"La città di Sarajevo ha avuto il paradossale destino di essere insieme un simbolo della violenza politica lungo l’intero ventesimo secolo (dall’attentato di Gavrilo Princip nel 1914 all’assedio degli anni novanta) e un modello europeo di cosmopolitismo e pacifica convivenza tra identità religiose, etniche e culturali diverse, grazie alla coscienza civica dei suoi abitanti. (...) Che la cultura distintamente pluralista di Sarajevo sia sopravvissuta alle devastazioni della Prima guerra mondiale è degno di nota; che quella stessa cultura non solo si sia preservata ma addirittura abbia prosperato a dispetto della guerra e dei genocidi del secondo conflitto mondiale è straordinario "
Emily Greble, "Sarajevo la cosmopolita. Musulmani, ebrei e cristiani nell'Europa di Hitler" (Feltrinelli, pagg. 368, euro 25)
Saggio storico sulla Sarajevo degli anni '40 (la Sarajevo conquistata da Hitler e incorporata nello Stato satellite della Croazia, sotto il regime degli ustascia) e sui rapporti, all'interno della città, tra le diverse comunità religiose (musulmana, cattolica, serbo-ortodossa, ebraica) e tra le diverse cittadinanze (bosniaci, serbi, croati, ebrei sefarditi e askenaziti, rom).
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