Passioni ideali, politiche e dei sensi si scatenano nella città adriatica durante la stagione dannunziana, che fa di Fiume uno dei luoghi storici delle inquietudini dell’Europa uscita dalla Grande Guerra e il laboratorio del nuovo radicalismo europeo, che inventa liturgie seducenti e si pone a modello d’immaginazione creativa al potere. A rovescio, dopo solo un quarto di secolo, Fiume diventa oggetto di un’altra storia di passione, una via dolorosa al termine della quale il guscio della città rimane in piedi, ma il popolo che la abita deve invece prendere la via dell’esilio.
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