martedì 22 maggio 2012

Il secolo di Dante. Viaggio alle origini della Letteratura italiana



Teodolinda Barolini, "Il secolo di Dante. Viaggio alle origini della cultura letteraria italiana" (Bompiani, pagg. 706, euro 26)


Il libro, che funziona come un'ampia introduzione ai primi due secoli della Letteratura  italiana (Duecento e Trecento), raccoglie i più importanti saggi e studi (apparsi nell'arco degli ultimi vent'anni) di Teodolinda Barolini, presidente della Dante Society of America dal 1997 al 2003, direttore del Dipartimento di Italiano della Columbia University di New York, italianista e critico letterario tra i più importanti al mondo per la storia della cultura italiana del Duecento e del Trecento. Quindi Dante (perché ha scritto la Commedia, come ha pensato l'Inferno, la Vita Nuova, le Rime, ...) ma anche Petrarca, Boccaccio, Giacomo da Lentini, Guido Cavalcanti, Guittone d'Arezzo, la poesia d'amore e le sue fonti filosofiche e teologiche, il rapporto tra tradizione classica e visione cristiana negli uomini di cultura del XIII e XIV secolo, e uno studio sulla presenza femminile e il ruolo della donna nella produzione due-trecentesca.


"Uno dei migliori libri sulla nascita e lo sviluppo della cultura letteraria italiana" (Piero Boitani, Università La Sapienza di Roma)


"Un evento imperdibile per la storia della letteratura italiana e medievale" (Steven Botterill, Choice)



"Il più grande poeta italiano è apprezzato più dai giovani lettori fuori d'Italia che dai suoi conterranei, fatto che rivela una profonda perdita: l'icona dellunità nazionale e della certezza cristiana è stata comprata sacrificando una genuina eredità e identità culturale. I lettori dovrebbero sapere che se c'è uno spirito che disdegna le convenzioni e le certezze di comodo, questi è proprio Dante, il poeta che mette in discussione la giustizia di Dio finanche sulla soglia della visione beatifica. Dante non accetta semplicemente le cose come stanno. Anzi, pone i pagani virtuosi adulti nel limbo benché non vi sia alcuna giustificazione teologica per tale collocazione (i teologi riservano il limbo solo agli infanti non battezzati, essendo stati gli ebrei virtuosi biblici liberati dal limbo con la discesa di Cristo agli inferi). Per quanto riguarda il Paradiso, Dante si scaglia contro l'ingiustizia di dannare un individuo virtuoso per il solo fatto che sia nato oltre i confini della cristianità, sia sotto l'aspetto cronologico - nel caso dei buoni pagani dell'antichità -, sia sotto quello geografico, come nel caso dei contemporanei del poeta che vivono "a la riva / dell'Indo" (Par. XIX, 70-71). Questo è il Dante che noi dobbiamo restituire ai lettori italiani, che ne hanno una visione addomesticata e corretta oltre ogni possibile riconoscimento" (Teodolinda Barolini)

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