martedì 5 novembre 2013

Milan Kundera. La festa dell'insignificanza



Milan Kundera, "La festa dell'insignificanza" (Adelphi, pagg. 136)
Il nuovo libro di Milan Kundera, in anteprima mondiale per Adelphi

"Il piacere della mistificazione doveva proteggervi. E' stata del resto la strategia di tutti noi. Da tempo abbiamo capito che non era più possibile rivoluzionare questo mondo, né riorganizzarlo, né fermare la sua sciagurata corsa in avanti. Non c'era che un solo modo possibile per resistere: non prenderlo sul serio. Ma mi rendo conto che le nostre beffe hanno perso ogni potere. Tu ti sforzi di parlare in pakistano per rallegrarti. Inutile. Provi solo stanchezza e noia"

"Se un uomo (o un'epoca) vede il centro della seduzione femminile nelle cosce, come descrivere e definire la peculiarità di tale orientamento erotico? Improvvisò una risposta: la lunghezza delle cosce è l'immagine metaforica del cammino, lungo e affascinante (per questo le cosce devono essere lunghe), che conduce alla realizzazione erotica; infatti, si disse Alain, anche in pieno coito la lunghezza delle cosce conferisce alla donna la magia romantica dell'inaccessibilità. Se un uomo (o un'epoca) vede il centro della seduzione femminile nelle natiche, come descrivere e definire la peculiarità di tale orientamento erotico? Improvvisò una risposta: brutalità; allegria; il cammino più breve verso il traguardo; traguardo tanto più eccitante perché duplice. Se un uomo (o un'epoca) vede il centro della seduzione femminile nel seno, come descrivere e definire la peculiarità di tale orientamento erotico? Improvvisò una risposta: santificazione della donna; la Vergine Maria che allatta Gesù; il sesso maschile inginocchiato davanti alla nobile missione del sesso femminile. Ma come definire l'erotismo di un uomo (o di un'epoca) che vede la seduzione femminile concentrata al centro del corpo, nell'ombelico?"


"L'insignificanza, amico mio, è l'essenza della vita. E' con noi ovunque e sempre. E' presente anche dove nessuno la vuole vedere: negli orrori, nelle battaglie cruente, nelle peggiori sciagure. Occorre spesso coraggio per riconoscerla in condizioni tanto drammatiche e per chiamarla con il suo nome. Ma non basta riconoscerla, bisogna amarla, l'insignificanza, bisogna imparare ad amarla"

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