Yngwie J. Malmsteen, "Implacabile. Il memoir" (Arcana, immagini, pagg. 240)
Come fa un ragazzo svedese a sbarcare in America alla tenera età di diciotto anni e, nel giro di un mese, a ritrovarsi con la gente che fa la fila per sentirlo suonare la chitarra? Dove ha imparato una tale tecnica? Come ha sviluppato uno stile così particolare? E che cosa succede dopo?
In "Implacabile" Yngwie Malmsteen rivive i momenti più gloriosi e più bui della sua leggendaria carriera di musicista tra i più ammirati, chiacchierati e imitati del mondo: da come riuscì a comprare la sua prima Strat e a costruire il suo primo muro di Marshall, fino alla verità dietro al titolo dell’album UNLEASH THE FURY del 2005, e oltre. Al centro della storia di Yngwie c’è la sua ribellione contro le convenzioni e le restrizioni della Svezia in cui è cresciuto. «Non distinguerti dalla massa», gli dicevano, quando sognava di diventare un musicista professionista. «Non avrai successo», lo ammonivano, quando desiderava suonare a tutto volume o eseguire canzoni poco note. La sua intera carriera è stata un’affermazione: io mi distinguerò, io avrò successo. Yngwie narra i piccoli e grandi episodi della sua vita senza orgoglio né rimpianti, ma con notevole intensità. E si addentra nel lato più torbido e corrotto del rock, rivelando come manager, case discografiche e altri l’abbiano derubato prima che sua moglie, April, salvasse lui e la sua carriera.
I musicisti saranno attratti dalle descrizioni di come Yngwie creò le sue canzoni migliori e dal suo approccio globale alla composizione e alle dinamiche interne ai gruppi, ma anche dall’ammirazione che dimostra per i musicisti che hanno influenzato la sua tecnica e lo sviluppo del suo unico stile metal neoclassico, dal violinista e compositore Niccolò Paganini a Ritchie Blackmore dei Deep Purple.
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