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mercoledì 6 giugno 2012
Dio non chiede troppo. Gente di Brianza nelle pietre di villa Gadda
Maria Orsola Castelnuovo, "Dio non chiede troppo. Gente di Brianza nelle pietre di Villa Gadda" (editrice Ancora, pagg. 128, euro 10)
Complimenti a Maria Orsola Castelnuovo per il suo libro (che consiglio), premiato nei giorni scorsi al Concorso Letterario Nazionale "Scriviamo Insieme".
Spunto per il libro sono i sei paracarri della Villa Gadda di Longone al Segrino, sei sculture, sei pietre che rappresentano altrettanti volti umani. Gadda detestava la villa di Longone (villa Pirobutirro a Lukones nel romanzo "La cognizione del dolore", venduta nel 1938 e oggi divisa in appartamenti e abitata da privati), così come disprezzava - sia pure con tutta la sua ironia- i rozzi e ignoranti "breanzoli" (si veda anche: Carlo Emilio Gadda, "Villa in Brianza", Adelphi, pagg. 72, euro 5,50). Il libro di Maria Orsola Castelnuovo è una sorta di difesa dei nostri nonni, di elegia per le virtù brianzole di un tempo che Gadda non riusciva o non voleva vedere dietro i tratti superficiali più rozzi e scostanti della gente di Brianza. A ognuno dei sei volti rappresentati sui paracarri di Villa Gadda, l'autrice collega e racconta sei brianzoli della prima metà del '900, sei vite brianzole archetipiche: Cecco (mediatore di case e terreni, artigiano, lavoratore instancabile); Ginetto (orfano di madre che scopre l'amore pescando sulle rive del Lago di Pusiano); Luigi (paisan che non si riprenderà più dalla distruzione delle sue proprietà nel nubifragio del 1910); Toselli (maestro elementare dai metodi pedagogici innovativi); Gnazzi (grande e grosso, instancabile dispensatore di ricordi e di racconti); Pina (reggiora, cioè reggitrice, di una famiglia patriarcale brianzola di inizio '900).
"(...) quel che Dio vuole non è mai troppo, secondo una giaculatoria ricorrente soprattutto da parte delle donne, che inconsapevoli l'avevano assimilata da San Paolo: non è mai troppo per noi da sopportare; infatti Dio ci dà il carico e anche la forza che serve a portarlo. Questa è la certezza che ha sostenuto la gente della Brianza attraverso le numerose peripezie che l'hanno toccata (...); questa è la forza che Gadda non ha colto, così lontano come dimostra d'essere da tali convinzioni, dalla fede nella Provvidenza che permea invece l'opera del suo amato Manzoni"
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