mercoledì 26 settembre 2012

Nabokov. Viva gli arlecchini!




"Smettila di tenere il broncio!, gridava la prozia: 'Look at the arlequins! Guarda gli arlecchini!'. 'Quali arlecchini? Dove?'. 'Oh, dappertutto. Tutt’intorno a te. Gli alberi sono arlecchini, le parole sono arlecchini; anche le sensazioni e le addizioni: metti insieme due cose – due arguzie, due immagini – ed eccoti un arlecchino triplo. Gioca! Inventa il mondo! Inventa la realtà!"

Vladimir Nabokov, "Guarda gli arlecchini!" (Adelphi, pagg. 296, euro 19)
Sono in corso di pubblicazione presso Adelphi tutte le opere di Vladimir Nabokov (1899-1977), il grande scrittore russo-statunitense autore di Lolita (1955) (emigrò negli stati Uniti nel 1940, da quel momento iniziò a scrivere i suoi romanzi in inglese, ma aveva già lasciato la Russia con la sua famiglia dopo la Rivoluzione del 1917, spostandosi tra Gran Bretagna, Germania e Francia).
Esce ora questo testo del 1974, finora inedito in italiano.

"È il 1974 e il settantenne Vadim Vadimovič, scrittore incluso nella rosa dei candidati al Nobel, ripercorre la propria vita con cruda sincerità. Nato a Pietroburgo in una famiglia aristocratica, vive un'infanzia solitaria e infelice che è all'origine di inquietanti turbe psichiche. Quando scoppia la rivoluzione bolscevica fugge avventurosamente all'estero e ripara in Inghilterra; più tardi, in Francia, ha inizio la sua carriera di letterato, illustrata con esilaranti notazioni. Arrogante e asociale, sbrigativo nei rapporti sentimentali, assillato dalla sensazione che la sua esistenza sia la parodia di quella di un altro, si sposa indotto solo da impulsi erotici, indulge a tradimenti con disinvolte fanciulle, prova torbide attrazioni per adolescenti impuberi, e mentre insegna svogliato in una detestabile università della provincia americana vede acuirsi i suoi disordini mentali. Dovrà arrivare alle soglie della vecchiaia per incontrare la vera eroina del libro, una giovane donna il cui nome resterà segreto – perché solo così si preservano le cose preziose della vita. Sarà lei a dischiudergli il nesso armonico tra amore e arte, tra invenzione e realtà: e la possibilità di trascendere il sé addentrandosi in una dimensione spirituale che ignora ogni confine. Tutt'altro che segreta è invece la vera identità di Vadim Vadimovič N., il Narratore, che subito si rivela una caricaturale rappresentazione del suo artefice: o meglio, del volgare fraintendimento della sua personalità generato da certa critica, incline a descriverlo come autoreferenziale, ossessionato dai doppi, dai personaggi marionetta che adombrano la mano del burattinaio"

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