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venerdì 3 maggio 2013
Jacek Dehnel. Il quadro nero
Jacek Dehnel, "Il quadro nero" (Salani, pagg. 252)
Francisco Goya (1746-1828), una leggenda vivente, una personalità esplosiva, pittore acclamato presso le corti reali di tutta Europa, ma agli occhi del suo unico figlio Javier un mostro gaudente, un egoista che vive solo per l’arte, incapace di dare amore a chi lo circonda. Tre diverse voci, intrecciate tra loro, narrano in questo romanzo gli ultimi anni di vita del grande pittore spagnolo, fuggito in esilio a Bordeaux con la sua ultima amante, Leocadia e la figlia di lei, Rosario. Ascoltiamo così Francisco, Javier e Mariano – padre, figlio e nipote – uniti e separati dall’arte e da sentimenti confusi d’affetto, di rabbia, di rivalità.
Francisco a Bordeaux dipinge e soffre per l’assenza di Javier, che da Madrid lancia le sue accuse contro un padre colpevole di aver sempre represso le sue passioni, di averlo costretto a un matrimonio non voluto, di aver forse, addirittura, insidiato sua moglie, fino a farlo dubitare della paternità di Mariano, che dal canto suo idolatra il nonno. Nemmeno la morte di Francisco riesce a spezzare questo claustrofobico e inquietante microcosmo. E su tutto aleggiano, terribili e bellissime, le “Pitture nere” della Quinta del Sordo, tra le quali spicca quel Saturno che divora i suoi figli che molto può spiegare di un rapporto impossibile.
Jacek Dehnel (Danzica, 1980). Romanziere, poeta, artista figurativo e dandy, enfant prodige del panorama letterario polacco contemporaneo, ha pubblicato il suo primo libro di racconti nel 1999 e due volumi di poesie nel 2004 e 2005, per i quali ha ricevuto il plauso del Premio Nobel per la Letteratura Czesław Miłosz (1911-2004). Nel 2005 ha vinto il Koscielski, il più prestigioso premio polacco per giovani scrittori. Di lui Salani ha già pubblicato "Lala. Sotto il segno dell'acero" (2009) che ha ricevuto il premio Passport, il più ambito riconoscimento letterario attribuito nel suo Paese.
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