Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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venerdì 10 agosto 2012

Osservatorio Asia. L'Indonesia




Romeo Orlandi (Osservatorio Asia), "Indonesia. Passaggio a Sud-Est" (il Mulino, pagg. 256, prefazione di Enrico Letta, euro 20)



L'Osservatorio Asia nasce nel 2004 dalla collaborazione tra esponenti del mondo imprenditoriale e accademico italiano con lo scopo di analizzare i rapporti economici tra l'Italia e l'Asia Orientale  stimolando gli imprenditori italiani ad acquisire una maggiore consapevolezza delle crescenti opportunità sui mercati asiatici.
Dopo l'uscita dei volumi dedicati a Cina, India (due libri) e Vietnam (tutti editi da il Mulino, e procurabili in pochi giorni), esce ora la quinta pubblicazione a cura dell'Osservatorio Asia (dell'economista Romeo Orlandi, che ne presiede il Comitato scientifico), con la collaborazione di Arel (l'Agenzia di ricerche e legislazione fondata da Beniamino Andreatta): un testo che racconta la situazione economica e politica dell'Indonesia attuale, aggiornata al 2012.


"La crescita indonesiana ha riportato il paese nell'alveo dei successi asiatici. Per decenni adagiato su una lentezza strutturale, governato con rigore ma con scarso dinamismo, il paese aveva visto allontanarsi gli spettacolari sviluppi delle nazioni vicine. Prigioniera di una lunghissima guerra fredda, l'Indonesia era progredita a ritmi ridotti, incoerenti con la vastità del territorio, l'operosità della popolazione, l'immensa dotazione di risorse naturali. Le 17.000 isole dell'arcipelago non riuscivano ad emanciparsi compiutamente da un destino che sembrava segnato. Eppure la crisi asiatica del 1998 ha imposto un cambio di regime e accelerato il mutamento. Da allora il paese ha conosciuto, attraverso un percorso accidentato e talvolta contraddittorio, una stagione di riforme ancora in atto. Un nuovo sistema democratico ha assunto forma e sostanza, la dialettica parlamentare si è consolidata. Contemporaneamente, le condizioni di vita sono migliorate in un circuito di autoalimentazione socio-economica. L'ingresso del paese nel G20 ne certifica la forza e l'inclusione nel novero delle potenze mondiali, consegnando alla storia la rassegnazione, l'indigenza e l'antistorico affidamento sulle materie prime"

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