Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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sabato 1 dicembre 2012

Occidente. Ascesa e declino di una civiltà




Niall Ferguson, "Occidente. Ascesa e declino di una civiltà" (Mondadori, pagg. 428, rilegato, euro 22)

Un viaggiatore che avesse circumnavigato il globo all'inizio del XV secolo sarebbe rimasto stupito dalle incredibili disparità fra l'emisfero orientale e quello occidentale. Infatti, mentre nella Pechino dei Ming era in costruzione la meravigliosa Città Proibita e in Asia Minore gli ottomani, impegnati nell'assedio di Costantinopoli, stavano per consolidare il loro impero, l'Inghilterra si presentava come un luogo di miseria e desolazione, tormentato dalla peste, da pessime condizioni igieniche e da sanguinosi conflitti. E negli altri litigiosi regni dell'Europa occidentale - Francia, Spagna e Portogallo - le cose non andavano meglio.
L'idea che l'Occidente avrebbe dominato il resto del pianeta per i successivi cinquecento anni gli sarebbe sembrata, quindi, pura fantasia. Che cosa ha permesso che ciò accadesse?
Per lo storico Niall Ferguson (professore di Storia Moderna all'Università di Harvard) la risposta va individuata in quelle che, con un'espressione presa a prestito dall'informatica, definisce "applicazioni vincenti ", cioè gli strumenti di civiltà di cui l'Occidente - a differenza dell'Oriente - ha saputo dotarsi: competizione (generata dalla decentralizzazione della vita politica ed economica), ricerca scientifica (in particolare in campo bellico), proprietà privata (e nascita dello Stato di diritto), medicina (e allungamento della vita media), consumismo (che ha dato il via alla Rivoluzione industriale) ed etica del lavoro (il collante morale necessario al nuovo ordinamento sociale).
È solo attraverso l'indagine sulle radici di questa duratura supremazia che potremo comprendere se quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni di profonda crisi economica e sociale è davvero il tramonto dell'Occidente e, insieme, l'alba di una nuova era.

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