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venerdì 29 marzo 2013
Peixoto. Libro
José Luis Peixoto, "Libro" (Einaudi, pagg. 298)
C'è un bambino accanto alla fontana di un piccolo villaggio portoghese. Ha solo sei anni e stringe un libro tra le braccia. Lo stringe forte come se da quel contatto dipendesse la sua sopravvivenza, come se quel volume definisse il volume di tutto il suo mondo. Perché in effetti il piccolo Ilídio non ha piú nulla: la madre l'ha abbandonato lí prima di emigrare in Francia, come molti portoghesi negli anni Cinquanta. Ilídio, nonostante tutto, crescerà e diventerà uomo, e conoscerà la fatica e conoscerà l'amore. Ma quando anche Adelaide, l'adorata, la sognata Adelaide, sarà costretta a emigrare a Parigi, Ilídio non rimarrà inerme accanto alla fontana, da solo. Questa volta combatterà: anche se vuole dire affrontare un viaggio che ha il sapore epico dell'odissea verso la metropoli, seducente e crudele, del maggio del '68.
José Luís Peixoto, nato nel 1974 a Galveias, un piccolo villaggio dell'Alentejo nel sud del Portogallo, è poeta, narratore e drammaturgo. Ha ricevuto in Portogallo numerosi riconoscimenti, tra cui, nel 2001, il prestigioso Premio José Saramago
"Scrivere un romanzo vuol dire portare dentro di sé un segreto enorme. Provare a disfarsene parlandone non serve a niente. Il mondo diventa conoscibile solo dopo la scrittura. L'unico modo per liberarci del peso del segreto è scriverlo. Fino ad allora, è impossibile da condividere. Tutto ciò che non è il romanzo è incapace di comunicarlo.
Mentre lavoravo a Libro dubitavo di me stesso, temevo che i personaggi non uscissero fuori, o la mia pelle assumesse la ruvidezza delle pietre del villaggio che riempiva i miei pensieri. Spesso, a metà di una conversazione, iniziavo a parlare con la voce di Galopim, di Cosme o d'Ilídio mentre attende il ritorno della madre. A quell'epoca mi portavo addosso anni che non avevo mai vissuto ma che, durante la stesura del romanzo, respiravo in maniera assoluta, totale. Sono nato l'anno della Rivoluzione dei garofani, nel settembre 1974, ma le domeniche, durante gli interminabili pranzi di famiglia, i miei genitori e le mie sorelle ripetevano le storie di prima che io nascessi quando, durante la dittatura, erano emigrati in Francia. Esattamente come centinaia di migliaia di altri portoghesi. Un milione e mezzo di persone sono emigrate in Francia tra il 1960 e il 1974: circa il 15% di tutta la popolazione del paese. Questa era la dimensione del segreto che mi portavo addosso mentre scrivevo Libro.
I miei genitori sono tornati in patria pochi anni prima della mia nascita, stabilendosi nel piccolo borgo nell'entroterra di Alentejo da cui erano partiti dieci anni prima. In questo piccolo paese di duemila anime ho passato la mia infanzia a immaginare Parigi"
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