giovedì 6 marzo 2014

Manlio Sgalambro (1924-2014)




MANLIO SGALAMBRO (1924-2014)

Da "Della misantropia" (Adelphi):

- "Io non sono un misantropo" dice a volte. E' solo un momento di debolezza

- Sono così distante da me stesso che nessuno mi vede. Solo solo intravisto

- Bestemmiava contro la storia della filosofia: "Questa disciplina mi ha costretto a occuparmi di Heidegger! A che punto ci porta!"

- Il fatto che avesse avuto molte donne aveva così poca importanza, nella sua vita, che non ne ricordava nessuna. Tutto ciò che gliene era rimasto era la pura essenza, non dei nomi. "Molte donne" era una Idea pura

- Delle cose della natura non si occupava. Chiedeva con disgusto: che vuol dire natura?

- Dei 'grandi uomini' non si occupava. Non perché li ritenesse piccoli. Ma proprio perché grandi

- Non mi approvo sempre, affermava. Ma quando non mi approvo, mi approvo. Cioè approvo quest'essere che si disapprova

- Ciò che poteva dire di se stesso lo riteneva del tutto frivolo. Detestava i saggi

- Una riunione di esseri umani lo faceva sbuffare. Tutto diveniva per lui insopportabile, alterava i suoi nervi. Che mostri, commentava

- Se sapeste che fatica avere un volto, sospirava

- Eppure era nato. La cosa lo meravigliava non poco

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