giovedì 4 ottobre 2012

Tutto è in frantumi. Diario di un'ebrea olandese




Klaartje De Zwarte-Walvisch, "Tutto è in frantumi. 1943. Diario di un'ebrea olandese" (Guanda, pagg. 176, euro 16,50)

Klaartje de Zwarte-Walvisch ha trentadue anni quando inizia a scrivere il suo diario, il 20 marzo del 1943, giorno in cui lei e suo marito vengono arrestati nel loro appartamento di Amsterdam da due cacciatori di ebrei olandesi. Come centinaia di altre persone, Klaartje e il marito vengono rinchiusi nel teatro Hollandsche Schouwburg prima di essere deportati nel campo di concentramento di Vught, nel sud dell'Olanda.
Nel suo diario la donna racconta tutto quello che vede: i bambini in lacrime strappati ai genitori, gli abusi e le violenze perpetrati ai danni di anziani innocenti, e la marcia funebre di Chopin che accompagna il ritorno delle donne obbligate senza motivo a spostare pietre e mattoni.
Il diario si interrompe il 4 luglio 1943, quando Klaartje de Zwarte-Walvisch viene portata a Westerbok, un altro campo olandese di trasferimento, prima di essere portata definitivamente a Sobibor, dove morirà nelle camere a gas, il 16 luglio. Di suo marito si sono perse completamente le tracce.
Prima di salire sul treno per Sobibor Klaartje riesce a consegnare il diario al cognato, e proprio nelle mani del cognato, sopravvissuto allo sterminio, il diario è rimasto fino ad oggi senza mai essere divulgato. Alla sua morte, la figlia Miep l'ha donato al Museo Ebraico di Amsterdam, che ne ha deciso la pubblicazione.

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