Grandi riforme, palingenesi giudiziarie, rivoluzioni liberali, rivolte in Rete, rottamazioni, referendum epocali. Per decenni l’Italia ha inseguito il mito del nuovo inizio. Il Nuovo è diventato senso comune con la Seconda Repubblica: Nuovo si è presentato Berlusconi, Nuovi i tecnici come Mario Monti, Nuovissimi i cittadini scelti dalla Rete nel Movimento 5 Stelle, e Nuovo il renzismo. Il Nuovo è stato la via italiana al governo e alla politica. Ora sembra smarrito, per incapacità di elaborazione, fragilità culturale, inconsistenza progettuale. Ma nessuna restaurazione del passato è possibile. E l’Italia ha bisogno davvero di una nuova politica
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