venerdì 22 giugno 2012

Quando ero capo della polizia. Carmine Senise



"Non sono mai stato un fascista, mi sento solo un servitore dello Stato"


Carmine Senise, "Quando ero capo della polizia. Diario 1940-1943" (Mursia, pagg. 294, euro 18)
Il prefetto Carmine Senise (Napoli 1883-Roma 1958) è stato capo della Polizia italiana dal 1940 al 1943, quindi durante il regime fascista e poi, per un breve periodo dopo la destituzione di Mussolini, con il governo del maresciallo Badoglio. Entrato per concorso al ministero dell'Interno nel 1908, promosso prefetto nel 1932, nel 1940 Senise subentra ad Arturo Bocchini ai vertici della Polizia italiana. A questo punto arriva la svolta. Senise partecipa attivamente al colpo di stato del 25 luglio 1943 contro Mussolini, poi -  dopo l'armistizio dell'8 settembre - è tra i pochi comandanti militari che scelgono eroicamente di rimanere a Roma. Il 23 settembre viene quindi arrestato dalle SS alla presenza del capitano Priebke e viene deportato, prima a Dachau e poi nel campo di sterminio di Hirschegg, in Baviera. Sopravvissuto e tornato in Italia dopo la Liberazione, Senise viene accusato di favoreggiamento del fascismo, ma è assolto dalla Corte speciale d'Assise di Roma. Queste memorie, edite nel 1946 e ora riproposte da Mursia a distanza di oltre sessant'anni, mostrano come Senise - tra difficoltà estreme - abbia sempre fatto il possibile per mantenere l'autonomia della Polizia dal regime fascista e da Mussolini.

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