mercoledì 3 agosto 2011

Scrittori italiani e America


Dopo il recente e monumentale "America amore" di Alberto Arbasino esce un altro testo significativo sul rapporto di amore/odio degli scrittori e degli intellettuali italiani nei confronti degli Stati Uniti: "Al di là del mito. Scrittori italiani in viaggio negli Stati Uniti" di Ambra Meda (editore Vallecchi, pagg. 386, euro 16). Il testo si concentra sul periodo del Ventennio fascista, periodo che oscilla tra due opposte ideologie, "una concezione mitica degli States, modellata sulla tensione libertaria e trasgressiva del romanzo americano contemporaneo mediata da traduttori d'eccezione come Pavese, Vittorini, Montale e Pintor" e una "demonizzazione della civiltà statunitense nel contesto dell'autarchia culturale imposta dal regime". Poi ci furono gli scrittori e i giornalisti che viaggiarono per davvero negli Stati Uniti, portando nella pubblicistica italiana l'esperienza diretta di quel Mondo e una serie di topoi e di riflessioni letterarie ricorrenti sull'America: la traversata dell'Atlantico, l'incontro straniante con le megalopoli e i grattacieli, la segregazione razziale, i problemi dell'alcolismo e del proibizionismo, la disagiata condizione dei nostri emigranti, il jazz e il cinema, la meccanizzazione e il materialismo, il gangsterismo, l'inusitata emancipazione delle american girls, ...

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