martedì 14 maggio 2013

Marlene e Leni. Seduzione, cinema e politica




Gian Enrico Rusconi, "Marlene e Leni. Seduzione, cinema e politica" (Feltrinelli, pagg. 208)

Marlene Dietrich (1901-1992) e Leni Riefenstahl (1902-2003) sono state due icone del cinema del loro tempo, dalla Germania di Weimar all’America di Hollywood. Interpretando a modo loro “la donna nuova” hanno incarnato due differenti tipi di erotismo e di seduzione, mettendoli in scena sullo schermo – come attrice e cantante Marlene, come regista Leni.
I loro destini speculari, incrociati e opposti, attraversano un periodo cruciale della storia e della società occidentale negli anni Venti e Trenta – ma ancora oltre. Marlene, dopo il successo de L’angelo azzurro, assurto nel frattempo a uno dei simboli della “cultura di Weimar”, si trasferisce presto in America diventando una diva internazionale. Leni invece in Germania mette la sua straordinaria creatività registica al servizio del nazionalsocialismo (Il trionfo della volontà, Olympia) e alla seduzione di massa esercitata dal suo Führer. È il momento di maggiore divaricazione tra le due artiste. Con lo scoppio della guerra la Dietrich, antinazista dichiarata, usa la sua arte a favore della truppa combattente, ritornando nella sua Berlino in divisa americana. La Riefenstahl, invece, in nome della “apoliticità” dell’arte continua a inseguire i suoi modelli di estetica cinematografica, ancora molti anni dopo la catastrofe tedesca. 

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