Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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lunedì 1 settembre 2014

Seamus Heaney - Morte di un naturalista



SEAMUS HEANEY, "MORTE DI UN NATURALISTA" (NUOVA EDIZIONE, testo inglese e italiano, traduzione di Marco Sonzogni, Mondadori, pagg. 128)

Con 'Morte di un naturalista', nel 1966, iniziava la straordinaria avventura poetica del poeta irlandese Seamus Heaney (1939-2013, Premio Nobel per la Letteratura nel 1995). Il suo esordio aveva subito imposto una personalità d'autore matura e originalissima, la cui voce si sarebbe ben presto confermata inconfondibile e centrale nel panorama della poesia degli ultimi cinquant'anni.

Carico di motivi che verranno poi a svilupparsi nella coerenza delle opere successive, questo primo libro colpisce fin dalle battute iniziali per l'energia con cui viene presentato un mondo in cui il legame con la terra – e con la quotidiana esperienza umile di chi la abita e lavora – sprigiona un senso di complessa autenticità vitale, tanto lontana dalla realtà di oggi da sembrare quasi preistorica. Per gli uomini del paesaggio irlandese di Heaney, la realtà è nella fatica e nella sapienza del lavoro, nello scavo della terra stessa. E il poeta è un osservatore sensibilissimo di fronte alla molteplicità della natura, nel suo incessante ripetersi di morte e rinascita, dove la bellezza e la meraviglia vengono inesorabilmente a coesistere con l'orrore e la paura. Una molteplicità, quella che si manifesta in Morte di un naturalista, pullulante di presenze, di animali, a volte lievi e guizzanti come farfalle o trote, ma spesso invece inquietanti come rane, topi o pipistrelli o quei poveri gattini affogati. 

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