venerdì 11 luglio 2014

Peccati d'estate



Anat Einhar, "PECCATI D'ESTATE" (Giuntina, pagg. 224)

Con una grande ricchezza di linguaggio, la capacità di mantenere sempre alta la tensione e la potenza di un immaginario vivido e di uno sguardo critico e arguto sulla società contemporanea, Anat Einhar tesse una trama avvincente e piena di significato che fa della sua opera prima una vera rivelazione nel panorama della letteratura israeliana.

Quattro storie in una città arroventata dal sole. I personaggi, come marionette mosse da fili immaginari, non possono sottrarsi al proprio destino; ognuno di loro reciterà la propria parte fino alle estreme conseguenze: chi quella della vittima, chi quella del carnefice. Accomunati dal calore di un’estate impietosa, che sembra risvegliare istinti e pulsioni violente, non troveranno sostegno nel prossimo né la forza interiore di respingere il peccato che li incalza.
Un professore di liceo scopre che i suoi studenti sono cresciuti e inizia ad averne paura. Un immigrato russo pulisce la casa di una celebre poetessa che lo accusa ripetutamente di furti mai commessi. Una bambina è costretta a portare un busto per curare la scoliosi e cerca aiuto in un misterioso vicino di casa. Una donna che non riesce a rimanere incinta stringe un patto sconsiderato con il cameriere di un bar sull’orlo del fallimento.

Nessun commento:

Posta un commento