martedì 11 ottobre 2011

Rosario Bentivegna. Memorie di un antifascista


Rosario Bentivegna fu uno dei protagonisti dell'attentato partigiano di Via Rasella (a Roma) contro la polizia militare tedesca (23 marzo 1944, 44 morti). Attentato cui seguì la rappresaglia delle Fosse Ardeatine (335 morti tra civili e militari italiani). La Corte di Cassazione, attraverso una vicenda processuale che si è aperta nel 1949, ha giudicato i fatti di via Rasella come "legittimo atto di guerra". Ma restano le polemiche e le divisioni storiografiche su uno degli episodi più controversi della Resistenza. Oggi ottantanovenne, Rosario Bentivegna ha scritto un'autobiografia pubblicata da Einaudi (pagg. 426, euro 20). L'attività clandestina antifascista degli anni '30, l'adesione al PCI dopo l'8 settembre 1943, la resistenza nei Gap a Roma e i fatti di via Rasella, l'azione partigiana come comandante sui Monti Prenestini, poi la IV Brigata della Divisione Partigiana Garibaldi in Jugoslavia, il processo nel dopoguerra, la professione di medico, la militanza nel PCI, le battaglie per la prevenzione sanitaria negli ambienti di lavoro, l'attentato a Togliatti, gli arresti di militanti comunisti ad opera della polizia di Scelba, la crisi ungherese del '56, i viaggi nelle fabbriche dell'URSS e dell'Europa dell'Est, l'impegno a sostegno della Resistenza greca durante il regime dei colonnelli, l'uscita dal PCI nel 1985.

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