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martedì 14 ottobre 2014
L'arte della cucina sovietica
Anya von Bremzen, "L'ARTE DELLA CUCINA SOVIETICA. UNA STORIA DI CIBO E NOSTALGIA" (Einaudi, pagg. 380)
Dalla kulebjaka zarista al borsc ucraino, dal palov uzbeco allo spezzatino georgiano, dalla vobla - quel pesce che «adoriamo per tutto il tormento che ci dà mangiarlo» - alla focaccia di granturco moldava. Dieci momenti per rievocare la storia di una famiglia che, lungo quattro generazioni, ha vissuto la parabola tragica ed epica dell'Urss. Provetta cuoca e scrittrice, Anya von Bremzen amalgama fatti pubblici e aneddoti privati con generose dosi di ironia, dietro cui è però facile intuire un grande affetto per un passato ancora presente nel ricordo.
L'arte della cucina sovietica mescola il tema cultural-gastronomico alla rievocazione di tragedie collettive e a memorabili frammenti di vita famigliare. Impossibile non tenere il fiato sospeso per il nonno, affascinante agente segreto coinvolto in rocambolesche imprese di guerra, e non ritrovarsi stizziti davanti all'ennesimo scivolone del padre, sdentato donnaiolo di abitudini oblomoviane. Delle grandi figure politiche del Novecento non manca nessuno: c'è Lenin, con la sua ascetica moderazione nel bere e nel mangiare; Stalin, con i suoi sontuosi banchetti in barba alla popolazione affamata; Chruscëv, con la sua comica ossessione per il granturco; Breznev, con il suo tipico immobilismo anche di fronte ai negozi vuoti; e Gorbacëv, con la sua impopolare crociata contro gli alcolici. Chiude la carrellata Putin, che, nella satolla Russia degli eccessi, per i pranzi del Cremlino sceglie una raffinata frugalità con richiami alla tradizione. Chi, ingolosito dalla lettura, volesse poi un assaggio concreto della cucina sovietica, potrà mettersi ai fornelli e sperimentare le ricette contenute nell'ultima parte del libro, una per ogni decennio raccontato.
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