mercoledì 2 novembre 2011

Toccare i libri


In quale ordine (o disordine) tenere i libri? Leggerne uno solo alla volta o più libri contemporaneamente? Finire tutti i libri che cominciamo, anche quelli che non ci piacciono, come si imponeva di fare Tomasi di Lampedusa, o iniziare diversi libri e nel caso abbandonarli a piacimento? Si può scrivere sui libri o vanno trattati con i guanti? Quanti libri si possono leggere in una vita? Quanti vanno letti per davvero, e quanti basta averli in casa e magari sfogliarli? Una giornalista andò a trovare Umberto Eco a casa sua e gli chiese quanti libri avesse. Poi domandò: li ha letti tutti?, Risposta di Eco: "certo che no. Ogni lettore minimamente preparato sa che ci sono libri da leggere e libri da possedere". D'altronde nella Russia di Caterina la Grande (XVII secolo) un certo signor Klostermann riuscì ad arricchirsi vendendo ai nobili pile di libri in edizioni di lusso che contenevano carta straccia ma che funzionavano ottimamente (sempre che qualche ospite non chiedesse di visionare un libro...) per ostentare una ricca biblioteca personale. Che lettori sono stati i grandi scrittori? Quanti libri possedevano? E qual è il numero ideale di libri da possedere nella propria biblioteca personale? A queste ed altre domande prova a rispondere il giornalista e onnivoro lettore spagnolo Jesus Marchamalo nel bel libricino "Toccare i libri", uscito in Spagna nel 2004 e oggi per la prima volta tradotto in italiano. Editore Ponte alle Grazie, pagg. 61, euro 8.

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