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Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)
giovedì 20 giugno 2013
Mauro Corona. Guida poco che devi bere
"Bevete e divertitevi, ma non cancellate con l'alcol le vostre tracce"
Mauro Corona, "Guida poco che devi bere. Manuale a uso dei giovani per imparare a bere" (Mondadori, pagg. 112)
Consapevole di aver trascorso anni di bevute colossali - cantati e celebrati anche nei suoi libri - Mauro Corona ora cambia passo: si guarda indietro con lucidità e con l'atteggiamento critico di chi sa che nella vita gli è andata bene e sente che è arrivato il momento di mettere in guardia i giovani, perché non prendano con leggerezza, e tantomeno con esaltazione, l'alcol, nemico subdolo e accattivante. Non si considera un medico, né uno psicologo, né un "indicatore di vie con l'indice puntato": è sempre lui, uno che ha fucilato la serenità della sua vita con l'alcol, nello specifico il vino. E sa benissimo che raccomandare ai giovani di non bere è come pretendere che non piova, quindi tanto vale dare loro qualche dritta per "bere bene senza fracassarsi il naso". Richiamando i suggerimenti che lui, a sua volta, non ha mai ascoltato, rievocando le memorabili avventure tra i monti di Erto e la valle del Vajont, e le sbronze che hanno tagliato le gambe dei suoi compagni e le sue, Mauro Corona stila un elenco di consigli, anzi, di veri e propri comandamenti.
Come l'acqua sul fiore di loto
Hwang Sok-yong, "Come l'acqua sul fiore di loto" (Einaudi, rilegato, pagg. 482)
Il libro racconta la vita avventurosa di una giovane donna, Shim Chong.
Shim Chong ha solo quindici anni quando viene venduta dal padre vedovo (la madre è morta dandola alla luce) a un mercante cinese che la conduce in Cina per diventare la concubina di un ricco ottuagenario. Durante il viaggio in mare dalla Corea alla Cina, si consuma una cerimonia dopo la quale lei riceve un altro nome (e un'altra vita): diventa Lianhua, Fiore di Loto. Qui viene iniziata ed educata ai codici richiesti dal suo nuovo ruolo, a vestirsi, truccarsi, profumarsi per ricevere (quando la notte è illuminata dalle lanterne rosse) il suo signore: Padron Chen. L'uomo ha ottant'anni e, nonostante l'ardore che lo anima, alla sua morte, che sopraggiunge nel letto della giovane dopo una notte di amore, Fiore di Loto è ancora vergine. Ma per poco. Sarà infatti posseduta contro la sua volontà dal figlio scapestrato del padrone e in cambio verrà da lui condotta a Jinjiang per continuare il suo apprendistato nell'universo delle case da tè, dove le geishe danzano, suonano e cantano e servono gli ospiti che dopo aver giocato a mah jong, a dadi, a carte richiedono i piaceri della carne.
Le avventure di Lianhua si svolgono tra terra e mare, in residenze signorili, bordelli, regge e case da tè. Fiore di Loto viaggia da Nanchino a Taiwan a Singapore. Nella sua lunga vita è concubina, prostituta, geisha, moglie (il marito verrà condannato a morte tramite la pratica del seppuku), madre, tenutaria di case di piacere, fino a essere, per un breve periodo, anche una principessa. Chong muore anziana, dopo essersi ritirata in una sorta di eremo insieme alla fedele dama di compagnia e a un monaco, confortata dall'affetto di una ragazza che, in un perfetto movimento circolare, sembra lei da giovane.
Giuseppe Conte. Il male veniva dal mare
Giuseppe Conte, "Il male veniva dal mare" (Longanesi, rilegato, pagg. 450)
Nizza, Baia degli Angeli, terzo decennio del XXI secolo. Nyamé Kumasi, un giovane cronista mezzo italiano e mezzo ashanti, e Marlon, un anziano senzatetto suo amico, scoprono sulla battigia il cadavere orribilmente deturpato di una giovane donna. Il commissario Cavallero, incaricato delle indagini, segue dapprima la pista del delitto a sfondo sessuale, ma nelle acque della Baia, dopo l’arrivo della meganave Sirena, compaiono muovendosi a velocità fulminea misteriose entità luminescenti, che si rivelano meduse di una specie sconosciuta. E quando un’altra ragazza viene rinvenuta morta sulla spiaggia, con tracce di veleno di medusa nel sangue, il commissario dichiara risolto il caso.
Per Nyamé e Asal Fortini, una studentessa di biologia ribelle a tutto e a tutti, quella soluzione del caso è solo apparente. Deve esserci dell’altro, qualcosa che supera l’evidenza. I due cominciano così una loro indagine che li metterà in contatto con inquietanti personaggi perduti nei labirinti del male, sino a una terribile rivelazione...
Giuseppe Genna. Fine impero
Giuseppe Genna, "Fine impero" (Minimum fax, pagg. 240)
Che cosa accade a un uomo quando perde tutto? Se il paese è l’Italia e quell’uomo è un intellettuale che per sbarcare il lunario scrive per le riviste di moda, il dramma privato può rivelarsi una porta d’accesso verso un altro tipo di disastro: il mondo contemporaneo. Ecco allora che il protagonista di "Fine Impero" intraprende la sua discesa al centro della terra aggirandosi nella notte senza fine di ciò che per comodità chiamiamo ancora show business. A fare da traghettatore c’è zio Bubba, un uomo che è «più dei politici»: agente, impresario, personaggio misterioso e chiave di volta per comprendere in cosa ci sta trasformando lo spettacolo del potere che (dagli schermi tv invasi dai talent e dai reality, fino al profondo della nostra intimità) contempliamo senza sosta a occhi spalancati. Fino a quando non si spalancherà anche la piccola porta di una tragedia la cui potenza non è possibile arginare – il mistero inesplicabile della morte dei bambini su cui la grande letteratura non fa che interrogarsi ciclicamente. Giuseppe Genna, lo scrittore che meglio ha indagato le pieghe più inquietanti dell’Italia di questi anni, racconta una parabola che ci riguarda da vicino. Abbiamo dimenticato qualcosa di fondamentale tra le stanze di un brutto sogno, e l’unico modo per riprenderla è tuffarcisi dentro.
mercoledì 19 giugno 2013
Ian Sample. Higgs e il suo bosone
Ian Sample, "Higgs e il suo bosone. La caccia alla particella di Dio" (il Saggiatore, pagg. 328)
Sono tutti lì, fuori dai cancelli del cern, per farsi dire che è vero: il bosone di Higgs esiste. È il 4 luglio 2012. Sono trascorsi cinquant’anni da quando Peter Higgs abbozzava nel suo taccuino la possibilità di una nuova particella; quattro da quando è entrata in funzione la più grande e sofisticata macchina che l’uomo abbia mai concepito e costruito, un colossale anello sotterraneo di otto chilometri di diametro, il Large Hadron Collider. L’obiettivo è completare il Modello Standard, l’insieme delle leggi che governano tutte le particelle dell’universo. Per riuscirci, l’lhc deve catturare e osservare l’ultima di esse che ancora sfugge agli sforzi degli scienziati: il bosone di Higgs, la particella di Dio.
In "Higgs e il suo bosone" Ian Sample racconta l’epopea scientifica che ha appassionato il mondo intero. Intelligenza, tenacia, talento, scoramenti e coraggio. Big Bang, universo, velocità della luce, urti di particelle. Sperimentare. Caparbiamente. Sperimentare ancora. Cercare l’inesistente per dimostrare che esiste. Oltre dieci anni di lavoro, venti nazioni coinvolte, miliardi di dollari investiti e diecimila scienziati impegnati in tutto il mondo per rispondere a un’unica domanda: perché gli elementi dell’universo hanno assunto una massa? Perché si è passati dal turbine di particelle prive di massa e vaganti alla velocità della luce alle forme conosciute? E che parte ha il bosone in tutto questo?
Ian Sample, giornalista scientifico. Prima di approdare al Guardian, ha scritto per New Scientist. Nel 2005 è stato riconosciuto giornalista dell’anno dall’Association of British Science Writers. Ha affiancato Peter Higgs alla conferenza stampa al CERN per celebrare la verifica empirica dell'esistenza del bosone.
martedì 18 giugno 2013
Il peggiore. Ascesa e caduta di Massimo D'Alema
"D’Alema è una specie di re Mida: tutto quello che tocca diventa oro. Per Berlusconi" (Marco Travaglio)
Giuseppe Salvaggiulo, "Il peggiore. Ascesa e caduta di Massimo D'Alema e della sinistra italiana" (Chiarelettere, pagg. 246)
La peculiare parabola di Massimo D’Alema -- biografica, psicologica, politica -- disvela il senso profondo della crisi che ha colpito la sinistra italiana. Ha teorizzato il primato della politica e l’ha ridotta a puro tatticismo; voleva sbaragliare Berlusconi e lo ha fatto arricchire; idolatrava il partito e lo ha distrutto; ha partorito l’Ulivo e l’ha ammazzato in culla (“Prodi non capisce un cazzo di politica”); si proclama erede di Berlinguer ma si circonda di affaristi, coltivando passioni non certo popolari (le scarpe fatte a mano, Sankt Moritz, la barca a vela, gli chef stellati, gli abiti firmati). Ecco la storia di un uomo che spiega perché oggi la sinistra italiana si ritrova senza più una storia e senza una nuova identità.
Massimo D'Alema, frasi: “Prodi e Veltroni sono due flaccidi imbroglioni”, “Veltroni è un ragazzotto, "Prodi non capisce un cazzo di politica”, “La sinistra è una disgrazia che solo la destra rende accettabile”, ...
Giuseppe Salvaggiulo è giornalista del quotidiano “La Stampa”. Oltre al libro LA COLATA. IL PARTITO DEL CEMENTO CHE STA CANCELLANDO L’ITALIA E IL SUO FUTURO (Chiarelettere 2010), ha scritto FLOP. BREVE MA VERIDICA STORIA DEL PARTITO DEMOCRATICO (Aliberti Castelvecchi 2009).
Fuori i Rossi da Hollywood!
Sciltian Gastaldi, "Fuori i Rossi da Hollywood! Il maccartismo e il cinema americano" (Lindau, pagg. 416)
Una Commissione parlamentare che inquisisce le stelle del cinema sulla base di sospetti. Processi politici senza diritto alla difesa. Incarceramenti senza prove. L’accusa: aver cercato di insinuare elementi di "antiamericanismo" o di "comunismo" nei film.
Questo, e molto altro, racconta "Fuori i Rossi da Hollywood!", attraverso i verbali – in gran parte inediti in Italia – delle udienze tenute dalla Commissione per le attività antiamericane (tra la seconda metà degli anni Quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta), davanti a cui sfilarono personaggi come Ronald Reagan, John Wayne, Walt Disney, Gary Cooper, Bertolt Brecht, Edward Dmytryk e molti altri.
"Ci fu, come sempre avviene in questi casi, chi apertamente si schierò con la Commissione, chi affrontò il carcere, chi rimase disoccupato, chi si uccise. Erano passati pochissimi anni dal periodo della cinematografia statunitense impegnata contro il nazismo, esaltatrice delle libertà e della democrazia, ma sembravano secoli"
venerdì 14 giugno 2013
Invisibile è la tua vera patria. Reportage dal declino
Giancarlo Liviano D'Arcangelo, "Invisibile è la tua vera patria. Reportage dal declino. Luoghi e vite dell'industria italiana che non c'è più" (il Saggiatore, immagini, pagg. 256)
Sono acciaierie, raffinerie, manifatture, miniere. Spazi immensi, milioni di metri cubi strappati alla natura e trasformati radicalmente, in cui si dispiega una forza organizzativa senza requie. Chilometri di ingranaggi, tonnellate di lamiere, fiumi di metallo liquido a innalzare cattedrali dal cuore meccanico. E poi, un giorno, il presente glorioso diventa passato, lasciando soltanto scheletri e fantasmi di polvere. Polvere nera.
Giancarlo Liviano D’Arcangelo racconta i siti più rappresentativi dell’archeologia industriale italiana. Per capire che cosa accade quando le macchine si fermano per sempre. Liviano D’Arcangelo ha raccolto le testimonianze delle vittime della devastazione ambientale e ricostruito le storie personali e collettive legate a quei luoghi di magnificenza e squallore, in cui da sempre l’uomo sottomette ed è sottomesso.
Dal Piemonte alla Sicilia, il paese è disseminato di relitti della grande industria. Dalle acciaierie Ilva di Taranto, ancora semifunzionanti, alla centrale elettronucleare sul fiume Garigliano, in Campania, fino alle miniere di Montevecchio, nel Medio Campidano. E poi i luoghi che documentano il ruolo cruciale di alcune famiglie, come gli Olivetti a Ivrea, i Florio a Palermo o i Crespi in Lombardia, imprenditori tessili e fondatori di un villaggio operaio divenuto patrimonio dell’umanità.
"Invisibile è la tua vera patria" racconta le eredità materiali e spirituali della stagione della grande industria italiana, tra promesse e inganni, benessere diffuso e degrado, ricchezza concreta e interessi privati assurti a bene comune.
Marco Armiero. Le montagne della patria
Marco Armiero, "Le montagne della patria. Natura e nazione nella storia d'Italia Secoli XIX e XX" (Einaudi, rilegato, pagg. 264)
Nonostante la montagna in Italia goda di una centralità geografica (con il 35 per cento del territorio, a cui si somma il 42 della collina), essa è rimasta marginale nella storia e nella memoria del Paese. Eppure, a partire dall'unificazione del 1861, i regimi statali hanno nazionalizzato le montagne «ridefinendo i confini tra selvatico e addomesticato, razionale e irrazionale, bello e brutto» e ne hanno fatto non solo una risorsa, ma anche un simbolo delle conquiste del nostro Paese. Dai campi di battaglia della Prima guerra mondiale al regime fascista, che politicizzò le montagne sfruttandole sia retoricamente sia materialmente, da un lato celebrando il ruralismo e le popolazioni contadine, dall'altro offrendo le risorse montane alle grandi società idroelettriche; dalla Resistenza, che trovò nelle montagne il proprio rifugio d'elezione alla modernizzazione idroelettrica che, cinquant'anni fa, portò alla «strage annunciata» del Vajont (1963) fino alle recenti proteste dei No Tav, il libro di Marco Armiero ci restituisce una storia di appropriazione e resistenza, di modernizzazione e marginalità, troppo spesso cancellata dalle narrazioni ufficiali
Joël Dicker. La verità sul caso Harry Quebert
Da giorni consiglio a tutti i clienti che vengono in libreria questo libro e continuerò a farlo per sempre. Esattamente dieci giorni fa ho scritto (vedi qui: http://libreriatorriani.blogspot.it/2013/06/la-verita-sul-caso-harry-quebert.html) che "La verità sul caso Harry Quebert", (Bompiani, pagg. 784) "è un capolavoro. (...) Un romanzo perfetto dalla prima all'ultima parola. L'autore, Joël Dicker, svizzero di lingua francese (Ginevra, 1985- ), è un fenomeno. Vi rimborso il libro e vi offro una cena se non vi piace (...) Leggete questo libro se volete passare delle splendide ore."
Confermo il giudizio e con piacere vedo che su Sette oggi in edicola con il Corriere della Sera il grande Antonio D'Orrico addirittura scrive: "Mani in alto: questo è un capolavoro! (...) Subito dopo aver finito di leggere questo capolavoro di Joël Dicker (Dio mio! ha solo ventotto anni!), ho cominciato a fare l'elenco dei romanzi che hanno cambiato la storia del romanzo. 'Vita e opinioni di Tristram Shandy gentiluomo' di Laurrence Sterne. 'Ulisse' di James Joyce. 'Alla ricerca del tempo perduto' di Marcel Proust. 'Il processo' di Franz Kafka (ma, forse, basterebbe il racconto 'La metamorfosi'). E su questi credo che il parere sia quasi unanime. Su quelli che seguono la scelta si fa più controversa. Uno di Céline 'Viaggio al termine della notte'?)? Uno di Faulkner ('Santuario')? Si possono fare ancora un bel po' di nomi e di titoli. Poi, alla fine di questa collana, bisogna trovare un posticino (e nemmeno tanto ino) per 'La verità sul caso Harry Quebert' di Joël Dicker perché DOPO QUESTO ROMANZO DEL VENTOTTENNE (PAZZESCO!) SCRITTORE GINEVRINO IL ROMANZO CONTEMPORANEO NON SARA' PIU' LO STESSO E NESSUNO POTRA' FARE FINTA DI NON SAPERLO. So bene che quanto sto dicendo mi esporrà al pubblico ludibrio ma è la pura verità (e la verità è sempre rivoluzionaria, forse è l'unica cosa rivoluzionaria rimasta). (...)"
(Per continuare a leggere la recensione di D'Orrico andate in edicola e comprate Sette con il Corriere della Sera)
giovedì 13 giugno 2013
Mick Jagger/ Bruce Springsteen. Le biografie
- Philip Norman, "Mick Jagger" (Mondadori, rilegato, immagini, pagg. 636)
- Peter Ames Carlin, "Bruce" (Mondadori, rilegato, immagini, pagg. 518)
MICK JAGGER
La vita avventurosa della rockstar più famosa del mondo: l'infanzia nella tranquilla contea del Kent, gli studi nella severa Dartford Grammar School, dove l'adolescente Mick scopre il blues, i primi passi nella Swinging London degli anni Sessanta, la nascita dei Rolling Stones e i memorabili tour planetari, l'arresto per detenzione di droga e la breve esperienza del carcere, la tormentata relazione con Marianne Faithfull, la morte di Brian Jones, fondatore della band, le violenze degli Hells Angels al concerto di Altamont, il rapporto burrascoso ma indissolubile con il «gemello» Keith Richards, il paradossale conformismo alle regole del bon ton, la fascinazione per il jet set e l'aristocrazia, ...
Accanto all'icona di dio del rock, di artista dissoluto e perverso, di sex addicted amato da donne bellissime - da Chrissie Shrimpton a Jerry Hall, da Carla Bruni ad Angelina Jolie -, emerge il ritratto del figlio devoto, del padre affettuoso, e dell'amministratore oculato della propria carriera e delle proprie finanze.
BRUCE
Con più di 120 milioni di album venduti, da quasi quarant'anni Bruce Springsteen è la star che meglio rappresenta il cuore e l'anima profonda dell'America. Una voce influente nel mondo della cultura e della politica statunitense al punto che il presidente Obama ha ammesso: "Io sono il presidente, ma lui è il Boss". Nato da anni di meticolose ricerche e contatti diretti con l'artista e la sua cerchia ristretta, famiglia e membri della band, "Bruce" è la biografia ufficiale di Springsteen: un'esistenza eccezionale segnata da grandi dolori privati, una potente ambizione e una divorante passione per la musica, dall'umile infanzia a Freehold, nel New Jersey, alla tenace ascesa verso l'olimpo della musica.
Vagina. Una storia culturale
Naomi Wolf, "Vagina. Una storia culturale" (Mondadori, rilegato, pagg. 386)
La scrittrice e femminista americana Naomi Wolf (1962- ) è oggi tra le voci più importanti del dibattito sull'identità di genere, iniziato negli ormai lontani anni Settanta. In "Vagina" esplora il ruolo del desiderio femminile, analizzandone gli aspetti scientifici, culturali, politici e spirituali.
Un problema di salute ha spinto l'autrice a intraprendere una ricerca profondamente personale sul rapporto tra sessualità e creatività, ricerca che l'ha condotta a scoprire - non senza un certo stupore - l'esistenza di un grande numero di studi scientifici che suggeriscono come la vagina non sia soltanto un organo sessuale, ma una «stazione» fondamentale di una complessa rete neurale, strettamente collegata con il cervello e, in quanto tale, con la coscienza stessa.
La vita di tante artiste, scrittrici, poetesse, pittrici - da Christina Rossetti a George Eliot, da Edith Wharton a Emma Goldman e Georgia O'Keeffe - testimonia che a una relazione sessuale o a una storia d'amore particolarmente intensa si accompagna spesso una fase di rigogliosa fioritura intellettuale e creativa.
La millenaria cultura orientale custodisce al suo interno tutta una serie di intuizioni che vanno in questa direzione. Nella poesia amorosa delle dinastie Han e Ming, la vagina è il «loto d'oro», il «boschetto profumato», la «porta del paradiso», la «perla preziosa». I termini taoisti sono altrettanto poetici. Nei testi sacri del taoismo cinese la vagina è la «porta celeste», il «globo rosso», la «porta di giada», la «valle misteriosa», la «porta del mistero», il «tesoro». Nei testi sacri tantrici le vagine sono divise in categorie, tutte ispirate alla tenerezza. L'uomo può arrivare all'illuminazione soltanto attraverso la donna, perché lei è il principio divino, l'energia femminile, simboleggiata dalla Madre Divina.
Le nuove scoperte scientifiche, documentando la relazione che la vagina e il piacere femminile hanno con il cervello, oltre a confermare il legame con la creatività, chiariscono i modi in cui il piacere dà potere alle donne: l'aumento della dopamina infatti fa scattare motivazione, autostima e assertività. Questo secondo l'autrice è il motivo per cui in cinquemila anni il patriarcato ha voluto tenere le donne nell'ignoranza e farle vergognare del proprio piacere: precluderne l'accesso significa facilità di dominio e di controllo.
mercoledì 12 giugno 2013
David Garland. La pena di morte in America
"Nell'America di oggi la pena di morte non è più uno strumento di governo o di giustizia penale, ma una risorsa per il consenso politico, per il potere di alcuni gruppi sociali e per il consumo culturale"
David Garland, "La pena di morte in America. Un'anomalia nell'era dell'abolizionismo" (il Saggiatore, pagg. 448)
Il criminologo e sociologo David Garland (New York University) ripercorre le continuità e le discontinuità storiche di un istituto che rappresenta un unicum nei sistemi penali occidentali, mettendone in luce le implicazioni di tipo culturale, emotivo e simbolico: la radicatissima tradizione americana di federalismo e democrazia locale – ma in molti stati anche di violenza e razzismo –, la mitizzazione della volontà popolare, il fascino paradossale delle esecuzioni, che esorcizzano la repulsione e l’ansia della morte illudendo i cittadini di poterla controllare. Ne nasce una teoria della pena capitale statunitense che sfida sia le convinzioni dei sostenitori sia quelle degli abolizionisti.
Roberto Casati. Contro il colonialismo digitale
Roberto Casati, "Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere" (Laterza, pagg. 136)
QUI UN MIO ARTICOLO PER L'INTRAPRENDENTE A COMMENTO DEL LIBRO: http://www.lintraprendente.it/2013/06/perche-il-libro-restera-di-carta-formato-perfetto-e-insuperabile/
Chi scrive, produce, vende, legge e fa leggere libri oggi si pone mille domande: l’accelerazione tecnologica sta rendendo obsoleto il libro di carta? Uccide l’idea stessa di libro? E cosa accade nella scuola? Ad esempio, bisogna far acquistare alla propria scuola un tablet per ogni alunno? Le discussioni sono concitate, intervengono ministri affrettati e coloni digitali zelanti pronti a sostenere qualsiasi novità tecnologica. Fioccano le immagini di una nuova generazione a suo agio con lo schermo tattile e l’indice sfiorante, che se pur sarà refrattaria alla lettura avrebbe nuove competenze digitali, tra le quali la capacità di navigare distribuendo l’attenzione su molti schermi.
Questo libro sostiene alcune tesi controverse (ma anche di buon senso): che i cosiddetti nativi digitali non esistono e che se veramente esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli a guardare fuori degli schermi; che non c’è un sostituto elettronico dell’insegnante; e soprattutto che il libro di carta sarà pure a rischio commerciale a causa del suo cugino elettronico, ma è assolutamente insostituibile dal punto di vista cognitivo, perché protegge e non aggredisce la nostra risorsa mentale più preziosa: l’attenzione.
Roberto Casati è direttore di ricerca del CNRS all’Institut Nicod a Parigi. Autore di molti lavori specialistici, collabora da anni all’inserto domenicale del “Sole 24 Ore”. Tra le sue pubblicazioni, "Buchi e altre superficialità" (con A.C. Varzi, Garzanti (2002), "Il pianeta dove scomparivano le cose" (con A.C. Varzi, Einaudi 2006), "Il caso Wassermann e altri incidenti metafisici" (Laterza, 2006), "Guida a Wittgenstein" (Laterza, 2002), "La scoperta dell'ombra" (Laterza, 2008), "Prima lezione di filosofia" (Laterza, 2012)
martedì 11 giugno 2013
Leviatano ovvero la balena
Philip Hoare, "Leviatano ovvero la balena" (Einaudi, rilegato, pagg. 431)
Partendo di volta in volta da un aneddoto, una storia, un ricordo personale, una pagina di libro epico o sacro, un esperimento scientifico o una esplorazione geografica, l'inglese Philip Hoare (1958- ) ricostruisce e racconta il mondo delle balene, da Giona a Pinocchio, dal Leviatano di Hobbes al Moby Dick di Melville fino al whale watching e alla storia della caccia alla balena negli ultimi decenni.
«C'è mancato poco che nascessi sott'acqua»: poco prima del termine della gravidanza i genitori di Philip Hoare visitano un sottomarino, e mentre la madre sta scendendo la scaletta per andare sottocoperta è presa da improvvise doglie e rischia di far nascere il figlio sotto il pelo dell'acqua. Forse è questo curioso incidente il motivo della personale passione dell'autore per le balene e i cetacei in genere. O forse, e piú semplicemente, anche lui è preda della seduzione di questi maestosi sovrani del mare, «mostri» che da sempre affascinano l'uomo e che hanno lasciato traccia nelle opere d'arte, nei romanzi, nelle favole e nei sogni. Sono creature bellissime ma anche aliene, capaci di incarnare gli aspetti piú brutali e misteriosi della natura e di rappresentare appieno l'«altro da noi».
Una balenottera, ad esempio, ha il cervello piú grosso del mondo, un cuore che batte dieci volte in un minuto e una fisiologia meravigliosamente adattata alla vita marina, tanto che non ha bisogno di bere acqua dolce. Le balene sono state miniere di materie prime, in grado di soddisfare quasi tutti i nostri bisogni: le loro interiora si sono trasformate in corde di racchette, corsetti per signore, tasti di pianoforte; l'olio di balena si trovava nella margarina, nel linoleum e nel sapone, e prima dell'avvento dell'elettricità, ha illuminato per anni le notti dell'uomo. I cetacei erano simboli di ricchezza e potere: la corona britannica era consacrata con l'olio di balena, e un dente di balena istoriato con il sigillo presidenziale accompagnò Kennedy nel suo ultimo viaggio. La moglie l'aveva acquistato come regalo, ma il presidente non fece in tempo a vederlo e la sera prima del funerale Jacqueline lo mise nella bara del marito. Un gesto d'affetto e dal forte valore simbolico, che rimandava ai re medievali sepolti con i simboli del potere, come talismani che riflettevano il valore di chi li aveva posseduti.
Il pescecarne. La cucina dei contrasti
Marcello "Mago" Trentini, "Il pescecarne. La cucina dei contrasti" (Gribaudo, immagini, pagg. 162)
Cappuccino di polpo caffé e bacon, crostino di piccione e ricci di mare, piccione aragosta e tartufo, lingua di manzo gamberi e mandarino, coniglio ripieno di pescatrice, quaglie e moleche, fagiano e canocchie, fegatini di coniglio e gallinella di mare, pescatrice mortadella e finocchio, cotechino in crosta lenticchie e ristretto di scorfano, ravioli di faraona e calamari, plin di maiale spuma di baccalà e pistacchi, ...
CD LE NOVITA' IN LIBRERIA
CD, LE NOVITA' IN LIBRERIA:
- Black Sabbath, "13" (il nuovo album in studio dei Black Sabbath, il primo dal 1995, con Ozzy Osbourne, Tony Iommi, Geezer Butler, e alla batteria Brad Wilk dei Rage Against the Machine) : http://www.youtube.com/watch?v=OhhOU5FUPBE
- HIM, "Tears on Tape" : http://www.youtube.com/watch?v=9hieTGR0djU
- Beady Eye, "Be" (edizione normale o limited deluxe edition con 4 pezzi in più):http://www.youtube.com/watch?v=UqJ-JCzH_xQ
- Alex Britti, "Bene così": http://www.youtube.com/watch?v=JEpS-qFkj8o
sabato 8 giugno 2013
Il libro dei soffi
Massimo Beggio, "Il libro dei soffi. La via di guarigione del Maestro Inoue Muhen" (Bellavite, pagg. 152)
A metà degli anni Ottanta un anziano monaco giapponese, conosciuto con il nome di Master Muhen, porta in Europa un originale metodo terapeutico di sua invenzione chiamato la “Terapia del Soffio”, che consiste nel soffiare ripetutamente su particolari punti del corpo per alleviare il dolore.
Master Muhen percorre instancabilmente le strade di molti paesi europei portando in giro la propria terapia ovunque venga richiesta. Inoue “Muhen” incarna la tradizione itinerante tipica del monachesimo buddista della scuola Zen.
Il libro, oltre a raccontare dell’incontro tra l’autore e il Maestro, illustra la “Terapia del Soffio” e spiega in modo estremamente accessibile a tutti come, quando e dove è possibile utilizzarla. Una parte del libro riporta, commentati, anche alcuni testi classici della tradizione del buddismo Zen.
Le vite segrete dei numeri / Il topo che amava i gatti
- Michael Millar, "Le vite segrete dei numeri. Storie curiose dietro alle cifre di ogni giorno" (Bollati Boringhieri, pagg. 176)
- Michel Raymond, "Il topo che amava i gatti e altre stranezze dell'evoluzione" (Bollati Boringhieri, pagg. 176)
LE VITE SEGRETE DEI NUMERI
I numeri non sono solo matematica. Anzi, più spesso non lo sono, almeno quelli che ci circondano quotidianamente e che neppure vediamo più. Osservandosi distrattamente attorno può capitare di porsi domande, magari di poca importanza, alle quali non sappiamo proprio dare una risposta sensata. Ad esempio, perché il formato più comune di carta si chiama "A4"? Strano nome. E perché mai le sue misure sono così apparentemente casuali come 210 x 297 mm? E cosa ci faceva l'attaccante della nazionale olandese Ruud Geels con la maglia numero 1 nel Campionato del Mondo del 1974? O anche, perché la settimana è di sette giorni, visto che né il ciclo solare né quello lunare sono divisibili per quel numero? E poi, cosa diavolo rappresentano i numeri della mia carta di credito? Possibile che siano casuali? (No, certo che no). È la numerologia quotidiana quella che viene raccontata con grande ironia in questo libro. Sembra strano, ma ognuna di queste domande - e di molte altre che leggerete - ha quasi sempre una risposta più divertente e più strana del previsto.
IL TOPO CHE AMAVA I GATTI
Il mondo è pieno di curiosità naturali; alcune di queste sono così bizzarre e improbabili che stentiamo a credere che possano esistere davvero. Come diavolo fa il pipistrello a "vedere" con i suoni? Possibile che esistano topi attirati dall'odore dei gatti, tanto da andare loro incontro ed esserne sbranati? Sono stupidi? Possiamo anche prendere le cose nel senso opposto e chiederci per quale motivo non esistano in natura cose che a noi sembrano ovvie e utili. Ad esempio, perché non esistono pesci a elica? Se la cosa funziona così bene per le navi, tanto più dovrebbe essere conveniente per loro. Noi umani siamo forse più intelligenti della natura? A molti piacerebbe pensarlo, ma purtroppo non è così. La legge, precisa e sottile, della selezione naturale darwiniana spiega queste e decine di altre incredibili storie narrate in questo libro. A rendere ancora più imbarazzante la varietà della natura ci si mette anche la nostra specie, che, esempio dopo esempio, dimostra di non essere immune dalle stesse leggi naturali che governano le formiche, gli armadilli o i batteri. Più si guarda nel dettaglio, magari con un po' di umorismo e autoironia, più si comprende che la tanto sbandierata differenza tra "natura" e "cultura" in realtà svanisce sotto la lente accorta del biologo evoluzionista.
Paolo Rumiz. Morimondo
Paolo Rumiz, "Morimondo" (Feltrinelli, pagg. 320)
Il Po è il grande fiume, il fiume per eccellenza. Sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. Invece no. Forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire là dove muore un mondo perché un altro nasca. Paolo Rumiz ci racconta che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque è andata proprio così: Po visto dal Po è un Dio Serpente, una voce sempre più femminile irruente e umile, arrendevole e solenne, silente fra le sue rive deserte. Paolo Rumiz sa fare del Po un vero protagonista, per la prima volta tutto narrato a fior d'acqua, in un abbandono dei sensi inedito, coinvolgente, che reinterpreta i colori delle terre e dei fondali, i cibi, i vini, i dialetti, gli occhi che lo interrogano, lo sfiorano, lo scrutano. E poi ci sono gli incontri con il "popolo" del fiume, ma anche con personalità legate dall'amore per il fiume come la cacciatrice di luoghi Valentina Scaglia, il raffinato corsaro Paolo Lodigiani, il traghettatore dantesco Angelo Bosio, il collezionista di immagini Alessandro Scillitani, l'amico dei venti Fabio Fiori, l'esploratore Pierluigi Bellavite, lo scrittore Valerio Varesi e l'amico Francesco Guccini.
Cominciata come reportage e documentario, l'avventura sul Po è diventata un romanzo, un viaggio interiore, un'avventura scavata nell'immaginazione, carezzata da fantasmi, a due passi dall'anima.
venerdì 7 giugno 2013
Il faccendiere. Storia di Elio Ciolini
Antonella Beccaria, "Il faccendiere. Storia di Elio Ciolini, l'uomo che sapeva tutto" (il Saggiatore, pagg. 240)
Burattinaio o burattino? La vicenda mai raccontata dell'uomo senza volto, che depistò trent'anni di indagini sulle stragi di Stato.
Fingere di sapere. Mescolare il falso al vero. Far correre gli investigatori per due continenti, dall’Europa all’America Latina, alla ricerca di riscontri. E poi ritrattare, sostenere che era tutto falso. O quasi, accampando presunte minacce e non rivelandone gli autori. Rimanere nell’ombra, artefice misterioso del depistaggio della strage di Bologna. E nell’ombra plasmare trent’anni di misteri d’Italia, fatti di massoni, servizi segreti, banche svizzere, giudici raggirati e politici in odor di mafia. È Elio Ciolini il depistatore. Di lui circola un’unica fotografia e la fuggevole ripresa di un volto immediatamente coperto. È il 26 novembre 1981 quando Ciolini comincia a parlare. Si trova in Svizzera, detenuto nel carcere di Champ-Dollon per truffa. Si sta comprando la libertà, ma non solo. Invoca come mandante della strage del 2 agosto 1980 la sconosciuta Loggia Riservata, i cui adepti altro non sono che la crème della P2, e ne snocciola i nomi. Fra i più pesanti: Gelli, Andreotti, Ortolani, Rizzoli. Movente: distrarre l’attenzione delle autorità da un’operazione di acquisto in massa di azioni Eni, condotta in pieno scandalo Eni-Petronim. La fase organizzativa sarebbe stata affidata a Stefano Delle Chiaie, il fondatore della neofascista Avanguardia Nazionale espatriato in Argentina. È abile, Elio Ciolini, sa mescolare organizzazioni false e sospettati veri, fantomatiche operazioni in seno a scandali reali. Ed essere sempre presente: alle riservatissime riunioni massoniche di Montecarlo come agli incontri logistici a Buenos Aires. Non male per un sedicente infermiere, imprenditore, operatore finanziario, uomo dell’intelligence francese come del Sismi, un faccendiere divenuto collaboratore di giustizia, pare anche dietro notevole compenso. Si rivelerà tutta un’invenzione, lo ammetterà lui stesso e verrà condannato per calunnia e falso aggravato. Dodici anni dopo la bomba alla stazione di Bologna, Ciolini conferma la sua vocazione (o la necessità?) a essere un protagonista dei momenti più bui della storia italiana, e diventa l’anello di congiunzione con la trattativa Stato-mafia. Accade quando dal carcere «predice» i delitti eccellenti della Sicilia del 1992, gli omicidi di Salvo Lima, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, che innescano la crisi politica da cui nasce una nuova strategia della tensione. E ancora oggi non si arresta la «carriera» di un personaggio che non si è dimostrato affatto riservato. Anzi, ha parlato così tanto e su così tanti argomenti da essersi attirato l’etichetta di «pataccaro», una specie di burattino manovrato da figure rimaste senza nome. Antonella Beccaria ripercorre le sue gesta, consulta quarant’anni di carte giudiziarie, intervista giudici, carabinieri, testimoni che scelgono di rimanere nell’anonimato, e traccia, in un’inchiesta sbalorditiva, il profilo di un uomo incredibile, una macchietta in apparenza, un criminale nei fatti, che ha tessuto una spy story italiana, che di romanzesco non ha nulla e che di reale ha un centinaio di vittime in attesa di giustizia.
Antonella Beccaria, giornalista e scrittrice, collabora con il Fatto Quotidiano e la trasmissione di Rai 3 Lucarelli racconta. Nel 2012 ha pubblicato Giochi non proibiti. Viaggio nell’industria del gioco d’azzardo (Imprimatur) e Anonymous. Noi siamo legione (Aliberti). Fra i suoi numerosi libri ricordiamo quelli scritti con lo storico Giacomo Pacini Divo Giulio. Andreotti e sessant’anni di potere in Italia e Piccone di Stato. Francesco Cossiga e i segreti della Repubblica. Dal 2004 cura il suo blog, Xaaraan.
CD LE NOVITA' IN LIBRERIA
Cd, le novità in libreria:
- Skid Row, "United World Rebellion Chapter One"
- Albert King, "Born Under a Bad Sign" (nuova edizione rimasterizzata con 5 bonus tracks)
- Mina, "Scritte per Mina firmato Paolo Limiti" (nuova raccolta dei brani scritti da Paolo Limiti per Mina, 2 cd)
- Max Pezzali, "Max 20" (5 inediti + 14 duetti, con: Davide Van De Sfroos, Elio, Jovanotti, Ramazzotti, Giuliano Sangiorgi, Cesare Cremonini, Baglioni, Fiorello, Venditti, Raf, Nek, Renga, Bennato, Grignani)
http://www.youtube.com/watch?v=ioUHpm0O7fA
http://www.youtube.com/watch?v=BKY8KIt9kqc
http://www.youtube.com/watch?v=N7Q6BBx-ghg
http://www.youtube.com/watch?v=JPYcZRrQLwo
Giovanni Robertini. L'ultimo party
L'INTELLETTUALE DI SINISTRA
"(...) Tre mesi fa voleva farsi ricoverare perché non riusciva più a prendere posizione sulle cose. I graffiti sui muri sono arte o scarabocchi che sporcano la città? La Nazionale deve giocare a uomo o a zona? Bisogna comprare il pane o i crackers? E' riformista o rivoluzionario? (...) Un mese fa pensava di morire perché non riusciva più a scandalizzarsi per nulla. (...) Pur comprendendo la gravità della situazione, il medico non può far altro che prescrivergli dei placebo al gusto di fragola e menta, da prendere secondo indicazione: 5 gocce di Utopin al mattino, 5 di Futurase alla sera e 1 pasticca di Rivoluzior all'occorrenza"
In libreria: Giovanni Robertini, "L'ultimo party. Bestiario del lavoro culturale" (Isbn, pagg. 192)
In vista del party di chiusura di una casa editrice, un giovane scrittore viene incaricato di mettere nero su bianco i profili di tutti gli invitati. L’editore vuole farne un libro che regalerà ai partecipanti durante la festa, per coronare la sua uscita di scena in grande stile. Il risultato è questo bestiario, una raccolta satirica e grottesca di tutte le specie che popolano l’habitat dell’industria culturale o ne frequentano il vivace sottobosco: c’è l’artista contemporaneo, avvolto dalla sua aura di snobismo, ci sono gli intellettuali (quello di destra e quello di sinistra), il dj con la «sindrome svuota-pista», l’autrice televisiva nevrotica e il pusher, che fornisce generi di conforto all’intera brigata; ci sono il musicista, la modella, il designer e molti altri «animali sociali». Naturalmente c’è anche lo scrittore, che mentre di giorno lavora al libro che gli ha commissionato l’editore, di notte, in preda all’ispirazione, si dedica anima e corpo alla scrittura di una novella sul tramonto del lavoro culturale, una profetica allegoria che narra le vicende di un gruppo di panda costretti a cambiare stile di vita per scongiurare la minaccia dell’estinzione.
Giovanni Robertini è nato nel 1975 a Milano, dove vive e lavora come autore televisivo. Attualmente scrive per il programma Le invasioni barbariche.
Klaus Wagenbach. La libertà dell'editore
Klaus Wagenbach", "La libertà dell'editore" (Sellerio, pagg. 184)
Un grande editore tedesco protagonista del rinnovamento dell’editoria europea (nato a Berlino nel 1930, ha fondato la casa editrice Wagenbach nel 1965), che ideologicamente definisce le proprie coordinate ideologiche: "socialista e amico dell’Italia", fa i conti senza pentimenti con la memoria del passato: l’agonia del nazismo, le passioni letterarie, l’impegno politico, il mestiere dell’editore in una società pluralista, le riflessioni sull’intellighenzia tedesca, sull’industrializzazione del mercato librario e sulle difficoltà di un’editoria indipendente, sulle possibili alternative alla globalità di una mercificazione disumanizzante, sull’Italia e sulla sua cultura, le amicizie e gli incontri più importanti di tutta una vita.
"Intanto, ormai da un bel po’, la maggior parte dei cittadini era diventata stranamente silenziosa. Si sperava nella fine della guerra e, nello stesso tempo, si temeva la vendetta di chi fino a poco prima, considerato inferiore, era stato assassinato, umiliato e derubato. Ma dopo l’8 maggio 1945 fu comodo spacciare proprio questo prudente silenzio per la menzogna secondo cui si era stati contrari da sempre. Nelle città più piccole questo ritocco a posteriori dei curricula e delle carriere di partito non fu così facile, ma perfino lì continuò ad esserci una considerevole maggioranza di complici tolleranti. Io non fui tollerante, bensì furibondo, fino agli anni Sessanta-Settanta"
giovedì 6 giugno 2013
Besnier. L'uomo semplificato
Jean-Michel Besnier, "L'uomo semplificato" (Vita e Pensiero, pagg. 136, traduzione di Davide Frontini)
L’uomo semplificato è l’ultima frontiera della concezione tecnico-scientifica del mondo. Oggi l’ideale di una vita senza complicazioni viene posto nella linearità dei processi e nell’economia delle operazioni tipiche della macchina.
Pensiamo a come la televisione, il computer, i tablet e gli smartphone costituiscano il paesaggio d’oggi, regolando le relazioni con gli altri e il rapporto con il mondo. Ma pensiamo anche alle procedure standardizzate e automatizzate in cui ci imbattiamo ogni volta che cerchiamo di interpellare un gestore telefonico, un ufficio amministrativo, o anche solo un bancomat o il self-service di un distributore di benzina.
L’allarme di Besnier racconta qualcosa che la velocità della tecnologizzazione delle società contemporanee ha solo reso più evidente e drammatico, ma che minaccia l’Occidente da molto tempo, almeno dall’inizio dell’età moderna: la resa a esigenze, spesso economiche o politiche, che riducono l’uomo a un’utile elementarità e che, così facendo, finiscono per renderlo omologato, sostituibile, superfluo. È in questo senso che Besnier può mettere accanto, l’uno all’altro, l’uomo ‘moderno’ di Pascal che nel divertimento, nel rumore e nell’agitazione cerca di eliminare il dolore dell’interiorità, l’uomo ‘carne da cannone’ sacrificabile della Grande Guerra e l’uomo scannerizzato dal neuromarketing che usa la sofisticazione della tecnologia diagnostica per carpire preferenze di gusto e indirizzare i consumi.
Si capisce come la posta in gioco sia l’essenza stessa dell’umano, che è varietà, immaginazione, complessità, interiorità, ironia, simboli ed emozioni. Tutte caratteristiche che non possono essere contenute nell’uniformità semplificata delle macchine. Nella liquida pervasività di oggi, occorre lo sforzo di una presa di coscienza che, anche attraverso il recupero dello spazio perduto della cultura umanistica, porti a quella che Besnier chiama una "rivoluzione" della nostalgia di una profondità, di una irriducibilità alla semplificazione, di un ritorno a una "incontrollabile gioia di vivere".
Jean-Michel Besnier (1950) insegna alla Sorbona e a Sciences Po a Parigi. Esperto di nuove tecnologie, di cui studia in particolar modo l’impatto sulla società contemporanea, è autore di numerosi saggi, tra cui "Histoire de la philosophie moderne et contemporaine" (1993), "Réflexions sur la sagesse" (1999), "Les théories de la connaissance" (2005), "La croisée des sciences. Questions d’un philosophe"(2006), "Demain, les posthumains. Le futur a-t-il encore besoin de nous?" (2009).
100 anni sul Bernina 1913-2013
Giuseppe Miotti, "100 anni sul Bernina 1913-2013. Capanna Marco e Rosa De Marchi Agostino Rocca 3609 m" (Bellavite, rilegato, pagg. 162)
Il 14 settembre 1913 venne inaugurato sul Bernina il Rifugio Marco e Rosa.
Da allora, sul profilo di neve che si staglia contro il cielo, è ben visibile quel cubetto (diventati due nel 1964), ormai parte integrante del paesaggio, punto di monitoraggio, di riferimento e, soprattutto, punto d’incontro.
Non è il presidio difensivo di una frontiera, ma il segnale di un confine tra i due versanti, dove non ci sono eserciti contrapposti, ma uomini che salgono per incontrarsi, lì su quel “nido d’aquile”. La montagna selvaggia è stata resa più frequentabile, quel giorno del settembre 1913, è stata a mano a mano addomesticata; adesso può essere salita, percorsa fino in cima, perché pionieri coraggiosi hanno aperto la strada per altri uomini che hanno bisogno di una traccia segnata.
Lecco Viscontea. Gli atti dei notai di Lecco
A.A.V.V., "Lecco Viscontea. Gli atti dei notai di Lecco e del suo territorio (1343-1409)" (Fondazione Ercole Carcano, 2 voll., rilegati, in cofanetto, 580 foto a colori: vol. I Testi e Indici pagg. 610 / Vol. II Documenti pagg. 1446)
Il Trecento lecchese prende vita nelle pagine di questa ponderosa opera: un inquadramento generale colloca nel contesto coevo milanese e lombardo le vicende politiche che interessarono il borgo lecchese e i paesi viciniori, il territorio rivierasco e la Valsassina, dal XIII ai primi decenni del XV secolo. L'inedita descrizione di quasi quattromila atti notarili rogati da sei notai focalizza l'attenzione su circa un cinquantennio - la seconda metà del Trecento - e fornisce interessanti notizie sulla vita di persone viventi a Lecco e nelle località limitrofe, a Galbiate e in Brianza, a Bellano e nella Riviera Orientale del Lario, in Valsassina, ma anche sull'amministrazione locale, sull'economia e sulle genealogie familiari. L'attività professionale dei notai è oggetto di studio insieme alla ricostruzione delle loro biografie. Studi innovativi per il territorio sono stati condotti sugli antroponimi e sui toponimi citati nei documenti, mentre dettagliati indici facilitano la consultazione dei documenti. L'opera, dedicata alla memoria di Riccardo Zelioli, si compone di due volumi (I: Testi e indici; II. Documenti) ed è corredata da un apparato iconografico a colori che illustra anche gli stemmi delle casate locali.
martedì 4 giugno 2013
La verità sul caso Harry Quebert
Questo libro (Joël Dicker, "La verità sul caso Harry Quebert", Bompiani, pagg. 784) è un capolavoro. Giallone spettacolare che ho letto con godimento immenso. Un romanzo perfetto dalla prima all'ultima parola. L'autore, Joël Dicker, svizzero di lingua francese (Ginevra, 1985- ), è un fenomeno. Vi rimborso il libro e vi offro una cena se non vi piace.
Siamo negli Stati Uniti, costa Est, anno 2008. Il trentenne Marcus Goldman, autore di un romanzo bestseller, non riesce più a scrivere. Si rivolge al maestro Harry Quebert, che era stato suo professore all'Università e che l'aveva lanciato come scrittore. A casa di Quebert, a Goose Cove, vicino alla cittadina di Aurora, sull'oceano, Goldman scopre per caso - rovistando tra le carte - che il suo maestro e amico nel 1975, all'età di trent'anni, aveva avuto una breve relazione con una quindicenne, Nola Kellergan, misteriosamente scomparsa il 30 agosto dello stesso 1975. Alcuni mesi dopo la scomparsa, nel 1976, Quebert aveva pubblicato il libro "Le origini del male", che l'aveva consacrato come uno dei maggiori scrittori americani contemporanei. Nel giugno del 2008, poche settimane dopo il riavvicinamento di Goldman a Quebert, alcuni fioristi scoprono per caso nel giardino di Quebert i resti del cadavere di Nola, lo scrittore viene arrestato per l'omicidio della ragazza e rischia la sedia elettrica. Goldman si trasferisce a Goose Cove per indagare, convinto dell'innocenza di Quebert. Nel frattempo il suo editore, Barnaski, gli dà l'ultima possibilità prima di rovinarlo per inadempienza contrattuale: scrivere un libro sul caso Quebert...
Mi fermo qui, leggete questo libro se volete passare delle splendide ore.
" 'E' come nella boxe. Tu sei destro, e quando attacchi porti avanti sempre per primo il sinistro: con quello stordisci l'avversario, poi arriva la combinazione di destro con cui mandarlo al tappeto. E' così che deve essere il tuo secondo capitolo: un diretto sulla mascella dei lettori' "
sabato 1 giugno 2013
Acque minerali italiane in bottiglia
Alessandro Zanasi-Silvia Parola, "Acque minerali italiane in bottiglia. Un mondo da conoscere" (Hoepli, pagg. 184)
Una guida dettagliata alle acque minerali italiane in bottiglia: tutto quello che c’è da sapere dalla sorgente al prodotto finito, con approfondimenti su effetti salutistici, classificazioni, mineralizzazione, packaging e riciclaggio dei contenitori.
287 etichette, attualmente commercializzate nel nostro Paese, riprodotte e suddivise per regione di appartenenza, complete di dati relativi all’analisi chimico-fisica e del giudizio sulle loro qualità salienti rilasciato dal Ministero della Salute.
Indicazioni su come leggere l’etichetta, così da poter scegliere in modo consapevole l’acqua più indicata per le proprie esigenze, all’insegna del motto “a ognuno la propria acqua”.
Alessandro Zanasi, laureato in Medicina e Chirurgia, è specializzato in Pneumologia, Farmacologia e Idrologia Medica e lavora presso il Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Autore di numerosi volumi in ambito idrologico, è membro effettivo dell’International Water Academy di Oslo e dirige il Museo Nazionale delle Acque Minerali che ha sede a Crodo (VB).
Silvia Parola, laureata in Scienze Biologiche e specializzata in Patologia Clinica, è Direttore Tecnico e Responsabile Qualità di aziende leader nel settore dell’imbottigliamento delle acque minerali e del beverage. Ha partecipato a progetti innovativi nel campo del packaging ecosostenibile e nell’automazione degli interventi di sanificazione delle risorse idriche di alta quota.
Craig Brown. One on One
Craig Brown, On on One. Una catena di 101 incontri straordinari" (Edizioni Clichy, pagg. 448)
One On One è un girotondo di 101 straordinari incontri realmente accaduti, raccontati da Craig Brown, uno dei più divertenti scrittori britannici del momento. Un libro dalla struttura circolare in cui ogni celebre incontro è concatenato al successivo (ogni incontro si chiude con lo stesso personaggio che apre la narrazione dell'incontro successivo). Il «London Evening Standard» ha spiegato in poche parole l'essenza del libro: «La verità e nient'altro che la nuda e folle verità... un enorme gioco karmico di incontri salottieri, una danza sulle note del caos». Solo uno dei più grandi umoristi e saggisti britannici come Craig Brown poteva mettere insieme una serie di incontri così improbabili - ma veri - come questi: Martha Graham e Madonna, Igor Stravinsky e Walt Disney, Marilyn Monroe e Nikita Kruscev, Richard Nixon e Elvis Presley, Harpo Marx e George Bernard Shaw, Cecil Beaton e Mick Jagger, Salvador Dalí e Sigmund Freud, Groucho Marx e T.S. Eliot... Il libro si apre con un giovane Adolf Hitler che sopravvive a un incidente in cui viene investito da uno sbadato John Scott-Ellis (che si domanderà per tutta la vita come sarebbe potuta cambiare la Storia se l'episodio si fosse concluso tragicamente) e si chiude con lo stesso Führer che incontra la duchessa di Windsor per un tè. Nel mezzo altri 99 racconti che ci dimostrano quanto la realtà, a volte, superi la fantasia, e sia anche infinitamente più divertente.
Documentari/Dvd. Le novità in libreria
Novità documentari/dvd, in libreria:
- "Storia della matematica" (Cinehollywood, cofanetto 3 dvd, durata 230')
- "L'eredità di Pitagora" (Cinehollywood, durata 129')
STORIA DELLA MATEMATICA
5 episodi raccolti in 3 DVD ricostruiscono 2500 anni di civiltà dell’uomo, attraverso le grandi conquiste della matematica, dalle piramidi dell’Antico Egitto alle piene del Nilo che favorirono le applicazioni delle prime nozioni di geometria, alla Grecia classica dalle cui menti nacquero i primi elementi di logica matematica, all’India patria dello “zero”, simbolo del nulla e dell’infinito, alla matematica moderna con Leibniz e Newton fino alle frontiere della matematica contemporanea
L'EREDITA' DI PITAGORA
Pitagora, l’inventore del famoso teorema, è stato uno dei più grandi filosofi e matematici di tutti i tempi. La sua patria, l’isola di Samo, che si affaccia sulle acque cristalline dell’Egeo, ospita opere imponenti costruite più di 2000 anni fa, servendosi esclusivamente della geometria e dell’opera di centinaia di uomini; con una precisione non ha nulla a che invidiare alle opere più moderne. Questo DVD narra l’avvincente storia del famoso teorema e mostra come la devozione per la conoscenza di un uomo vissuto più di 2000 anni fa abbia spalancato le porte al progresso scientifico.
Musica (cd/dvd). Le novità in libreria
In libreria:
- Eagles, "History of the Eagles. The story of an american band" (documentario, 2 dvd)
- Dark Tranquillity, "Construct"
- I Luf, "Mat e famat"
http://www.youtube.com/watch?v=kYf4kqnAWos
http://www.youtube.com/watch?v=QTkwuyb_PLc
http://www.youtube.com/watch?v=kvt9t-roYRM
Le bugie nel carrello. Dario Bressanini
In libreria l'ottimo "Le bugie nel carrello. Le leggende e i trucchi del marketing sul cibo che compriamo" di Dario Bressanini (Chiarelettere, pagg. 196)
Qui la mia recensione al libro: http://www.universofood.net/index.php?option=com_content&view=article&id=756:-le-bugie-nel-carrello-di-dario-bressanini-un-libro-per-una-spesa-alimentare-piu-consapevole&catid=39:il-settore-alimentare&Itemid=58
Cos’è esattamente il Kamut®? Perché è meglio non mangiare troppo tonno? Le patate al selenio fanno bene alla salute? La mortadella 100 per cento naturale esiste davvero? Dopo il successo di "Pane e bugie" (in libreria, Chiarelettere 2010, pagg. 307), il libro sulla disinformazione in campo alimentare, Dario Bressanini ci accompagna tra gli scaffali di un supermercato immaginario e ci aiuta a capire cosa raccontano, e cosa nascondono, le etichette dei prodotti che acquistiamo.
Dario Bressanini è ricercatore presso il dipartimento di Scienza e alta tecnologia dell’Università dell’Insubria a Como. Cura da diversi anni il fortunato blog Scienza in cucina; molto seguiti i suoi interventi su ilfattoquotidiano.it. Il suo libro "Pane e bugie", uscito nel 2010, è arrivato alla settima edizione.
Ro Ro Ro Edizioni Clichy
In libreria i primi quattro numeri dei Ro Ro Ro (Rowohlt-Rotations-Roman, giornali-libro, giornali che non riportano notizie ma romanzi) di Edizioni Clichy :
- Fedor Dostoevskij, "Le notti bianche"
- Joseph Roth, "La leggenda del santo bevitore"
- Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"
- Robert Louis Stevenson, "Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde"
La Caduta di Giovanni Cocco nella cinquina del Campiello!!
"La Caduta" di Giovanni Cocco (Nutrimenti, pagg. 228) è ufficialmente nella cinquina del Campiello!!! (http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/premio-campiello-2013-ecco-la-cinquina.html)
Un
capolavoro - "La caduta" di Giovanni Cocco - già
presentato
dall'autore qui alla Libreria Torriani il 9 marzo, e che
consiglio ora e
sempre e per sempre ai clienti della libreria. Un
libro eccezionale.
LA CADUTA
L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza dell'uomo e la collera della natura. Dal primo rintocco del terzo millennio fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia nella polvere, una tumultuosa trama di eventi – un disordine scientifico e incontrollabile – infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione.
Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
La Caduta racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
QUI UNA MIA INTERVISTA A GIOVANNI COCCO: http://eidoteca.net/2013/04/30/intervista-allo-scrittore-giovanni-cocco/
Asor Rosa. Breve storia della Letteratura italiana
Alberto Asor Rosa, "Breve storia della letteratura italiana" [ vol. I L'Italia dei Comuni e degli Stati (Einaudi, pagg. XI-468) e vol. II L'Italia della Nazione (Einaudi, pagg. XI-412) ]
Dopo la grande impresa della Letteratura italiana Einaudi, apparsa fra il 1982 e il 2000 in 16 volumi, e dopo la Storia europea della letteratura italiana (apparsa presso Einaudi nel 2009 in tre volumi), la quale segnava per la prima volta il carattere compiutamente europeo della nostra letteratura, con la Breve storia della letteratura italiana Alberto Asor Rosa chiude il cerchio, fornendo al lettore un quadro al tempo stesso sintetico ed esaustivo della nostra fenomenologia letteraria.
I Sikh. Leggende e storia dei mistici guerrieri
Krishna Lajwanti Rama, "I Sikh. Leggende e storia dei mistici guerrieri" (Edizioni Ghibli, pagg. 338)
Con l'esotica complicità di Emilio Salgari, i Sikh - lunghe barbe e minacciosi coltelli - popolano da sempre la nostra immaginazione. Il mito fa parte della loro storia, almeno per noi occidentali. Sono una setta indiana devota del Guru Granth Sahib, le sacre scritture dei 10 guru che si sono succeduti dal 1469 al 1708 e di altri amanti del Creatore. Vivono principalmente nel Punjab (Nord-India). Pregano il Creatore onnipresente e onnipotente, che si manifesta attraverso il Creato e che è raggiungibile grazie alla preghiera e all'aiuto di una guida, il guru, cioè colui che dà la luce (saggezza) al buio (l'ignoranza). Per lo più dediti all'agricoltura e alla ricerca spirituale, si sono anche trasformati in terribili, leggendari guerrieri in risposta alle persecuzioni di cui sono stati vittime per almeno due secoli.
L'opera di Lajwanti Rama Khrishna offre una ricostruzione approfondita dell'epopea sikh. Un quadro completo dal punto di vista storico, perché ricostruisce gli eventi decisivi di questo popolo, ma anche da un punto di vista più culturale, perché ne approfondisce la specificità religiosa.
Krishna Lajwanti Rama è stata la prima donna indiana a ottenere il dottorato in una Università francese. Nata nel Punjab in una famiglia di religione indù ma imparentata con nuclei di ceppo Sikh, si è sentita precocemente attratta dallo studio di questa originale confraternita, sino a pubblicare, sotto l'egida di Sylvain Lévi, Professore al Collège de France, il frutto delle sue ricerche.
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