Nuova uscita (la sesta) della collana di spiritualità e teologia "Campo dei fiori", diretta da Vito Mancuso e Elido Fazi. "Storia dei papi" del gesuita John O'Malley (pagg. 378, immagini, euro 19,50), docente di storia del cristianesimo alla Georgetown University e decano degli storici americani del cristianesimo.
"Devoti e scellerati, miti e determinati, intellettuali e semianalfabeti, astuti come i serpenti e semplici come le colombe, immane è la diversità degli uomini che furono eletti vicari di Cristo. Ma sempre essi hanno segnato i momenti cruciali della storia, (...) e ripercorrere la storia dei papi è anche un modo inedito di rileggere la storia del mondo, in particolare d'Italia. (...) Comunque vogliate spiegarlo, il papato ha dimostrato di essere un'istituzione resistente. Spesso apparentemente sull'orlo del tracollo, si è immancabilmente risollevato con sorprendente vitalità. Una cosa certo l'ha aiutato ad andare avanti: l'incrollabile certezza dei papi che essa sarebbe sopravvissuta. 'Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'. Queste parole di Gesù si riferiscono alla chiesa, non ai successori di Pietro. Ma i papi hanno l'abitudine di dimenticare la distinzione e di identificare le due realtà come una sola".
"Devoti e scellerati, miti e determinati, intellettuali e semianalfabeti, astuti come i serpenti e semplici come le colombe, immane è la diversità degli uomini che furono eletti vicari di Cristo. Ma sempre essi hanno segnato i momenti cruciali della storia, (...) e ripercorrere la storia dei papi è anche un modo inedito di rileggere la storia del mondo, in particolare d'Italia. (...) Comunque vogliate spiegarlo, il papato ha dimostrato di essere un'istituzione resistente. Spesso apparentemente sull'orlo del tracollo, si è immancabilmente risollevato con sorprendente vitalità. Una cosa certo l'ha aiutato ad andare avanti: l'incrollabile certezza dei papi che essa sarebbe sopravvissuta. 'Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa'. Queste parole di Gesù si riferiscono alla chiesa, non ai successori di Pietro. Ma i papi hanno l'abitudine di dimenticare la distinzione e di identificare le due realtà come una sola".
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