Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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mercoledì 6 marzo 2013

Xiao Bai. Intrigo a Shangai




Xiao Bai, "Intrigo a Shangai" (Sellerio, pagg. 656, euro 16)

Shanghai negli anni Trenta vive la sua età dell’oro. È l’epoca della politica, della guerra civile tra nazionalisti e comunisti, del commercio e del contrabbando, dei traffici clandestini e delle spie. Donne fatali, avventurieri, giovani rivoluzionari, un’atmosfera elettrica e decadente, in un romanzo storico e noir che racconta una città cardine della modernità come in un affresco di Balzac.

"Fin dai tempi in cui Shanghai era diventata un porto franco, negli anni Quaranta dell’Ottocento, esisteva in città uno stile di vita nell’oscurità, completamente differente da quello delle vite quotidiane dei normali cittadini. Come un cuore palpitante, leggendario. Negli anni Trenta, avventurieri di ogni tipo vi andavano a vivere, per il rischio in se stesso, e ogni altro profitto era supplementare. Questa era l’origine vera della sua vitalità. Oggi tutto questo non esiste più". Con queste parole, Xiao Bai, ha dichiarato le intenzioni con cui ha scritto il suo romanzo: dipingere, con il pennello del noir e della storia di spionaggio, un grandioso affresco storico per fermare nella memoria la metropoli immensa che era nota, nel mondo galoppante degli anni Trenta del Novecento, come "il paradiso degli avventurieri".

Una nave attracca nel terzo porto del mondo. A bordo, Xiao Xue, un fotoreporter di padre francese e madre cinese, e la sua bellissima amante, Therese Irxmayer. Poco più in là, o poco dopo, in un attentato cade Cao Zhenwu, un uomo potente ai vertici del Partito Nazionalista. Gli era accanto la moglie Leng Xiaoman, un’ex rivoluzionaria. Xiao Xue incomincia a indagare, per un suo doppio o triplo interesse dal quale non è estranea la russa di Shanghai, Therese dagli affari, anche amorosi, sospetti. L’indagine lo impelaga sempre più in traffici di danaro e di guerre, in morti e segreti di ogni tipo, a iniziare un gioco rischioso con le autorità corrotte del controspionaggio e della polizia cinesi e occidentali, soprattutto a sfiorare Gu Fuguang, massimo leader dei rivoluzionari. Ma tutti sono spie, doppio e triplo giochisti. È in ballo il controllo della città in vista del tramonto del colonialismo. E la partita è giocata in modo sporco da tutti i contendenti: i nazionalisti, i comunisti, le triadi criminali, i colonialisti, i gruppi affaristici della borghesia compradora.

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