"Il coraggio della verità" di Michel Foucault (Feltrinelli, pagg. 366, euro 35). Il libro è la trascrizione (finora inedita in Italia, uscita in Francia nel 2009) dell'ultimo corso tenuto dal filosofo francese al Collège de France. Siamo nel 1984. Foucault, già malato, comincia le lezioni soltanto a febbraio (di norma iniziavano a gennaio) e le porta a termine alla fine di marzo. Meno di tre mesi dopo (il 25 giugno) muore. Il corso riprende e approfondisce le analisi condotte l'anno prima nel ciclo di lezioni intitolato "Il governo di sè e degli altri" (per questo il presente volume è sottotitolato come "Il governo di sè e degli altri II"). Concetto fondamentale la parresia (nel pensiero greco, nel Nuovo Testamento, nei Padri della Chiesa, nelle Università medioevali,...), la libertà di "dire tutto", il coraggio di dire e di accettare la verità ("la parresia è il coraggio della verità di colui che parla e si assume il rischio di esprimere, malgrado tutto, l'intera verità che ha in mente; ma è anche il coraggio dell'interlocutore che accetta di accogliere come vera la verità oltraggiosa da lui sentita").
"L'insegnamento al Collège de France obbedisce a regole particolari. (...) La partecipazione ai corsi e ai seminari è del tutto libera; non richiede nè iscrizione nè titoli di studio. Ma neppure gli insegnanti ne rilasciano alcuno. Nel vocabolario del Collège de France si dice che i professori non hanno studenti ma solo uditori. (...) Foucault ha insegnato al Collège de France dal gennaio 1971 fino alla morte, avvenuta nel giugno 1984 - a eccezione del 1977, in cui egli potè beneficiare di un anno sabbatico. Il titolo della sua cattedra era: 'Storia dei sistemi di pensiero'. (...) Nei corsi di Foucault erano disponibili 300 posti, e c'erano 500 persone incollate, che occupavano anche il più piccolo spazio libero. (...) Il pubblico che si recava a seguirli non era solamente avvinto dal racconto che veniva costruito settimana dopo settimana; non era soltanto sedotto dal rigore dell'esposizione; vi trovava anche un tentativo di messa in luce dell'attualità. L'arte di Michel Foucault consisteva nel 'diagonalizzare' l'attualità attraverso la storia. Poteva parlare di Nietzsche o di Aristotele, della perizia psichiatrica nel XIX secolo o della pastorale cristiana, ma il pubblico ne traeva sempre un lume sul presente e sugli avvenimenti che gli erano contemporanei. La potenza particolare di Foucault nei suoi corsi dipendeva proprio da questo sottile incrocio tra erudizione profonda, impegno personale e lavoro sull'avvenimento. (...) Durante gli anni Settanta abbiamo assistito allo sviluppo, e al perfezionamento, dei registratori. La cattedra di Michel Foucault ne fu ben presto invasa. Ciò ha così consentito di conservare i corsi, e taluni seminari".
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