sabato 18 maggio 2013

Bolaño. Un romanzetto lumpen




Roberto Bolaño, "Un romanzetto lumpen" (Adelphi, pagg. 124)

In Italia già proposto nel 2002 da Sellerio con il titolo "Un romanzetto canaglia", torna ora presso Adelphi "Una novelita lumpen" di Roberto Bolaño, da cui è stato tratto il film "Il futuro", nelle sale italiane da giugno 2013 (Alicia Scherson, con Manuela Martelli, Nicolas Vaporidis, Luigi Ciardo, Alessandro Giallocosta, Rutger Hauer).

«Ormai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente». Così comincia il breve, folgorante racconto dell'adolescenza di Bianca: ancora un personaggio, fra i tanti creati da Bolaño, che difficilmente dimenticheremo. Rimasti orfani dei genitori, Bianca e suo fratello scivolano a poco a poco in un'esistenza di ottusa marginalità, che li porterà a non uscire quasi più dall'appartamento in cui si sono rinchiusi, e dove passano nottate intere a guardare la televisione. A loro si aggregheranno due improbabili soggetti, «il bolognese» e «il libico», con i quali la ragazza dividerà a turno, svogliatamente, il letto – senza quasi sapere con chi lo sta facendo. Un giorno però entrerà nella loro vita un ex campione mondiale di culturismo, diventato cieco in seguito a un incidente, che tutti chiamano Maciste perché è stato un divo dei film cosiddetti mitologici. Uno che forse ha dei soldi, soldi che si potrebbero scovare e rubare. Con questo strano essere, che la attrae e la respinge al tempo stesso, Bianca vivrà una relazione che, nata sotto il segno della prostituzione e dell'inganno, si trasformerà invece in qualcosa di assai simile a ciò che chiamiamo «una storia d'amore».

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