Charles Rosen, "Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven" (Adelphi, rilegato, pagg. 634)
Se c'è un'epoca nella storia della musica che si possa definire aurea, certamente è quella del «grande triumvirato»: i sei-sette decenni – dai primi exploit compositivi del giovane Haydn (mentre Mozart già stupiva l'Europa) alla morte di Beethoven nel 1827 – che videro nascere «un'arte nuova». Benché divisi da «caratteri diversissimi e concezioni espressive spesso diametralmente opposte», Haydn, Mozart e Beethoven forgiarono uno stile unitario, duttile ma inconfondibile, in grado di sublimare le «possibilità artistiche dell'epoca», ma anche di consumare come un fuoco i «residui ormai insignificanti delle tradizioni precedenti». Uno stile la cui perfezione ha reclamato, appunto, la definizione di classico. Che cosa ha reso possibile questa prodigiosa sintesi, e che cosa si cela dietro l'incanto che secoli dopo ancora ci pervade all'ascolto?
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