Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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venerdì 17 gennaio 2014

Keith Lowe - Il continente selvaggio



Keith Lowe, "Il continente selvaggio. L'Europa alla fine della seconda guerra mondiale" (Laterza, immagini, pagg. XVIII-498)

La seconda guerra mondiale lascia un’Europa nel caos. Un continente devastato, città intere rase al suolo, più di 35 milioni di morti. Ma la distruzione non è solo fisica: è anche sociale, politica, morale. Legge e ordine sono praticamente inesistenti. Istituzioni per noi oggi scontate, come governo e polizia, sono sparite o disperatamente compromesse. Non ci sono scuole né giornali. Non ci sono trasporti, né possibilità di comunicare. Non ci sono banche, ma tanto il denaro non ha più alcun valore. Non ci sono negozi, perché nessuno ha alcunché da vendere. Non c’è cibo. Non sembra essere nemmeno chiaro ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La gente ruba tutto quel che vuole. Uomini in armi vagano per le strade minacciando chiunque intralci il cammino. Non c’è vergogna. Non c’è moralità. C’è solo sopravvivenza. Per le generazioni attuali è difficile figurarsi un mondo del genere, eppure ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che hanno sperimentato proprio questo, e non in angoli sperduti del globo, ma nel cuore di quella che per decenni è stata considerata come una delle più stabili e sviluppate regioni della terra.

"Il continente selvaggio" racconta per la prima volta il lato oscuro e sconosciuto di quegli anni. È in assoluto la prima storia complessiva del periodo che va dalla seconda guerra mondiale all’inizio della Guerra fredda. È il ritratto di un’Europa dura, sconvolgente, inedita. 

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