Giorgio Van Straten, "Storia d'amore in tempo di guerra" (Mondadori, pagg. 190)
"Sono convinta che la Storia è come un riassunto ben fatto: mette in risalto quanto c'è di più importante, seleziona ciò che ha contato da ciò che è stato insignificante; nella sostanza non mente. La vita invece è il libro intero: contiene tutti i gesti, i pensieri, le occasioni, gli avvenimenti, senza la capacità di metterli in ordine di importanza"
Nelle parole di Miriam - appassionata, indomita protagonista - è racchiuso il senso di questo romanzo: uno scavo nella Storia per recuperare le storie, quelle vive, pulsanti, ricche di dettagli che cambiano il senso di tutto, se li si sa ascoltare.
Il dottor Capecchi, bibliotecario e storico a tempo perso, in cerca di una passione che gli accenda la vita, si sta dedicando alla stesura della biografia di Antonio Manca, uno dei più importanti politici italiani della seconda metà del Novecento, un padre della Repubblica. Ormai anziano e accudito da un infermiere, durante uno degli incontri con il suo aspirante biografo Manca pronuncia il nome di Enrico Foà, e le antenne del bibliotecario ne captano l'importanza.
Chi era Foà? E perché non compare in nessun libro, in nessun archivio? Grazie a questo nome - e a una visita al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano - Capecchi incontra Miriam, ebrea emigrata da decenni in Argentina. Lei Enrico Foà l'ha conosciuto. Lo ha amato. E lo ha perduto. E se quando si incontrano Miriam non confessa nulla a Capecchi, sarà proprio la sua voce registrata ad attraversare l'oceano grazie a una chiavetta usb svelandogli infine il segreto nascosto tra le pieghe del passato, nelle vie operose del Ghetto di Roma prima del fatidico 16 ottobre 1943, per le strade di quella città che a ogni angolo offriva a due ragazzi ardenti uno scorcio di speranza. Un amore forte come solo da giovani, e in guerra, lo si può provare emerge dal buio e ci consegna la chiave del proprio significato, della propria stessa fine, di una scelta radicale di cui il mondo non sentirà mai parlare.
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