martedì 2 dicembre 2014

I pionieri del ciclismo



Silver Casadei, "I PIONIERI DEL CICLISMO. Quando gli eroi andavano in bicicletta" (Italica Edizioni, immagini, pagg. 144)

Nel 1886, lungo le strade dell’Inghilterra Vittoriana, gli strilloni dei giornali annunciano una bizzarra notizia: il diciottenne George Pilkington Mills ha traversato la Gran Bretagna da Nord a Sud a cavallo di un velocipede, impiegando poco più di cinque giorni di pedalate ininterrotte.

L’impresa suscita scalpore ed emulazione: in tutta Europa nascono velodromi e corse destinate a lasciare il segno. All’alba del ’900 anche l’Italia trova il suo primo eroe ciclista da celebrare: maglione vermiglio sempre indosso e temperamento focoso, il sedicenne Giovanni Gerbi, fino ad allora garzone di fornaio, comincia a farsi conoscere lungo tutta la Penisola, meritando l’appellativo di “Diavolo Rosso”.

Alle sue vittorie seguiranno quelle dei “Tre Moschettieri”: Luigi Ganna, statura ridotta ma fisico erculeo, Carlo Galetti, aspetto dimesso e gambe d’acciaio, ed Eberardo Pavesi, l’astuto “Avocatt”, si renderanno protagonisti di avventure fuori dall’ordinario, in un’epoca in cui gareggiare in bicicletta significava affrontare imprese ai limiti della resistenza umana.

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