martedì 11 febbraio 2014

Rithy Panh - L'eliminazione



Rithy Panh (con Christophe Bataille), "L'eliminazione" (Feltrinelli, pagg. 208)

Un quarto della popolazione cambogiana è scomparso in quegli anni (1975-1978), morto di fame, ucciso dalle malattie o assassinato dai fanatici compagni di Pol Pot. Rithy Panh è uno dei sopravvissuti. "L’eliminazione" è il racconto di quei giorni terribili


Rithy Panh nasce nel 1964 a Phnom Penh, in Cambogia. Dal 1975 è prigioniero nei campi di riabilitazione dei khmer rossi. Nel 1979, appena quindicenne, rie­sce a fuggire in Thailandia. L’anno successivo si trasferisce a Parigi. Nel 1985 si iscrive all’Institut des hautes études cinématographiques (Idhec) e firma il suo primo documentario nel 1989, Site II. Da allora Rithy Panh non ha smesso di lavorare contro l’amnesia del suo paese mostrando la tragedia cambogiana e le sue conseguenze – tra il 1975 e il 1978 il regime di Pol Pot ha fatto più di due milioni di morti.

Due uomini a confronto. Rithy Panh, regista scampato al genocidio dei Khmer rossi, e il boia Duch, pezzo grosso del regime di Pol Pot, capo del centro di tortura e sterminio S21. Partendo dal suo lavoro di documentarista impegnato a cercare la verità e conservare la memoria, Rithy Panh racconta questo incontro allo scrittore Christophe Bataille, coautore del libro. Figlio di un funzionario del ministero dell’Educazione del vecchio regime, dunque “popolo nuovo” (da rieducare e perseguitare) secondo la sinistra denominazione della Kampuchea democratica, Rithy Panh ha vissuto la deportazione, la malattia, gli stenti. Nel giro di pochi mesi ha visto morire di fame suo padre, i suoi nipotini, e poi, man mano, tutta la sua famiglia, sterminata silenziosamente insieme a milioni di altri cambogiani. Il racconto della sua infanzia, della sua preadolescenza, è la materia di questo libro straordinario e prezioso per il valore di testimonianza, che lo pone al livello delle opere di Primo Levi e Claude Lanzmann

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