mercoledì 21 maggio 2014

Jennifer Worth - Chiamate la levatrice



Jennifer Worth, "CHIAMATE LA LEVATRICE" (Sellerio, prima edizione italiana, pagg. 504)

La cronaca, quasi un diario, delle giornate di una levatrice nell’East Side di Londra inizi anni Cinquanta, Jennifer Worth (1935-2011). Con lei si entra nella realtà delle Docklands, vite proletarie che sembrano immagini della plebe ottocentesca più che cittadini lavoratori del democratico Novecento. Un bestseller in Inghilterra, una serie televisiva della BBC, la storia di una donna che fa nascere i bambini nella Londra povera e malfamata degli anni Cinquanta. 

L’eroismo quotidiano di interventi clinici spesso drammatici, si mescola alla denuncia sociale, alla fiamma inestinguibile dei sentimenti umani, e alla ricchissima quantità di storie e ritratti. Accanto a questi, la galleria, tenera, nobile e a tratti comica, delle giovani levatrici e delle suore del convento di Nonnatus House, da cui le ragazze dipendevano professionalmente e dove abitavano. Su questa testimonianza aleggia un lieve «effetto Dickens» con un tocco di innocente gaiezza, che però non nasconde un monito evidente a favore delle politiche sociali solidaristiche, a non smantellare, per la scarsa memoria del passato, gli strumenti che hanno permesso di diffondere dignità umana.

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