martedì 9 dicembre 2014

Pietro Chesi - Il ciclista in camicia nera



Mauro Parrini, "PIETRO CHESI, IL CICLISTA IN CAMICIA NERA. L'UOMO CHE BATTE' BINDA E MORI' FUCILATO" (Mursia, immagini, pagg. 170)

L’epopea del ciclismo degli anni eroici e l’Italia popolare del Ventennio rivivono attraverso il ritratto di due temperamenti e di due destini opposti: quello di Alfredo Binda, il campione invincibile di Cittiglio, grande protagonista del ciclismo tra le due guerre, e quello di Pietro Chesi, detto Pelo, oscuro indipendente (o diseredato, come lo definivano le cronache sportive dell’epoca), che fuori dalle corse abbracciò l’ideologia fascista indossando la camicia nera.

Mauro Parrini ricostruisce le vicende di Binda e Chesi (coetanei, classe 1902) alternandole in un’avvincente narrazione, una corsa di coppia contro il tempo, come una volta si correva il Trofeo Baracchi. Tra i due la differenza di valore era abissale, ma a Pelo riuscì l’impresa di trionfare alla Milano-Sanremo del 1927 davanti al fuoriclasse varesino, vincendo la sua prima e unica competizione importante. Terminata l’attività agonistica, dopo l’armistizio divenne un milite della RSI. Accusato di delazione e collaborazionismo, fu catturato dai partigiani e fucilato a Firenze nel 1944. La fine di un’esistenza sempre vissuta al limite del traguardo.

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