"Romanzieri ingenui e sentimentali" di Orhan Pamuk (Einaudi, rilegato, pagg. 152, euro 18).
Nell’autunno del 2008, due anni dopo il Nobel per la Letteratura, lo scrittore turco Orhan Pamuk viene invitato dall’Università di Harvard a tenere le Norton Lectures (cioè il ciclo di sei conferenze che l'Università di Harvard affida ogni anno, su tema liberamente scelto, alle più importanti personalità internazionali del mondo letterario, musicale e artistico; tra gli italiani l'onore è toccato a Calvino - "Lezioni americane", a Umberto Eco e a Luciano Berio). "Romanzieri ingenui e sentimentali" è la prima traduzione italiana delle Norton Lectures di Pamuk.
Tema: il romanzo. Il titolo è un richiamo al saggio di Schiller "Sulla poesia ingenua e sentimentale" (1795), e mette a capo alla distinzione di Pamuk tra due tipi umani ai quali corrispondono altrettante categorie di scrittori e di lettori: "alcuni autori non sono consapevoli delle tecniche che usano, scrivono in modo spontaneo, come se stessero compiendo un gesto del tutto naturale, dimentichi delle operazioni e dei calcoli che svolgono mentalmente (…). Userò il termine ingenuo per descrivere questo tipo di sensibilità, questo tipo di romanziere e di lettore di romanzi: quelli a cui non interessa quanto c’è di artificioso nello scrivere e nel leggere un libro. Sentimentali sono invece quei lettori e scrittori che sono affascinati dalla componente artificiosa del testo e dalla sua mancata adesione alla realtà, e che prestano severa attenzione ai metodi usati nello scrivere romanzi e a come funziona la nostra mente mentre leggiamo".
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