venerdì 20 aprile 2012

Guerra alle donne


Michela Ponzani, "Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, 'amanti del nemico' 1940-45" (Einaudi, pagg. 324, euro 25).


Storie di donne italiane durante la seconda guerra mondiale, con ampie citazioni dalle lettere private del fondo Rai-La mia guerra e dell'Archivio della memoria delle donne di Bologna.  Le donne partigiane, che - tra grandi tormenti interiori, incertezze e paure - combattevano non solo contro il nazifascismo ma anche in una sorta di guerra privata per l'emancipazione femminile, per sfidare i pregiudizi della società italiana dell'epoca e degli stessi compagni partigiani. Donne rimaste sole, mentre i mariti erano inviati al fronte, erano dispersi o erano stati deportati. Donne vittime di violenze e stupri, gli stupri di massa commessi dalle truppe occupanti tedesche e dai marocchini nel Basso Lazio. Ma anche donne che si sono innamorate del "tedesco invasore", donne che hanno avuto storie d'amore, e talvolta anche dei figli, da soldati tedeschi. Considerate nel dopoguerra le "amanti del nemico", queste donne e le loro storie sono state totalmente cancellate dalla memoria collettiva italiana, perché potesse trionfare indisturbato il mito della donna eroina, partigiana e madre.


"Avevo combattuto una guerra senza bombe e senza panni militari e ciò che rimaneva di me non si leggeva su uno stato di servizio (...). La guerra aveva risparmiato le nostre vite ma cancellato l'identità, l'anima; quella di prima era sepolta per sempre"
(Annamaria L.)

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