venerdì 6 marzo 2015

L'ultima battaglia dei Nez Perce



Novità in libreria: Robert Forczyk, "L'ULTIMA BATTAGLIA DEI NEZ PERCE. 1877" (Libreria Editrice Goriziana, pagg. 146)

Nel 1877, mentre le guerre tra gli Stati Uniti e i nativi americani stavano volgendo al termine, una tribù in Oregon orientale, continuava a resistere strenuamente. Erano i Nez Perce, guidati dal cosiddetto “Napoleone Rosso”, Capo Giuseppe, che aveva rifiutato di arrendersi e di accettare il re insediamento. Capo Giuseppe organizzò invece un manipolo di alcune centinaia di guerrieri e partì per il confine canadese, inseguito da 2.000 soldati dell’esercito degli Stati Uniti guidati dal generale Oliver Howard. Dopo avere inseguito i nativi per tre mesi, combattendo in numerose azioni e in alcune vere e proprie battaglie (Bird Canyon, Big Hole) l’esercito statunitense infine, giunto a qualche decina di chilometri dal confine canadese, attaccò gli indiani, e li costrinse ad arrendersi dopo una battaglia di cinque giorni nei pressi di Bear Paw Mountain.

L’esito finale fu la resa definitiva, suggellata dal famoso discorso di Capo Giuseppe: “Sono stanco di combattere, i nostri capi sono tutti caduti, Looking Glass è morto, Toohoolhoolzote è morto. Tutti gli anziani sono morti. Ora i giovani diranno sì o no. Quello che guidava i giovani è morto. È freddo e non abbiamo coperte. I bambini muoiono di freddo. Alcuni della mia gente sono fuggiti sulle montagne e sono senza coperte e senza cibo. Nessuno sa dove questi siano, forse stanno morendo di freddo. Vorrei aver tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti ne posso ancora trovare. Forse li troverò fra i morti. Ascoltatemi, capi! Sono stanco, il mio cuore è malato e triste. A cominciare da dove ora è il sole, io non combatterò mai più”.

Nessun commento:

Posta un commento