martedì 17 luglio 2012

Taccuino siriano




"Questo libro è la trascrizione, più fedele possibile, di due taccuini di appunti che ho preso durante un viaggio clandestino in Siria, nel gennaio di quest'anno. (...) Sono il rendiconto di un momento breve e già scomparso, quasi senza testimoni esterni, degli ultimi giorni della rivolta di una parte della città di Homs contro il regime di Bashar al-Assad, poco prima che fosse soffocata in un bagno di sangue, ancora in corso mentre sto scrivendo. (...) Com'è noto, il governo siriano ha quasi totalmente vietato ai giornalisti stranieri di lavorare sul suo territorio. I pochissimi professionisti che ottengono un visto per la stampa sono inquadrati e sorvegliati con attenzione, limitati negli spostamenti e nelle possibilità di incontrare comuni cittadini siriani, e soggetti a ogni sorta di manipolazioni o provocazioni - a volte con esiti fatali, come quella che è costata la vita al reporter francese Gilles Jacquier. Alcuni sono riusciti a lavorare fuori da questo quadro, entrando con un visto turistico e poi sfuggendo all'apparato di sorveglianza o passando la frontiera illegalmente, con l'aiuto dell'esercito siriano libero, come ho fatto io assieme al fotografo Mani"


Jonathan Littell, "Taccuino siriano" (Einaudi, pagg. 198, euro 17)


Jonathan Littell (1967- ), scrittore statunitense naturalizzato francese, racconta le due settimane e mezzo (dal 16 gennaio al 2 febbraio 2012) che ha trascorso in condizioni estreme, nascosto, in Siria, a Homs, nel cuore dei quartieri che si oppongono al regime sanguinario di Bashar al-Assad. Un documento al momento più unico che raro sulla vita quotidiana del popolo siriano in rivolta e sulle atrocità commesse dalle forze governative della Siria.

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