lunedì 1 settembre 2014

Pico della Mirandola. Mito, magia, qabbalah



Giulio Busi - Raphael Ebgi, "GIOVANNI PICO DELLA MIRANDOLA. MITO, MAGIA, QABBALAH" (Einaudi collana I Millenni, pagg. CVI - 454)

Eccentrico già agli occhi dei contemporanei, Pico (1463-1494) è sempre stato un pensatore difficile da collocare. Ricco, esibizionista, uomo di mondo e "dilettante di genio", il Conte della Mirandola è, dopo piú di cinque secoli, una sorta di ospite illustre e scomodo della cultura italiana.

Lorenzo de' Medici, tra i pochissimi che riuscirono a confrontarsi con lui (quasi) alla pari, lo definí «istrumento da sapere fare il male et il bene» e Pico, di cui tanto si è parlato e scritto, ci appare ancora come un enigma. L'Orazione sulla dignità dell'uomo è considerata uno dei testi piú rappresentativi del Rinascimento, ma il resto della sua opera - in tutta la sua lussureggiante erudizione - rimane quasi inaccessibile, tanto ricco da sconcertare e confondere. Con questo libro viene per la prima volta individuata una chiave interpretativa forte, che pone al centro delle riflessioni pichiane l'intreccio tra mito, magia e qabbalah: i tre gradini piú alti della scala sapienziale disegnata dal Conte. 

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