giovedì 20 giugno 2013

Come l'acqua sul fiore di loto



Hwang Sok-yong, "Come l'acqua sul fiore di loto" (Einaudi, rilegato, pagg. 482)

Il libro racconta la vita avventurosa di una giovane donna, Shim Chong.
Shim Chong ha solo quindici anni quando viene venduta dal padre vedovo (la madre è morta dandola alla luce) a un mercante cinese che la conduce in Cina per diventare la concubina di un ricco ottuagenario. Durante il viaggio in mare dalla Corea alla Cina, si consuma una cerimonia dopo la quale lei riceve un altro nome (e un'altra vita): diventa Lianhua, Fiore di Loto. Qui viene iniziata ed educata ai codici richiesti dal suo nuovo ruolo, a vestirsi, truccarsi, profumarsi per ricevere (quando la notte è illuminata dalle lanterne rosse) il suo signore: Padron Chen. L'uomo ha ottant'anni e, nonostante l'ardore che lo anima, alla sua morte, che sopraggiunge nel letto della giovane dopo una notte di amore, Fiore di Loto è ancora vergine. Ma per poco. Sarà infatti posseduta contro la sua volontà dal figlio scapestrato del padrone e in cambio verrà da lui condotta a Jinjiang per continuare il suo apprendistato nell'universo delle case da tè, dove le geishe danzano, suonano e cantano e servono gli ospiti che dopo aver giocato a mah jong, a dadi, a carte richiedono i piaceri della carne.
Le avventure di Lianhua si svolgono tra terra e mare, in residenze signorili, bordelli, regge e case da tè. Fiore di Loto viaggia da Nanchino a Taiwan a Singapore. Nella sua lunga vita è concubina, prostituta, geisha, moglie (il marito verrà condannato a morte tramite la pratica del seppuku), madre, tenutaria di case di piacere, fino a essere, per un breve periodo, anche una principessa. Chong muore anziana, dopo essersi ritirata in una sorta di eremo insieme alla fedele dama di compagnia e a un monaco, confortata dall'affetto di una ragazza che, in un perfetto movimento circolare, sembra lei da giovane.

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