In libreria, appena arrivato, il volume secondo de "Il Figlio nel misticismo ebraico" di Moshe Idel, con traduzione del filosofo comasco, intellettuale, cosmopolita, traduttore, studioso del pensiero ebraico novecentesco ENRICO LUCCA
L'OPERA
- Il Figlio nel misticismo ebraico PARTE PRIMA (Centro Studi Campostrini, pagg. 376, anno 2013)
- Il Figlio nel misticismo ebraico PARTE SECONDA (Centro Studi Campostrini, pagg. 328, anno 2014)
PARTE PRIMA
Con questo testo, Moshe Idel si propone il compito non facile di presentare in un quadro sistematico l’evoluzione del concetto di filiazione divina nel misticismo ebraico, a partire dalle sue prime occorrenze nella letteratura biblica fino al Chassidismo.
Si tratta di un’opera molto importante perché colma una rilevante lacuna all’interno degli studi ebraici e della storia del misticismo, e nel rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Nonostante, infatti, l’idea di filiazione divina abbia avuto grande rilevanza per il cristianesimo, mancava fino ad oggi un’analisi chiara ed approfondita delle sue declinazioni all’interno della tradizione ebraica
PARTE SECONDA
Con questo secondo volume, Moshe Idel prosegue la sua indagine sulle molteplici forme in cui il concetto di filiazione divina ha trovato espressione nelle varie correnti del misticismo ebraico. Dopo essersi occupato della letteratura delle origini, del medioevo askenazita e della complessa elaborazione cabbalistica di Abraham Abulafia, Idel si sofferma ora sul grande corpus della letteratura zoharica, sulla riflessione mistica del Rinascimento Italiano - esaminando in dettaglio la relazione tra mistica ebraica e Qabbalah cristiana - sulla Qabbalah di Tsfat (Cordovero e Luria), sugli scritti teologici appartenenti alla tradizione sabbatiana e sui diversi rami della letteratura chassidica. Infine, nell’appendice Idel torna ancora una volta sulla figura di Enoc/Metatron, di cui si era già occupato nella prima parte del libro, per chiarire alcune questioni relative all’interpretazione di questa importante figura.
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