Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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sabato 4 gennaio 2014

C'era una volta il lungolago di Como (Enrico Levrini)



Enrico Levrini, "C'era una volta il lungolago. La riva di Como da Villa Olmo a Villa Geno" (Editoriale Lariana, 2 voll. in cofanetto + fascicolo su su "Il lungolago nell'era delle paratie", immagini, pagg. 272+272+16)

"Il lungolago di Como, a differenza di quelli svizzeri, come quello di Lugano, Ginevra o Losanna, o di quelli francesi, come la Promenade des Englais a Nizza, che sono stati realizzati alla fine dell’Ottocento in base a un progetto preciso e unitario, è stato costruito a pezzi, in epoche diverse, con materiali differenti e progettati da architetti e ingegneri secondo i diversi canoni architettonici del momento.
A metà Ottocento non esisteva l’idea di un lungolago. I giardini delle ville a lago arrivano a lambire la riva ed erano intervallati da innumerevoli darsene e porticcioli privati; piazza Cavour era un porto, mentre le rive ospitavano le attività più disparate, da quella delle lavandaie ai depositi della Navigazione e in seguito lo scalo ferroviario, le attività dei canottieri e degli idrovolanti e tante altre.
Alla parte centrale del lungolago, quella più conosciuta, che va dai giardini pubblici a Sant’Agostino, è stato dato un aspetto omogeneo solo nel 1899, in occasione dell’Esposizione Voltiana. Il riassetto della riva di San Giorgio, su cui sorge la 'Cittadella dello Sport' con le sue costruzioni in stile razionalista, risale agli anni Trenta, mentre la passeggiata che porta a Villa Geno è stata inaugurata negli anni Quaranta e quella di Villa Olmo è stata completata negli anni Sessanta. Un lavoro disomogeneo, realizzato nel corso di un secolo, e un vero catalogo di stili architettonici, che tuttavia, proprio nella sua discontinuità, ha un fascino tutto speciale.
Attività importanti si sono conservate in edifici e siti perfettamente adatti all’impiego che tuttora ne viene fatto. Basti pensare agli alberghi in stile Belle Époque prossimi a Piazza Cavour o alla città razionalista, che offre un’immagine di slancio verso il futuro e di attività per la gioventù, o all’hangar, oggi come allora perfetto ricovero per idrovolanti, o alla stazione della funicolare e ai giardini a lago, che rispecchiano la visione di graziosità legata ai luoghi pubblici tipica della fine dell’Ottocento. Il lungolago è un importantissimo interfaccia tra tutto ciò che sta su terra e l’universo di acqua che sta oltre, con le sue ricchezze e seduzioni, i suoi particolari mezzi di trasporto, le speciali attività che vi si svolgono. È una frontiera tra due mondi che racconta infinite storie, su cui i nostri predecessori hanno vissuto e oggi noi viviamo una parte importante della nostra vita. Conoscere la storia del lungolago, oltre che piacevole, è importante, perché ci aiuta ad attribuire a questa striscia di terra e acqua il giusto valore e ci incita a preservarne le caratteristiche"

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