giovedì 11 ottobre 2012

Il prigioniero di Salò. Mussolini 1943-1945




Mimmo Franzinelli, "Il prigioniero di Salò. Mussolini e la tragedia italiana 1943-1945" (Mondadori, rilegato, pagg. 212, euro 19)

Il nuovo libro dello storico Mimmo Franzinelli (1954- ), uno dei massimi studiosi del fascismo (di lui al momento ho qui in libreria anche: "Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia" sui presunti Diari di Mussolini comprati da Dell'Utri, Bollati Boringhieri, pagg. 288, euro 16; "Il delitto Rosselli. 9 giungo 1937. Anatomia di un omicidio politico", Mondadori, pagg. 294, euro 10,80; "Guerra di spie. I servizi segreti fascisti, nazisti e alleati. 1939-1943", Mondadori, pagg. 306, euro 10,40; "Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922" (Mondadori, pagg. 474, euro 11).

"La tragica avventura della Repubblica di Salò viene spesso rappresentata e interpretata attraverso pesanti semplificazioni ideologiche. Tanto le versioni dei vincitori quanto quelle dei vinti hanno trascurato, e mistificato, la realtà storica a favore dell'esaltazione dell'amor patrio, sentimento nazionale, passione civile e – da ultimo – consacrazione eroica delle vittime.
Mimmo Franzinelli si lascia alle spalle queste logiche e sulla base di fonti inedite o sinora trascurate descrive la tentata resurrezione del fascismo nel settembre 1943 e i successivi sviluppi sino all'aprile 1945. Gli scritti di Mussolini, i rapporti di Kappler per Hitler, le carte di Claretta Petacci, i notiziari della Guardia nazionale repubblicana, le note della Segreteria particolare del duce rivelano vicende di equilibri estremamente instabili, dove Mussolini, inseguendo il sogno di una rinascita improbabile – anche sul piano personale – svolge comunque un ruolo da protagonista nella guerra civile innescata dalla costituzione della RSI e dall'insediamento del suo quartier generale sul lago di Garda. Consapevole di essere ostaggio dei nazisti, il vecchio dittatore è ristretto in un microcosmo di sopravvissuti, dove – esautorato dai tedeschi, criticato dai suoi stessi colonnelli e lontano dal suo popolo – ha come principale referente la giovane amante e come persistente ossessione lo spostamento della sede di governo lontano da Salò.
Il volume documenta la disistima del capo della RSI verso i suoi collaboratori, l'odio mortale per Alleati e partigiani, la prostrazione – sino al limite del suicidio – per la perdita di Roma e l'avvicinamento del fronte al Nord. E attraverso i dossier dei servizi segreti esamina l'estremo tentativo di riscatto, con il discorso milanese del Teatro Lirico, il 16 dicembre 1944. L'avvincente sezione conclusiva descrive settimana per settimana i tentativi di far espatriare Claretta Petacci, il terrore di essere arrestato dagli anglo-americani, la disperata ricerca di salvezza di un uomo convinto di essere un «cadavere vivente»"

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