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giovedì 17 ottobre 2013
Lance Armstrong. Il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi
Reed Albergotti-Vanessa O'Connell, "Il texano dagli occhi di ghiaccio. Lance Armstrong, il Tour de France e il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi" (Mondadori, pagg. 438)
«Ha mai fatto uso di sostanze o pratiche proibite per migliorare le prestazioni sportive?» Per quindici anni, a questa domanda Lance Armstrong ha risposto invariabilmente e testardamente: «No». Nel gennaio 2013, tuttavia, milioni di americani sono rimasti pietrificati di fronte alla sua confessione, fatta durante un’intervista televisiva rilasciata a Oprah Winfrey, e alla conseguente e drammatica caduta di uno degli atleti più osannati d’America, trasformato nel giro di poche ore da eroe in truffatore. In realtà, la confessione pubblica di Lance Armstrong ha suscitato molti interrogativi e non ha affatto sollevato il velo sulle complicità e le connivenze che hanno permesso all’atleta di tenere in scacco per tanti anni organizzazioni antidoping, giornalisti e appassionati
di ciclismo. Né Lance ha mostrato segni di pentimento, sostenendo anzi che il doping è una prassi comune negli sport di resistenza.
Reed Albergotti e Vanessa O’Connell, giornalisti del «Wall Street Journal», cercano in queste pagine di andare oltre quella confessione e di scoprire – grazie a conversazioni, documenti, testimonianze e interviste – chi sia veramente Lance Armstrong: una straordinaria combinazione di talento atletico, forza di volontà, ambizione. E cosa lo abbia motivato nelle sue scelte di uomo e di sportivo, dai tormentati anni dell’adolescenza all’incredibile guarigione dal cancro, dalla fondazione dell’istituzione benefica Livestrong fino alle strepitose sette vittorie consecutive al Tour de France, oggi cancellate dall’albo d’oro della Grande Boucle. I due giornalisti, che da anni seguono le vicende della US Postal, la squadra di Armstrong, mettono a fuoco l’intreccio inedito e inquietante di interessi milionari che fa da sfondo al mondo del ciclismo professionistico: la loro inchiesta getta infatti luce su coinvolgimenti insospettabili, da uomini di affari a politici influenti, e sulle sorprendenti connessioni con il mondo del business.
N
el racconto sfilano una miriade di personaggi: dagli ex compagni di squadra come Floyd Landis, che per primo ha rotto il muro dell’omertà sul doping, alla massaggiatrice Emma O’Reilly, che ne ha confermato le dichiarazioni; dal preparatore atletico Michele Ferrari, accusato di spingere all’uso di sostanze proibite, al direttore sportivo Johan Bruyneel che quell’uso ha avallato; fino a Travis Tygart che, a nome dell’agenzia antidoping statunitense, si è battuto senza mai arrendersi e con i pochi mezzi a disposizione – vero Davide contro Golia – per smantellare quel raffinato e blindatissimo sistema di corruzione, spionaggio e tecnologie all’avanguardia che ha permesso ad Armstrong prima di entrare nella leggenda e, qualche anno dopo, di diventare il simbolo di uno dei più grandi scandali nella storia dello sport.
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