giovedì 14 novembre 2013

Vargas Llosa. L'eroe discreto



Mario Vargas Llosa, "L'eroe discreto" (Einaudi, rilegato, pagg. 388)

Quando riceve una lettera di minaccia con un ragnetto al posto della firma, Felícito Yanaqué non perde tempo e va alla polizia di Piura a sporgere denuncia. È proprietario di una ditta di trasporti, ha una moglie, due figli, e una giovane amante di nome Mabel: ha faticato troppo per lasciare che qualcuno gli porti via tutto e, soprattutto, se c'è qualcosa che lo spaventa non sono certo i ricatti, ma il disonore, piuttosto. A Lima, intanto, Rigoberto, a un passo dalla pensione, viene chiamato a fare da testimone a Ismael, il suo datore di lavoro che sposerà in gran segreto la domestica Armida, per impedire che il suo patrimonio venga dilapidato dai figli. Al ritorno dal viaggio di nozze, però, Ismael muore e Armida, spaventata dalle pressioni degli eredi, scappa a Piura, dalla sorella. Sta a Rigoberto mantenere la promessa fatta da testimone e sistemare la faccenda.

Due storie dall'incastro perfetto, con dialoghi leggeri e gustosi, in cui si riaffacciano personaggi memorabili che il lettore riconoscerà senz'altro (il sergente Lituma de La casa verde o Rigoberto di Elogio della matrigna), e in cui Mario Vargas Llosa ritorna al suo Perú, terra di segreti e scontri tra generazioni, di poesia e di miseria, con un romanzo avvincente che straripa di maestria narrativa e - come disse Cortázar - di «un lusso romanzesco che induce uno stato prossimo all'ipnosi».

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