, colomba, cigno, gallo, struzzo, gru, cicogna, balena, pesci, foca, sirena, ostrica, coccodrillo, ippopotamo, serpenti, draghi, vermi, formiche, api,...

Aldo Busi: El especialista de Barcelona




"L'amore si fa o si sente, l'amore non si dice, non si reclama e non si commenta l'amore fatto, l'amore ha gli occhi per parlare e le mani per recargli doni. Se gli occhi sfuggono e le mani arrivano vuote, è detto tutto. Due che non hanno niente da dirsi parlano del loro amore reciproco, che intanto sta volando altrove. Parlare d'amore significa parlare d'altro"

Dopo una lunga e travagliata gestazione (Busi parla addirittura di 68 romanzi diversi scritti e poi cestinati prima di arrivare alla stesura definitiva), e dopo una complessa vicenda editoriale (prima la rottura del contratto con Mondadori, poi il contratto con Giunti firmato, ma poi strappato con restituzione dell'anticipo già percepito) esce per Dalai (in 60.000 copie) il nuovo romanzo di Aldo Busi: "El especialista de Barcelona" (pagg. 386, rilegato, euro 19)

Come si fa a dimenticare a comando? Com'è possibile perdere per strada la memoria di una storia, se prima non si ha la pazienza di recuperarla passando al setaccio tutto quanto l’ha riempita suo malgrado, diciamo da venticinque anni a questa parte?
È quello che si accinge a fare lo Scrittore, seduto su una sedia di ferro all'inizio della Rambla, con una loquace foglia di platano a fargli da spalla e proprio nessuna voglia di scrivere e di vivere come gli altri. Contraltare di questa sua volontà di oblio programmatico e globale è la figura cicciuta e tracagnotta dell’especialista de Barcelona, un docente universitario “che di sé non ha mai saputo niente di essenziale, a parte di essere basso di cavallo e di farsene un cruccio mortale”. Alle spalle e attorno all’especialista, una caleidoscopica orda di parenti che rimescolano i propri sessi e li sovrappongono, una consorteria di avidi, esaltati e feroci come conigli stipati dentro una comune gabbia di pregiudizi, rancori, omertà, tic di finta trasgressione e segreti di Pulcinella. Esseri affamati di soldi, di consenso e di familismo costi quel che costi, innocenti e vili, risoluti a durare in eterno e interessati a non smuovere nulla, nemmeno il tempo, se non per farlo retrocedere e rispecchiarsi in un’infinita gioventù.
Per lo Scrittore affezionarsi all’especialista e tenere il conto dei ribaltoni della sua sagrada familia è un tutt’uno, un po’ perché simpatizzare con i mostri è l’unico modo per non farsene sbranare, un po’ perché “per fare chiaro bisogna prima fare un po’ di caldo”. Ha inizio così una lotta all’ultima confidenza taciuta, estorta e profferta tra un uomo esemplare che ha il solo cruccio di non poter condividere la propria integrità con nessuno e diversi esemplari di un’umanità all’ultimo grido antica come Eva, reazionaria come il generale Franco e raccapricciante come un’acquaforte di Goya.
Ma la sfida più grande Aldo Busi la lancia a se stesso scrivendo, in una lingua di incontrollabile, folleggiante splendore, un romanzo tanto inaspettato quanto necessario. El especialista de Barcelona è il libro definitivo sull’improrogabile repulisti dell’Occidente, il ritratto bulinato di una civiltà ossessionata dal falso problema del fare bella figura e da quello vero della sopravvivenza, in un’altalena di epica allegria tra ripristino della legge della giungla e sfoggio di cineserie da qui all’aldilà.


Qui la recensione di Stefano Bartezzaghi su "la Repubblica":http://www.altriabusi.it/2012/11/12/ritorno-al-romanzo-stefano-bartezzaghi-recensisce-el-especialista-de-barcelona/

Le immagini di Dio




François Boespflug, "Le immagini di Dio. Una storia dell'Eterno nell'arte" (Einaudi, pagg. 586, rilegato, euro 95)

Dio è considerato trascendente e concettualmente irrappresentabile: è un punto sul quale i tre monoteismi detti abramici concordano. Molte culture l'hanno però 'avvicinato' e reso visibile nei secoli attraverso innumerevoli immagini, disegni, dipinti, sculture. Alcune immagini sono risultate effimere, altre hanno avuto un successo duraturo, alcune sono state ritenute legittime, altre fraudolente e blasfeme. Tutte queste immagini hanno plasmato nei secoli il nostro immaginario, ma molte sono da tempo cadute nell'oblio. Lo storico François Boespflug (Università di Strasburgo) racconta questa avventura iconografica avvincente e poco conosciuta, a partire dall'antichità fino ai giorni nostri: la raffigurazione degli dei nel mondo antico; il peso del decalogo: Israele antico, ebraismo postbiblico e Islam; l'eredità ebraica del primo Cristianesimo I-III secolo; Dio nell'arte paleocristiana VI-VII secolo; la vittoria delle icone e la ragion di Chiesa VII-VIII secolo; la fede visionaria, Dio nell'arte cristiana d'Oriente dal IX al XII secolo; maestà e libertà, Dio nell'arte d'Occidente dal IX al XII secolo; trinità europee XIII e XIV secolo; Dio patetico e famigliare, le audacie del XV secolo; la figura di un Dio in discussione, 1510-1680; un soggetto in declino, dal secolo dei Lumi al 1860; eclissi del Padre e trionfo del Crocifisso, il 'grande XX secolo' 1860-2000; inculturazione e mondializzazione, il Dio cristiano fuori d'Europa XVI-XXI secolo.

giovedì 15 novembre 2012

L'inchiostro dei vinti




Elisabetta Cassina Wolff, "L'inchiostro dei vinti. Stampa e ideologia neofascista 1945-1953" (Mursia, pagg. 398, euro 18)

Monografia sui movimenti italiani neofascisti nell'immediato dopoguerra (1945-1953). L'autrice è docente di Storia europea moderna e contemporanea all'Università di Oslo.

Il livello di organizzazione politica dei neofascisti italiani nel dopoguerra è da tempo studiato, così come le loro connessioni con l'antifascismo in una fase in cui era fondamentale riacquistare un ruolo politico nella nuova Repubblica. Meno si conosce, tuttavia, che cosa pensassero e progettassero questi "avversari decisi e irriducibili del sistema democratico", come essi stessi si definivano. Dall'esame della stampa neofascista nel periodo 1945-1953 emergono le posizioni neofasciste su una vasta gamma di temi, dalla critica alla partitocrazia e alla Costituzione del 1948 a proposte di «democrazia corporativa», dall'ostilità al comunismo ai progetti sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese, dalle riflessioni sul processo di integrazione europea all'esaltazione di valori tradizionali e antidemocratici.

Guareschi: Italia provvisoria




"Italiani, io vi esorto all'umorismo: chi non sa sorridere non sa regnare. Siamo seri, noi italiani. Siamo tanto seri che facciamo persino ridere"

Torna in libreria (Rizzoli, pagg. 274, rilegato, euro 32) questo strano libro del 1947: "un album del dopoguerra nel quale convivono racconti umoristico-satirici e polemico-sentimentali, mescolati a ritagli di giornali vari, volantini di federazione di partito, inni di rivolta, fotomontaggi" (Tatti Sanguineti)

Umberto II, il Re di maggio




Lucio Lami, "Umberto II, il Re di maggio. Dalla monarchi alla Repubblica" (Mursia, pagg. 366, euro 19)

La biografia di Umberto II, il "Re di maggio", l'ultimo re d'Italia (dal 9 maggio 1946, dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele, al 13 giugno del 1946, quando - dopo il referendum che segna la nascita della Repubblica italiana - Umberto II lascia il Paese e si stabilisce a Cascais, in Portogallo).
Il libro (frutto di una ricerca trentennale, uscito nel 2002 per l'editore Ares, e ora riproposto da Mursia in versione ampliata e con inserto fotografico) è importante, tra l'altro, perché contiene una serie di rivelazioni scottanti di Massimo Caprara (l'allora segretario di Togliatti) sul presunto "parto pilotato" della Repubblica italiana ("Togliatti pilotò in modo illegittimo il referendum a favore della Repubblica e spiegò a me a Marcella Ferrara che 'i parti difficili vanno pilotati'. Questa è la verità e il mio contributo al bellissimo libro di Lucio Lami...").

mercoledì 14 novembre 2012

Szymborska: Basta così




Wisława Szymborska, "Basta così" (Adelphi, pagg. 92, euro 10)
Raccolta postuma della grande poetessa Wisława Szymborska (1923-2012), con tredici poesie inedite scritte tra l'ottobre del 2010 e il novembre del 2011. Con testo polacco a fronte e con riproduzione degli autografi

"A ognuno un giorno muore un proprio caro, / tra l'essere e il non essere / è costretto a scegliere il secondo. / E' duro riconoscere che è un fatto banale, / incluso nel corso degli eventi, / conforme a procedura, / prima o poi inserito nell'ordine del giorno, / della sera, della notte, di un pallido mattino; / scontato come una voce dell'indice, / come un paragrafo del codice / come una data qualsiasi / del calendario. / Ma è il diritto e il rovescio della natura. / Il suo omen e amen distribuiti a caso. / La sua casistica e la sua onnipotenza. / Solo ogni tanto / ci mostra un po' di cortesia - / i nostri cari morti / ce li butta nei sogni.

La repubblica delle stragi impunite




Ferdinando Imposimato, "La Repubblica delle stragi impunite" (Newton Compton, pagg. 386, euro 9,90)

La storia recente dell’Italia è attraversata da una lunga linea rossa, che va dalla bomba di piazza Fontana (dicembre 1969) alle morti di Falcone e Borsellino (maggio e luglio 1992), passando per Piazza della Loggia (maggio 1974), treno Italicus (agosto 1974), via Fani (marzo 1978), Stazione di Bologna (agosto 1980), Addaura (1989).
Stragi ancora impunite e piene di punti oscuri. Quale ruolo ha avuto la politica nella stagione delle stragi di Stato? Perché alcuni uomini delle istituzioni hanno favorito quelle menti criminali? Quale collegamento esisteva tra la strategia della tensione e Gladio, tra gli americani e gli attentati che hanno drammaticamente caratterizzato gli anni di piombo e quelli a seguire?

Stupidità




Gianfranco Marrone, "Stupidità" (Bompiani, pagg. 176, euro 12)

Saggio sulla "stupidità" del semiologo Gianfranco Marrone (di lui in libreria anche: "Addio alla natura", Einaudi, pagg. 146, euro 10). Sull'argomento consiglio anche il classico: Carlo Cipolla, "Allegro ma non troppo. Le leggi fondamentali della stupidità umana", il Mulino, pagg. 84, euro 8,80)

La stupidità vince. Bisogna farsene una ragione. Gli imbecilli ci sono sempre stati, si sa. Eppure, nell’attuale società dei media e dei consumi sono diventati una folla cianciante che dichiara bellamente la propria deficienza intellettiva e sentimentale, esibendola come un valore. Il cretino è cool, più volente che nolente: ce lo dicono la tv, la stampa, i brand, la rete; ce lo ribadiscono i colleghi d’ufficio, i vicini di casa, i compagni di merende, gli amici al bar. Ecco un’indagine semiseria sulla stupidità contemporanea, alla ricerca delle radici filosofiche, letterarie e antropologiche di quest’inquietante fenomeno del nostro tempo. Vagabondando fra le pagine dei più vari pensatori e scrittori (Flaubert, Musil, Adorno, Deleuze, Barthes, Sciascia, Eco...), l’autore conduce una riflessione sul senso della stupidità, sullo spazio che ha nella vita di ognuno, sulle ambiguità di cui si nutre, proponendone una piccola fenomenologia sociale. Antidoti? Qualcuno sicuramente sì. Prima regola: non sentirsi troppo intelligenti.

martedì 13 novembre 2012

I Sestanti




I "Sestanti", la nuova collana di storia e saggistica diretta da Paolo Mieli.
Dopo la prima uscita, l'ottimo "Il manoscritto" di Stephen Greenblatt (gran libro che consiglio, sul del "De rerum natura" di Lucrezio e la sua avventurosa riscoperta nel XV secolo, Rizzoli, pagg. 366, euro 22), la seconda e la terza uscita della collana: Fritjiof Capra, "L'anima di Leonardo. Un genio alla ricerca del segreto della vita" (pagg. 434, euro 22); Stephen Gundle, "Dolce vita. Sesso, potere e politica nell'Italia del caso Montesi" (pagg. 386, euro 22)

L'ANIMA DI LEONARDO
La scienza e l'"anima", il corpo umano e i rilievi della crosta terrestre, il percorso vitale del sangue nelle vene e della linfa nelle piante: sono le corrispondenze di cui è intessuta l'opera di Leonardo, artista e scienziato, instancabile osservatore di una natura che amava moltissimo e in cui cercava le risposte a ciò che più lo affascinava: il mistero della vita. Fritjof Capra ci accompagna alla scoperta di un Leonardo sorprendente e poco conosciuto: l'uomo dall'immaginazione straordinaria che si cimentò in campi scientifici che all'epoca non avevano neppure un nome, dalla fluidodinamica all'anatomia e all'embriologia, con una passione e uno spirito che sarebbero rimasti ineguagliati nei secoli.


LA DOLCE VITA
Quando Wilma Montesi viene trovata morta a Torvajanica la Questura di Roma tenta di archiviare il caso in tutta fretta come "morte accidentale". Ma lo scandalo scoppia lo stesso, e si espande fino a lambire la politica: tra i presunti colpevoli c'è infatti Piero Piccioni, figlio di Attilio, erede designato di De Gasperi. Il processo infiamma la stampa e dalle gallerie di Via Margutta ai locali di Via Veneto, tra nobili, attori, paparazzi e avventuriere si moltiplicano mezze testimonianze e "sensazionali rivelazioni". Con il piglio narrativo di un romanziere, o di un regista, Stephen Gundle ricostruisce il caso e i suoi colpi di scena sullo sfondo dell'Italia della Dolce vita: una storia ancora viva nella memoria nazionale, come una sinistra avvisaglia di molti mali a venire.

De Carlo: Villa Metaphora




In lettura, prime 150 pagine sorprendenti, secondo me eccezionali...

Andrea De Carlo, "Villa Metaphora" (Bompiani, pagg. 928, euro 19,5)
Una piccola isola vulcanica (inventata) ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, Tari. Un resort di lusso raggiungibile solo via mare, Villa Metaphora. Solo cinque suite, e quattordici personaggi che si passano il testimone di capitolo in capitolo (il libro copre sette giorni sull'isola): l'architetto e imprenditore milanese padrone del resort, la sua assistente e amante, un marinaio nato sull'isola, un falegname scultore, uno chef spagnolo, una ragazza italo­irlandese, una giornalista francese in incognito, un potentissimo banchiere tedesco e sua moglie, due anziani coniugi italiani, una giovane star del cinema americana e suo marito, un politico italiano.

"A considerare l'insieme, un miracolo di quelli scartabolanti, che ti lasciano disondato da non reggerti quasi in piedi, i pensieri spinnati, le sensazioni schiludinate, a non saper più se sei sveglio o nel più iperstrabiliato dei revi"

venerdì 9 novembre 2012

Racconti gastronomici





"Racconti gastronomici" (a cura di Laura Grandi e Stefano Tettamanti, Einaudi, pagg. 366, rilegato, euro 20)

Adamo ed Eva si giocarono il paradiso per una mela, Esaù vendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie.
Da sempre gli scrittori danno da mangiare e da bere ai propri personaggi, perché questi a loro volta nutrano i lettori: i pranzi serviti sulla pagina disvelano, come per incanto, la visione del mondo di chi si mette a tavola. Forse per questo, come dice Aldo Buzzi, lo scrittore che non parla mai di cibo "ispira diffidenza, come se mancasse di qualcosa di essenziale".
Testi "gastronomici" di: Aldo Buzzi, Shole Aleykhem, Roald Dahl, Joanne Harris, David Foster Wallace, David Sedaris, Giovanni Boccaccio, Clarice Lispector, Emilio De Marchi, Guy de Maupassant, Anton Cechov, Ernest Emingway, Varlam Salamov, John Fante, Dario Fo, Carlo Dossi, Giambattista Basile, Jacob e Wilhelm Grimm, E.T.A. Hoffmann, Peter Christen Asbiornsen e Jorgen Moe, Filippo Tommaso Marinetti, Piero Chiara, Gianni Rodari, Achille Campanile, Jonathan Swift, Raymond Carver, Stefano Benni, John Cheever, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Mario Soldati, Giancarlo Fusco, Goffredo Parise, Michel Tournier, Paul Auster, Dino Buzzati, Catherine Mansfield, Murakami Haruki, Paolo Monelli, Julian Barnes.

giovedì 8 novembre 2012

La perdita dell'Eldorado. Una cronaca coloniale




Vidiadhar Surajprasad Naipaul, "La perdita dell'Eldorado. Una cronaca coloniale" (Adelphi, pagg. 408, euro 26)
V. S. Naipaul, Nobel per la Letteratura 2001, nasce e cresce nell'isola caraibica di Trinidad (si trasferisce in Inghilterra nel '50, a diciotto anni, e diventa poi cittadino britannico).
"La perdita dell'Eldorado", un testo del 1969 che viene oggi proposto per la prima volta in traduzione italiana, è una storia dell'isola di Trinidad dal '500 ad oggi. E' un editore di Boston a chiedere a Naipaul di scrivere una storia della sua città, Port of Spain, a Trinidad. Ma quello che doveva essere un semplice libro di viaggio da mettere in una collana per turisti, diventa un libro che causa all'autore "un indicibile dolore". Esplorando la storia del suo Paese natale attraverso lo studio di una mole enorme di documenti inediti, Naipaul si rende conto di quanta violenza, di quanta barbarie e di quanta sofferenza si nascondano nel passato coloniale di questo Eldorado caraibico.

Crescere in un mondo dal "passato  ignoto" può segnare una vita intera. Non stupisce dunque che Naipaul, da ragazzo, a Trinidad, sentisse "l’assenza della storia": nessuno, intorno a lui, sapeva che Chaguanas, la sua città d'origine, trae il nome dai nativi che Colombo aveva chiamato "indiani" e che ora non esistono più, come i Caribi e gli Aruachi, svaniti senza lasciare monumenti; a nessuno interessava che l'isola fosse servita agli spagnoli solo come base per la corsa al­l'oro nella giungla sudamericana; e su quanto rimaneva delle piantagioni di canna da zucchero, risalenti alla successiva dominazione inglese, nessuno si interrogava. La storia era stata sostituita dai favoleggiamenti, che depuravano i fatti dalle loro scorie livide ammantandoli di innocenza, e soffondeva di un'aura fantastica i tumultuosi eventi delle Indie Occidentali. Ma alla fine degli anni Sessanta, attraverso lo studio rigoroso dei documenti conservati al British Museum, Naipaul intraprende un viaggio che lo sprofonda "in un orrore al quale non era preparato", in un "indicibile dolore": ma lo spinge anche a scrivere questa lucida, scabra cronaca, dove il fiabesco Eldorado si tinge di barbarie e lascia affio­rare schiavitù, massacri e torture divenuti e rimasti per secoli agghiacciante normalità. Visitando sotto la sua guida i grandi momenti in cui Trinidad è stata toccata dalla "storia", vedremo così gli europei 'civiliz­zatori' in una sinistra quotidianità, e l'e­popea della Conquista trasfigurarsi in catastrofe. E scopriremo una malattia tipicamente coloniale: la perdita della memoria.

Franzen: Più lontano ancora




"A volte sembra che le isole servano soprattutto a custodire il nostro sogno di solitudine. Quando però le raggiungiamo capiamo anche un'altra cosa: che dalle isole bisogna fare ritorno alla terraferma e lasciarsi alle spalle la rabbia, il dolore, la perdita che ci hanno condotti fin lì"

Jonathan Franzen, "Più lontano ancora" (Einaudi, pagg. 308, rilegato, euro 19,50)
Nel Pacifico meridionale, a ottocento chilometri dalla costa del Cile, c'è un'isola vulcanica dalle inaccessibili pareti verticali, lunga undici chilometri e larga poco più di sei, popolata da milioni di uccelli marini e da nessun essere umano. Si chiama Masafuera ("piú lontana").
Spinto da quell'inquietudine che solo certi viaggi riescono a placare, Jonathan Franzen, qualche mese dopo l'uscita (2010) di "Libertà" (capolavoro che consiglio di leggere: Einaudi, pagg. 622, euro 14), decide di raggiungere Masafuera e trascorrervi alcuni giorni. Insieme a lui soltanto una tenda, un GPS presto inutile, una copia di "Robinson Crusoe" e le ceneri dell'amico David Foster Wallace (lo scrittore, morto suicida il 12 settembre del 2008). Nella solitudine - non priva di avventurose e quasi mortali complicazioni - Franzen farà i conti con ciò che lega l'isolamento e il romanzo (il genere che insegna "come stare soli"), la modernità tecnologica con la sua valanga di stimoli superflui e la noia quale passaggio indispensabile per trovare se stessi. Ma farà anche i conti con il lutto, la perdita e la necessità, dolorosa, di parlare con i propri fantasmi: "la mia attuale fuga da me stesso era cominciata poco dopo la morte di David Foster Wallace, due anni prima. All'epoca avevo deciso di non affrontare l'orribile suicidio di una persona che amavo tanto, e avevo preferito rifugiarmi nella rabbia e nel lavoro".

René Guénon: Il simbolismo della croce




René Guénon, "Il simbolismo della croce" (Adelphi, pagg. 176, euro 22)

Pubblicato nel 1931, dopo i due grandi libri indiani ("Introduzione generale allo studio delle dottrine indù" e "L'uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta"), e ora riproposto in traduzione italiana da Adelphi (in Italia era già uscito negli anni '90 per la Luni Editrice, che però ha cessato l'attività nel 2007), "Il simbolismo della croce" è l'opera in cui il grande metafisico francese René Guénon (1886-1951) scelse l'immagine stessa su cui è fondata la civiltà occidentale cristiana per condurre una dimostrazione rigorosa e inflessibile, che permettesse di cogliere la "pluralità dei significati inclusi in ogni simbolo". I quali scorreranno qui davanti agli occhi del lettore come anelli di un'aurea catena: fra gli altri, la teoria indù dei tre guna (le qualità fondamentali che compongono il mondo), la simbolica della tessitura, l'Albero della Vita e l'Albero della Conoscenza, il rapporto fra il punto e l'estensione, il vortice sferico uni­versale, e infine la Grande Triade (Cielo, Terra, Uomo) della Cina arcaica.

Scultori della speranza. Arte e globalizzazione




Anna Detheridge, "Scultori della speranza. L'arte nel contesto della globalizzazione" (Einaudi, pagg. 302, euro 35)

Un saggio che esplora i confini dell'arte degli ultimi cinquant'anni per capire cosa significa essere un artista ai nostri giorni.
L'arte che produce idee, attitudini e non oggetti segna l'inizio di un terremoto che non ha mai smesso di suscitare stupore così come irritazione. Con l'affermarsi dell'arte concettuale ha luogo una rottura che travalica i confini della disciplina artistica e dei luoghi deputati della galleria e del museo, mettendo in crisi entrambi.
Il nuovo approccio si fonda su una visione dell'arte sostenuta da un profondo convincimento etico, e concepita come pratica critica che morde costantemente il fianco alle istituzioni e alle strutture stesse della creazione artistica.

Mario Praz: La filosofia dell'arredamento




Mario Praz, "La filosofia dell'arredamento. I mutamenti del gusto nella decorazione interna attraverso i secoli" (Guanda, pagg. 400, euro 34)

Torna a un prezzo "umano" questo classico di Mario Praz del 1964 (l'ultima edizione - Longanesi 2009 - costava 120 euro).

Quando, nel 1964, Mario Praz pubblica questa storia dell’arredamento dall’antica Roma ai giorni nostri, erano già apparse diverse opere del genere – ricostruzioni corredate da un’ampia documentazione fotografica e notizie sul contesto storico e sociale dei vari stili di decorazione interna –, ma nessuna era riuscita veramente a entrare nelle case del passato, a restituire lo spirito di quegli ambienti e la vita che pulsava dentro di essi. Dall’invenzione della meridiana ai drappeggi delle tende, dal gusto per il i capitonné e per la tappezzeria alla disposizione delle fonti di luce, dalla moda del cinz a quella delle cineserie: un immenso repertorio di dettagli, particolari nascosti ed eventi apparentemente marginali di cui Praz ricostruisce il percorso e l’evoluzione per lasciar assaporare al lettore la sostanza e il colore delle varie epoche con maggior efficacia di qualunque trattazione accademica.
Opera di uno scrittore d’eccezione – nonché ricercatore filologico, storico della letteratura e dell’arte e appassionato collezionista –, La filosofia dell’arredamento resta tuttora un classico fondamentale, un’opera imprescindibile per quanto riguarda la storia dei mutamenti del gusto nella decorazione d’interni.

Suor Elizabeth Johnson: Alla ricerca del Dio vivente




"Uno dei libri di teologia più importanti e più provocatori che sia mai apparso negli Usa dai tempi del Vaticano II" (The American Catholic)

Elizabeth Johnson, "Alla ricerca del Dio vivente" (Fazi, pagg. 320, euro 16)
Elizabeth Johnson, 69 anni, è una suora cattolica, esponente della teologia femminista, docente di teologia sistematica presso l'università dei gesuiti di New York (Fordham University), presidente della Catholic Theological Society of America e della Ecumenical Theological Society. Per questo suo libro ("The Quest for the Living God", uscito negli Stati Uniti nel 2007, tradotto ora in italiano) è stata condannata dalla Commissione dottrinale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti perché "non in accordo con l'autentico insegnamento cattolico sui punti essenziali".

Qual è il Dio vivente? Per Elizabeth Johnson è quello che si illumina di un nuovo significato ed è capace di accendere nuovi aneliti di fede nei diversi contesti della vita contemporanea. Ma soprattutto è un Dio degli umili, intravisto dagli oppressi nella sofferenza e nella miseria. "A partire dalla metà del xx secolo", scrive l'autrice, "si è assistito a un rigoglioso rinnovamento delle intuizioni su Dio. In tutto il mondo, gruppi diversi di cristiani, spinti da particolari congiunture storiche, hanno colto aspetti del Dio vivente da angolature nuove e inaspettate". Johnson ci accompagna così in un viaggio intenso attraverso le teologie più contestate: scopriamo che c'è una teologia dei latinos e dei neri, delle donne, di chi lotta per la liberazione, di chi dialoga con le altre religioni e con la scienza, e persino una teologia "ecologica". Questo saggio che incrocia la riflessione teologica con gli studi post-coloniali e il femminismo, la teoria sociale, la ricerca storica e la lotta per la liberazione, proponendo anche una nuova interpretazione della Trinità, ha scosso l'opinione pubblica mondiale e ha portato alla condanna di suor Elizabeth da parte dei vescovi degli USA.

Rosanvallon: Controdemocrazia




Pierre Rosanvallon, "Controdemocrazia. La politica nell'era della sfiducia" (Castelvecchi, pagg. 288, euro 22)

L'erosione della fiducia dei cittadini nei confronti degli amministratori e delle istituzioni democratiche è il grande problema politico del nostro tempo. Se l'ideale della democrazia è ormai pressoché dominante nel mondo, i sistemi politici che vi fanno riferimento vivono però una diffusa disaffezione e malcontento da parte delle popolazioni. Il progetto democratico, "grossolanamente degenerato, sottilmente ridimensionato o meccanicamente ostacolato", continua a rimanere incompiuto nonostante i proclami contrari. Ma come interpretare questi indizi di crisi, di malessere o di stallo? Ai lamenti sugli effetti dell'individualismo montante, del ripiegamento nella sfera privata, del declino della volontà politica, con l'ascesa di classi dirigenti sempre più distaccate dal popolo, lo storico francese Pierre Rosanvallon contrappone una concezione e una funzione positiva della sfiducia: la controdemocrazia, una modalità di partecipazione che non è il contrario ma piuttosto il completamento della democrazia, attraverso la quale la società civile sorveglia e stimola le istituzioni. Una democrazia della sfiducia organizzata che si confronta con quella della legittimità elettorale. La controdemocrazia diventa parte integrante delle istituzioni e, attraverso una continua sorveglianza e correzione, ne prolunga ed estende l'efficacia.

mercoledì 7 novembre 2012

Guido Crainz: Il Paese reale




Guido Crainz, "Il Paese reale. Dall'assassinio di Moro all'Italia di oggi" (Donzelli, pagg. 396, rilegato, euro 29)

La fine degli anni settanta segna una svolta nella storia della Repubblica: agli ultimi, cupi sussulti del decennio morente si intreccia l'emergere di trasformazioni colossali che riguardano l'economia e la cultura, il privato e il pubblico, la politica e la comunicazione. Nella convulsa stagione degli anni ottanta si ripropongono inoltre quelle tendenze esasperate all'affermazione individuale, quello sprezzo delle regole, quell'atteggiamento predatorio nei confronti del bene pubblico. Al tempo stesso giunge al punto estremo di crisi un sistema dei partiti sempre più portato a esaudire gli egoismi di ceto, pur di ottenere il consenso. Per molti versi dunque i lunghi anni ottanta si presentano come un luogo di incubazione del nostro presente. Il nesso fra gli anni di Craxi e l'era berlusconiana ha qui le sue radici, e in questo scenario si collocano le domande che oggi ci incalzano: perché l'anomala alleanza di centrodestra riuscì a improntare largamente di sé l'intero ventennio successivo? Quali sono le ragioni della quasi ventennale stagione di Berlusconi? E che Italia ci lascia, quella stagione? E ancora: ci sono le energie e le qualità per affrontare una difficile ricostruzione e misurarsi con la crisi internazionale che chiama in causa l'identità e il futuro dell'Europa? Da dove prendere l'avvio per invertire il degrado di un sistema politico e di una "partitocrazia senza i partiti" che ha superato ogni livello di guardia?

Le armi segrete di Hitler




David Porter, "Le armi segrete di Hitler" (L'Airone, pagg. 192, euro 24)

Dopo l'invasione dell'Unione Sovietica nel 1941, Hitler capì che la guerra sarebbe continuata per anni e decise di destinare grandi risorse allo sviluppo di nuovi armamenti tecnologicamente avanzati, convinto com'era che produrre "armi miracolose" rappresentasse la chiave di volta della vittoria. La Germania nazista promosse inediti velivoli a propulsore jet, aerei senza pilota, razzi a lunga gittata, "bombe robot" e carri armati super-pesanti. Molti di questi strumenti bellici - come i carri armati Tiger, i caccia Messerschmitt Me 26 e le bombe volanti VI - si rivelarono effettivamente funzionali ed ebbero notevole impatto sul corso del conflitto. "Le armi segrete di Hitler" esplora questo misconosciuto aspetto della macchina da guerra nazista. Suddiviso in base al tipo di dispositivi o di mezzi, il volume li prende in esame singolarmente e con puntuale dovizia di particolari, dal mastodontico, improbabile Landkreuzer P-l000 "Ratte" al bizzarro bombardiere composito Mistel, al portentoso sottomarino Seehund. I dati includono comparazioni e statistiche, come quelle relative alla diversa resa dei caccia jet in combattimento, alle installazioni e ai bersagli dei missili V2 e agli impieghi dei missili aria-superficie Hs 293 lanciati contro le forze navali Alleate. Centinaia di mappe, tabelle, foto e riproduzioni grafiche dei mezzi descritti integrano e arricchiscono la trattazione sulle armi segrete del Führer.

martedì 6 novembre 2012

Il ministero della paranoia. Storia della Stasi




Gianluca Falanga, "Il ministero della paranoia. Storia della Stasi" (Carocci, pagg. 320, euro 22)

La prima monografia italiana sulla Stasi, il grande apparato poliziesco di controllo e di spionaggio della DDR , che finora il pubblico italiano ha potuto "avvicinare" soltanto attraverso film come (il capolavoro) "Le vite degli altri"

Il suo peggior nemico: il libero pensiero. La sua arma più terribile: l'"Auschwitz delle coscienze", l'annientamento della persona con la violenza psicologica e l'isolamento in carcere. Esercito invisibile al servizio di un regime in guerra col proprio popolo, la Stasi è passata alla storia per l'efficienza operativa e l'ansia paranoica di controllo totale della vita di milioni di cittadini inermi. L'apertura degli archivi riservati permette oggi di guardare oltre il mito e ricostruire l'anatomia di uno dei più impenetrabili protagonisti della Guerra fredda. Come funzionava il sistema del "terrore discreto", sconvolgente realizzazione del Grande fratello profetizzato da Orwell? E quali furono le operazioni top secret che resero la Stasi leggendaria oltre i confini della DDR?



Rosario Romeo: Italia mille anni




Rosario Romeo, "Italia mille anni. Dall'età feudale all'Italia moderna ed europea" (Rubbettino, pagg. 228, rilegato euro 12,90)

Un testo del 1981 (nato, su sollecitazione di Spadolini, unendo quattro importanti saggi di Romeo sulla storia d'Italia) riproposto ora a distanza di trent'anni, in cui il grande storico Rosario Romeo (1924-1987; di lui disponibile qui in libreria anche la celebre "Vita di Cavour", Laterza, pagg. 552, euro 12) ripercorre le direttrici, il senso e i significati storici di oltre dieci secoli di storia d'Italia, dalla società feudale fino agli anni Settanta del '900

La tesi di laurea di Popper




La tesi di laurea di Popper (Università di Vienna, 1928), che esce ora per la prima volta in edizione italiana: "Sul problema del metodo della psicologia del pensiero" (Rubbettino, pagg. 110, rilegato, euro 12,90)

"Evitare errori è un ideale meschino: se non osiamo affrontare problemi che siano tanto difficili da rendere l'errore quasi inevitabile, non  ci sarà sviluppo della conoscenza (...) E' dalle nostre teorie più ardite che noi impariamo di più"

Enrico Mattei: Scritti e discorsi




"Per quanto fosse conosciuto soltanto come il capo del complesso monopolio dei combustibili del suo Paese, Enrico Mattei negli anni '50 era forse l'individuo più importante in Italia. Preferiva rimanere dietro le quinte, nel ruolo di un'eminenza grigia, ma la sua enorme influenza spaziava dalla politica italiana all'equilibrio della Guerra Fredda fra Oriente e Occidente ai rapporti diplomatici con il blocco comunista e i neutrali afro-asiatici" (The New York Times, 1962)

Enrico Mattei, "Scritti e discorsi" (Rizzoli, pagg. 1060, euro 29)
Questo volume riunisce per la prima volta oltre 200 discorsi di Enrico Mattei (molti inediti, molti apparsi sulla pubblicistica dell’epoca) grazie al contributo dell’archivio storico Eni.

Enrico Mattei nasce ad Acqualagna (Pesaro) nel 1906. Operaio, poi tecnico e direttore d’azienda, durante il secondo conflitto mondiale è tra i capi delle formazioni partigiane cattoliche. Nominato nel 1945 dal governo commissario di Agip, nel 1953 è il primo Presidente di Eni, la neocostituita azienda energetica dello Stato, ed è anche membro della Consulta nazionale, esponente della DC e deputato al Parlamento. L’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei, di ritorno dalla Sicilia, precipita in circostanze mai chiarite il 27 ottobre 1962 a Bascapè, vicino Pavia.

venerdì 2 novembre 2012

[Aristotele], Le Piante




[Aristotele], "Le piante (Peri phyton)" (Bompiani, pagg. 746, testo italiano e greco, euro 25)

Prima traduzione italiana integrale di uno dei più importanti trattati di botanica antica
Il Medioevo latino attribuisce quasi unanimemente il trattato ad Aristotele. Il trattato ha un carattere peculiare nell'ambito della botanica antica, in quanto affronta temi discussi principalmente in ambito biologico e filosofico: se la pianta sia un essere vivente, quale tipo di "anima" abbia, se sia capace di percepire, se i sessi siano in essa distinti, e in genere quali caratteristiche tipiche della fisiologia animale sia possibile riconoscere anche nella pianta. Esso ha costituito nel Medioevo e nel Rinascimento una delle fonti antiche più lette, come dimostra, tra gli altri, il "De vegetabilibus" di Alberto Magno.
Il testo originale del "Peri phyton" è perduto, e il trattato che leggiamo in greco, edito per la prima volta nei "Geoponica" (1539), e incluso in tutte le edizioni del "Corpus Aristotelicum" a partire dalla seconda edizione di Basilea (1539), è la retroversione greca (anonima) condotta sulla traduzione latina, condotta a sua volta su una traduzione araba di una traduzione siriaca.

Storia della Musica dalla Preistoria al Novecento




Kurt Pahlen, "Storia della Musica dalla Preistoria al Novecento" (Odoya, pagg. 384, immagini, euro 20)

Un testo del 1947 dello scrittore, compositore e direttore d'orchestra austriaco Kurt Pahlen (1907-2003), riproposto oggi in edizione italiana

La musica è un fenomeno inscindibile dalla vita umana fin dai tempi dei primi suoni della natura, che affascinarono e atterrirono i nostri progenitori. Ninna-nanna e canto funebre, danza rituale e terapia: sono tanti gli esempi storici e gli aneddoti che definiscono l'influenza delle melodie sull'uomo: Davide placò con l'arpa i cattivi pensieri del re Saul; Farinelli curò con la sua voce l'ipocondria di Filippo V di Spagna e la fiaba del Pifferaio di Hamelin è un tipico esempio degli effetti della musica su uomini e animali, fino ai compositori più geniali e celebrati nel grande mosaico dell'evoluzione spirituale e artistica, dai trovatori a Bach, dal teatro greco a Wagner, passando per Mozart, Beethoven, Verdi e Čajkovskij...

Lizzie Siddal. Il volto dei Preraffaelliti




Lucinda Hawksley, "Lizzie Siddal. Il volto dei preraffaelliti" (Odoya, pagg. 208, immagini, euro 16)

Biografia di Elisabeth (Lizzie) Siddal (1829-1862), pittrice, poetessa e modella  prediletta dei più importanti artisti inlgesi di età vittoriana (i cosiddetti "preraffaelliti": John Everett Milais, Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Fort Madox Brown, William Morris, Edward Burne-Jones).

Elizabeth Siddal (1829-1862), poetessa, pittrice e modella, si lasciò alle spalle la miseria degli slum di Southwark per diventare uno dei volti più celebri dell’Inghilterra vittoriana. Oggi, anche coloro che ignorano il suo nome ne riconoscono i delicati lineamenti nella fragile Ofelia di John Everett Millais e nella serafica Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti, due dei quadri più celebri dell’Ottocento. La sua immagine tormentata dalla bellezza sospesa e malinconica rappresenta universalmente l’incarnazione del movimento preraffaellita, impersonandone perfettamente l’idea di femminilità.
L’attrazione tra Lizzie e Rossetti diede inizio a nove anni di agonia sentimentale, durante i quali la donna aspettò disperatamente che il suo amante la sposasse, mentre Rossetti passava dall’adorazione possessiva al desiderio di nuove relazioni. Al momento del loro matrimonio Lizzie era minata dalla dipendenza da laudano e da una misteriosa malattia. Distrutta dalla gravidanza di una bambina nata morta e dai tradimenti del marito, la Siddal si tolse la vita poco prima di compiere 33 anni. Ma Lizzie Siddal fu anche una poetessa e artista di grande talento, descritta dallo scrittore e critico John Ruskin come un genio equiparabile a pittori del calibro di J.M.W. Turner e G.F. Watts.

giovedì 1 novembre 2012

Silenzio amico. La bellezza della clausura al tempo di internet




Giampiero Beltotto, "Silenzio amico. La bellezza della clausura al tempo di internet" (Marsilio, pagg. 272, euro 16,50)

Il giornalista Giampiero Beltotto nel 1979 aveva già dialogato con le trappiste di Vitorchiano (Viterbo), pubblicando il libro "Ho intervistato il silenzio", uno dei primi libri in cui si dava voce al monachesimo femminile. Oggi, a distanza di trent'anni, Beltotto ha intervistato le suore di clausura del monastero di Valsarena, vicino a Pisa: quaranta claustrali cistercensi tra i 28 e gli 88 anni che dialogo con l'autore su religione, Chiesa, ricerca della felicità e della bellezza, e su come vivono nella quotidianità la loro scelta di vita.

Il vangelo ebraico




Daniel Boyarin, "Il vangelo ebraico. Le vere origini del cristianesimo" (Castelvecchi, pagg. 192, euro 22)

Daniel Boyarin (1946- ) è uno storico delle religioni e talmudista (insegna Cultura Talmudica all'Università della California)

La tesi di Boyarin è che il Cristianesimo si è appropriato anche della vita di Gesù (Vangeli e altri scritti del Nuovo testamento) creando una contrapposizione tra Lui e l'ebraismo che in realtà non c'è mai stata. Sostiene Boyarin che molte parole di Gesù sono state distorte mentre nella realtà appartengono alla vita e alla fede ebraiche. Non solo, egli scrive che gran parte della stessa teologia cattolica, come l'idea della Trinità, la divinità Padre/Figlio, un redentore Dio e Uomo, sono già contenute - anche se in forma embrionale - nella dottrina ebraica: "Il Cristo-Messia esisteva, in forma d'idea ebraica, molto prima della nascita del Bambin Gesù a Nazareth"; "L'idea di un Messia sofferente è presente già nell'ebraismo antico".