giovedì 25 luglio 2013

Splendor. Storia (inconsueta) del cinema italiano



Steve Della Casa, "Splendor. Storia (inconsueta) del cinema italiano" (Laterza, pagg. 136)

Lo sapevate che Michelangelo Antonioni, il regista intellettuale per eccellenza, si presta a girare gli interni del mitologico Nel segno di Roma con Anita Ekberg, che Sergio Leone non ancora famoso dirige Il colosso di Rodi e Gli ultimi giorni di Pompei e che Carlo Lizzani ha girato un western con Pasolini attore? Oppure che il futuro premio Oscar Carlo Rambaldi muove i primi passi costruendo una rudimentale idra a quattro teste per Maciste contro i mostri ma il camioncino che la trasporta si ferma per un guasto a Roma sulla via Tuscolana tra l’ilarità dei passanti?
Steve Della Casa racconta il cinema italiano da un punto di vista inedito: quello di chi il cinema l’ha fatto e di chi l’ha guardato. È una storia non lineare, inconsueta, raccontata il più possibile dai protagonisti, che mescola il cinema alto con quello commerciale, le punte di creazione artistica con gli espedienti più astuti e più divertenti. Perché il cinema italiano, secondo solo a Hollywood per film prodotti, ha una caratteristica: non è mai stato un’industria nel senso compiuto e letterale del termine, ma un vero e proprio turbinio di creatività, di artigianato e di arte di arrangiarsi. Non manca nessuno all’appello: dal D’Annunzio di Cabiria alla stagione del cinema di regime, dal neorealismo alla commedia all’italiana, dai film mitologici agli spaghetti western, fino a Benigni, fino a oggi.

Steve Della Casa scrive e conduce da vent’anni “Hollywood Party” di Radio Tre, il programma cult sul cinema, fiore all’occhiello della Rai. Si è laureato in Storia e critica del cinema con Gianni Rondolino. A vent’anni ha fondato con altri giovani cinefili il Movie Club di Torino e a trenta ha partecipato alla nascita del Torino Film Festival, del quale è stato direttore dal 1999 al 2002. È direttore del RomaFictionFest. È stato presidente della Film Commission Torino Piemonte per sette anni, ha collaborato ai festival di Venezia, Locarno, San Sebastián, Taormina ed è autore di monografie su Monicelli, Mattoli, Freda, Bava e Garrel.

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